C’è un negozio ad Amsterdam dove si vende, in un’elegante boccetta, l’odore della città: si chiama The scent of Amsterdam e i pezzi più gettonati sono essenze più che esplicite, Red light love e Cannabis Euphoria. Ma non si tratta dell’imitazione nordica del celeberrimo estro napoletano: tutto ciò ha una solida, solidissima base scientifica.

Ad Amsterdam l’olfatto è protagonista

Il Museo Rijsk di Amsterdam, una delle istituzioni culturali più importanti dell’Olanda, regolarmente organizza visite guidate alla città in cui propone gli odori dell’antica capitale. In speciali cartine, i turisti possono annusare il sentore dei canali del Seicento: «I ponti erano costruiti in legno, con palafitte immerse nell’acqua; le strade erano di terra e le vie popolate dai cavalli e dai loro “lasciti”; i canali erano fogne in cui finiva qualsiasi deiezione e nell’aria imperversava l’odore della legna bruciata».

Il progetto Odeuropa per ricostruire il patrimonio olfattivo europeo

A dipingere questo quadro tutt’altro che poetico, ma realistico, è un’autorità in materia, la ricercatrice Caro Verbeek, curatrice del Kunstmuseum Den Haag, assistente di storia sensoriale alla Vrije Univesiteit di Amsterdam e fresca di libreria con la sua ultima creazione: Sul naso (Il Saggiatore), un percorso nella storia dell’arte attraverso gli odori. La raggiungiamo proprio ad Amsterdam, perché le sue ricerche, iniziate nel 2015, si sono innestate su un monumentale progetto, Odeuropa, finanziato dall’Ue con due milioni e 800mila euro, a cui dal 2020 al 2023 hanno collaborato scienziati, letterati, artisti, designer, esperti di tecnologia di sette Paesi. Lo scopo è dar vita a un metodo virtuoso di ricostruzione del patrimonio olfattivo europeo.

Il kit per annusare le opere d’arte

«Dalle mie prime ricerche legate ad alcune opere, è iniziata la collaborazione con Odeuropa, da cui sono nati diversi itinerari olfattivi. Ma, soprattutto, il team di scienziati ha messo a punto la prima metodologia, esportabile in tutti i musei, proprio per poter annusare le opere d’arte» ci spiega Caro Verbeek. «L’olfatto è un senso direttamente collegato alla memoria e ai centri di apprendimento emozionale del cervello. Ecco perché ci offre un modo unico di scoprire e vivere il mondo intorno a noi. La nostra esperienza olfattiva è intrinsecamente emozionale e istintiva, proprio come quella musicale».

Il potere dell’olfatto di fronte ai quadri

Lo constatiamo in prima persona quando veniamo accompagnate lungo l’itinerario sensoriale del Rijsk Museum. E davanti al quadro della battaglia di Waterloo, Caro Verbeek ci porge una cartina che racchiude l’odore di Napoleone in fuga.

Il quadro La battaglia di Waterloo (di Jan Willem Pieneman, 1824) è conservato al Rijskmuseum di Am
Il quadro La battaglia di Waterloo (di Jan Willem Pieneman, 1824) è conservato al Rijskmuseum di Amsterdam: IFF ne ha ricostruito gli odori

Immediatamente ci sembra di essere lì, tra la terra bagnata e il sudore dei cavalli impauriti, l’odore delle palle di cannone e sì, l’acqua di colonia di Napoleone. «L’olfatto è un aggregatore di esperienze profonde, che riporta le persone nell’immediatezza dell’esperienza che hanno vissuto, anche decenni prima. È incredibile come davanti al quadro, con la cartina in mano, i visitatori si fermino il doppio, il triplo del tempo, per commentare le emozioni che stanno vivendo e i ricordi che sgorgano dal passato».

Il pomo d’ambra

Al Rijsk Museum veniamo poi rapite dall’odore di tessuti pesanti, muffa, mirra e incenso che venivano usati per profumare il camino nella Stanza dei Baumann, un’intera sala del 1745 trasportata nel museo.

Il camino della Stanza dei Baumann al Rijsk Museum

E che dire dell’odore del pomander, il pomo d’ambra, davanti al ritratto di Brechtje Overrijn van Schoterbosch?

Il pomander, ciondolo che conteneva essenze odorose per scacciare le malattie

«Questo ciondolo» spiega la ricercatrice «nel Seicento si appendeva al collo o alla cintura per scacciare le malattie, secondo le credenze dell’epoca. Era usato dagli aristocratici ma anche dalle prostitute: sapeva di cannella, chiodi di garofano, muschio, rosa e di un ingrediente base, lo zibetto, estratto dalla ghiandola di questo mammifero e usato come base per molti profumi». Annusiamo ma, francamente, oggi sembra tutto meno che profumato.

La mappatura degli archivi europei

Gli odori e i profumi infatti si evolvono. Molti sono spariti, tanti presto spariranno, a partire da cipria, talco e pellicce. Ma perdere gli odori significa perdere una parte della nostra memoria individuale e collettiva, un patrimonio immateriale la cui centralità è emersa in modo importante durante la pandemia, quando molti di noi hanno perso l’olfatto o non potevamo sentire gli odori, protetti dalle mascherine. E che ritorna con forza oggi, in un mondo sempre più smaterializzato e tecnologico. Ce lo ricorda Inger Leemans, professoressa ordinaria di Storia culturale all’università Vrije di Amsterdam e ricercatrice del Nl-Lab del Knaw Humanities Cluster, dove la raggiungiamo. Con Caro Verbeek, è stata la promotrice di Odeuropa. «Il progetto interdisciplinare, a cui hanno partecipato Olanda (come capofila), Spagna, Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Slovenia, ha messo in connessione gli archivi digitali esistenti di moltissime biblioteche, musei e istituzioni culturali europee. Grazie all’intelligenza artificiale e a un motore di ricerca, sono state mappate due milioni e mezzo di fonti tra quadri, testi scientifici, saggi, testi letterari, ricette dal 1660 al 1920».

L’AI al servizio dell’olfatto

Un lavoro immenso condotto da un team di 30 persone, tra linguisti e ingegneri informatici, tra cui Marieke Van Erp, PHD in Language Technology. Con la Fondazione Bruno Kessler di Trento, si è occupata di istruire l’intelligenza artificiale, in modo che riconoscesse immagini odorose nei quadri e nei testi: «Abbiamo creato mappe semantiche» che intanto ci mostra «usando perfino testi religiosi, medici, legali, appunti sui rimedi casalinghi, per esempio su come profumare i vestiti: tutto ciò attraverso Smell Explorer, il primo database che può essere interrogato usando il senso dell’olfatto come chiave di ricerca». Uno dei punti d’arrivo del progetto è Olfactory Storytelling Toolkit, guida scaricabile pensata per musei e istituzioni che vogliano costruire itinerari olfattivi (scaricabile su odeuropa.eu).

L’olfatto guida le ricerche di mercato

laboratori di hilversum
Lavori in corso nei laboratori di Hilversum

Ricostruire i profumi e gli odori non è stata un’operazione semplice. Ci hanno pensato i profumieri di IFF – Global Creative Center, colosso nel campo dei profumi, food e ricerca, che lavora per le multinazionali basandosi su tendenze di mercato, demografiche, economiche, stili di vita. Ci accoglie nei laboratori di Hilversum Bernardo Fleming, scent designer e direttore creativo del progetto, mentre visitiamo file di lavatrici e wc, chiusi in box da cui si apre uno spioncino dove anche noi infiliamo il naso per annusare.

laboratori di hilversum
La fila di lavatrici in uno dei laboratori a Hilversum di IFF – Global Creative Center

«Per ogni Paese per cui produciamo detersivi e profumi, studiamo prima la cultura e le abitudini (per esempio, in alcuni luoghi se non profumi non sei pulito), poi il tipo di acqua e i sistemi di lavaggio. E in questi box chiusi testiamo i prodotti con i nostri “nasi”, per poi crearli».

La riscoperta dell’olfatto: moda, musei, cinema

Già, annusare qui è una cosa seria, anche se per Odeuropa IFF ha collaborato senza scopo di lucro. Talmente seria che Fleming sottolinea il forte impatto culturale e sociale della riscoperta del naso: «Stiamo assistendo alla riscoperta dell’olfatto, soprattutto da parte dei ragazzi che sentono il bisogno di esperienze immersive, cioè di calarsi con tutti i sensi in ciò che stanno guardando o ascoltando: il loro è un desiderio di ricevere più stimoli contemporaneamente». E così è arrivata prepotente l’attenzione all’olfatto: nella moda, anticipatrice di ogni tendenza, per esempio con la sfilata primavera-estate 2020 di Balenciaga, che proponeva un set con l’odore del sangue, dei soldi e della benzina; con la mostra a San Francisco nel 2022 sul design olfattivo, che racchiudeva il passato nelle boccette, o la mostra olfattiva Nasi per l’arte a Roma a Palazzo Merulana nel 2023. Oggi le proposte artistiche stanno fiorendo, in tutto il mondo (vedi box). Il cinema ci sta lavorando. Confidiamo di poter annusare presto anche i film: ce lo richiede questo nostro mondo, sempre più immateriale e tecnologico.

Le mostre olfattive in Italia, Europa e Usa

Milano: al Museo di Brera, un percorso con didascalie olfattive. In Gallerie d’Italia, il progetto Che profumino! per la scuola dell’infanzia e primaria

Ferrara: alla Pinacoteca Nazionale un progetto per le scuole di riscoperta dei 5 sensi

Comacchio (Ferrara): al Museo Delta antico Comacchio, il progetto Il profumo del tempo, dove si annusa l’acqua di Spina, città sepolta, e la Porta d’Oriente

Savigliano (Cuneo): da vedere l’Accademia Europea delle Essenze, un laboratorio e un polo museale interamente dedicato alla sensorialità

L’Aja (Olanda): mostra Grand dessert al Kunstmuseum den Haag fino a aprile: la storia dei dolci attraverso i loro profumi. All’interno, anche la mostra permanente Gli odori di Mondrian: si possono annusare tre studi dell’artista

Ulm (Germania): al Museum Ulm, tour sensoriale permanente tra le opere

Corning (Stato di New York): Sensorium, al Corning Museum of Glass fino al 1 febbraio 2025, per sentire l’alito del Tyrannosaurus Rex e i profumi della luna

Bristol (UK): sulla nave passeggeri a vapore S.S.Britain si può vivere l’atmosfera odorosa dei viaggi del XIX secolo

Birmigham (UK): al Barber Institute si annusano i prati fiori dei pittori preraffaelliti (fino al 26 febbraio)

DIDASCALIE

CIPRIA/TALCO/PELLICCIA: i profumi amati dalle nostre mamme per la loto toeletta spariranno, come l’odore delle pellicce

FOTO FILA DI WC/LAVATRICI: Nel laboratorio di IFF a Hilversum dove si testano i profumi creati per il bucato e l’igiene personale (credit: Bernardo Fleming)

FOTO BATTAGLIA DI WATERLOO: il quadro (di Jan Willem Pieneman, 1824) è conservato al Rijskmuseum di Amsterdam: IFF ne ha ricostruito gli odori

FOTO STANZA DEI BEUMANN: l’odore di tessuti e muffa della stanza della famiglia Beumann è stato riprodotto al Rijskmuseum

FOTO DONNA CON GUANTI: davanti al Ritratto di Mertijntje van Ceters (anonimo, 1623) al Rijskmuseum, si annusa il profumo che le donne usavano per i guanti