Per chi non se la sente, o non ha la possibilità, di affrontare gli – spesso lauti – costi di un ombrellone più due lettini in uno stabilimento balneare della penisola, la scelta è spesso obbligata: prendere posto sulla spiaggia libera. Soluzione per la verità non sempre agevole, dal momento che la maggior parte dei litorali italiani è dato in concessione e, soprattutto in alcune Regioni, gli arenili accessibili gratuitamente, senza pagare l’ingresso ai “bagni”, sono pochi e di dimensioni ridotte. Il risultato è che, nei periodi estivi più gettonati, i bagnanti si trovano spesso accalcati e stendere un telo da bagno sulla sabbia può diventare un’impresa. Una volta conquistato il posto, per alcuni la tentazione di “appropriarsene” diventa irresistibile.

Le spiagge pubbliche fanno parte del demanio

È ormai un classico delle cronache estive sentire di famiglie multate per aver piantato ombrelloni e lasciato sedie a sdraio e tavolini sulle spiagge pubbliche anche durante la notte per tentare di ritrovare il posto il giorno seguente. Si tratta, naturalmente, di una pratica non soltanto eticamente scorretta, ma anche illegale che può portare a sanzioni elevate oltre che alla confisca delle attrezzature. Le spiagge pubbliche, infatti, fanno parte del demanio pubblico e quindi sono di proprietà dello Stato, come sottolineato dall’articolo 822 del Codice Civile. Monopolizzarne anche una porzione è una violazione della legge: l’illecito che si configura è occupazione abusiva del suolo pubblico.

Ombrellone lasciato in spiaggia? Multe fino a 516 euro

Proprio per assicurare che le spiagge rimangano accessibili a tutti e per disincentivare i soliti “furbi” dall’occupare un posto, magari fronte mare, senza averne alcun diritto, è stato istituito l’articolo 1161 del Codice della Navigazione: le sanzioni per i trasgressori possono includere l’arresto o multe fino a 516 euro. “Chiunque arbitrariamente – recita l’articolo – occupa uno spazio del demanio marittimo o aeronautico o delle zone portuali della navigazione interna, ne impedisce l’uso pubblico o vi fa innovazioni non autorizzate, ovvero non osserva i vincoli cui è assoggettata la proprietà privata nelle zone prossime al demanio marittimo od agli aeroporti, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516,00, sempre che il fatto non costituisca un più grave reato”.

Il senso civico dovrebbe prevalere anche in spiaggia

La convivenza sulle spiagge pubbliche italiane non è sempre facile. Sono spesso molto affollate a discapito del rispetto di una distanza minima fra le persone e a volte si ha l’impressione che la gente per il fatto di essere in vacanza possa dimenticarsi di ogni regola di educazione. Sgomberare la spiaggia dalla proprie cose dovrebbe essere un’abitudine scontata per chiunque: se il senso civico manca, fortunatamente esistono delle regole che possono essere fatte presenti ai diretti interessati o alla polizia comunale del proprio luogo di villeggiatura.