La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni per Alberto Stasi per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi a Garlasco. La sentenza definitiva sul giallo di Garlasco è stata emessa dalla Suprema Corte, ultimo grado di giudizio, sabato 12 dicembre. Per Stasi si aprono le porte del carcere.
Due giorni di attesa
L’11 dicembre, i giudici della quinta sezione della Cassazione si sono riuniti per discutere la decisione di altri giudici, quelli di Milano, che il 17 dicembre 2014 condannarono Alberto Stasi. È la famosa sentenza di Appello bis: il giovane venne ritenuto responsabile dell’omicidio della fidanzata, Chiara Poggi e condannato a 16 anni. La difesa aveva deciso di ricorre al terzo grado di giudizio, la Cassazione appunto, e aveva chiesto l’“annullamento senza rinvio”, cioè che la condanna dei 16 anni fosse annullata e che per Stasi non ci fossero altri processi. In pratica, l’assoluzione totale.
Colpo di scena finale
Il colpo di scena è arrivato nel primo pomeriggio dell’11 dicembre, quando l’accusa ha chiesto di annullare la condanna emessa della Corte di Appello bis, cioè i 16 anni, domandando però un nuovo processo. Una decisione che spiazza soprattutto i familiari di Chiara Poggi. Nei precedenti gradi di giudizio, l’accusa aveva sempre chiesto il massimo della pena per Stasi e il riconoscimento dell’aggravante della crudeltà. Così, il procuratore generale Oscar Cedrangolo (che è l’accusa) nella sua requisitoria ai giudici: “In questa sede non si giudicano gli imputati ma le sentenze. Io non sono in grado di stabilire se Alberto Stasi è colpevole o innocente. E nemmeno voi. Insieme possiamo stabilire se la sentenza è fatta bene o fatta male. A me pare che la sentenza sia da annullare”. Alla fine, dopo ore di camera di consiglio, – la sentenza era attesa per venerdì sera, ma è slittata a sabato, poco prima di mezzogiorno – la Cassazione non accoglie né la linea della difesa, né quella dell’accusa. Ma conferma la sentenza dell’Appello bis. Stasi è condannato a 16 anni.
Una storia che va avanti da 8 anni
Il corpo senza vita di Chiara Poggi, 26 anni, era stato trovato il 13 agosto del 2007 sulle scale che portano alla tavernetta della sua villa. Siamo a Garlasco, nel Pavese. Dagli esami autoptici, risultava che la ragazza era stata uccisa con un oggetto metallico, tra le 11 e le 11.30. Alcuni giorni dopo, la procura aveva indagato Alberto Stasi per omicidio volontario, con l’aggravante della crudeltà. Stasi, allora studente alla Bocconi e oggi commercialista in cerca di lavoro, si è sempre proclamato innocente.
I processi
Ma andiamo con ordine. La prima sentenza venne emessa il 17 dicembre 2009: Alberto Stasi è assolto per insufficienza di prove. I Pm e la parte civile fanno ricorso in appello: chiedono la valutazione di nuovi indizi. Quindi la sentenza del 7 dicembre 2011: anche quella Corte assolve. C’è un altro ricorso al terzo grado di giudizio, la Cassazione. È l’aprile 2013 quando la Corta Suprema annulla quanto deciso dai giudici d’Appello e dispone di rifare il processo: sarà un Appello Bis. Quest’ultima sentenza è del 17 dicembre 2014 e condanna Stasi a 16 anni di reclusione. Arriviamo quindi ai giorni nostri, con la pronuncia definitiva della Cassazione. Intanto sono passati 8 anni da quel delitto. Dopo cinque sentenze, sul giallo di Garlasco si scrive la parola fine.