Continua a crescere il numero di contagiati da Covid, oltre 62mila, mentre il tasso di positività ha superato il 21%. I dati fotografano senza dubbio una nuova ondata di Covid, analoga a quella che si era verificata qualche settimana fa in Portogallo e Spagna. I casi di Covid «sicuramente aumenteranno e avremo anche altre ondate oltre a questa estiva, avremo epidemie stagionali. Il virus non è scomparso e ci saranno ondate sempre più limitate come durata, quantità e gravità dei sintomi, perché ovviamente si presenteranno fra persone vaccinate». Così il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri.
A causare il nuovo boom è sicuramente la sottovariante “Omicron Ba.5” o semplicemente “Omicron 5” che è più contagiosa e diffusiva, ma non più aggressiva» come conferma il virologo Fabrizio Pregliasco, a cui abbiamo chiesto alcuni chiarimenti.
Quanto è contagiosa Omicron 5?
«Omicron 5 è quattro volte più forte di un’influenza in termini di contagiosità» spiega il virologo dell’università degli Studi di Milano, che chiarisce: «Il tasso di diffusività è molto alto, ben superiore a quello di morbillo e varicella, e lo stiamo vedendo dai numeri. Se con il virus originario di Wuhan era del 2,5, cioè ogni persona contagiata dal virus poteva infettarne in media altre 2,5, con Delta si arrivava a 7, mentre con Omicron siamo a 15» spiega Pregliasco.
Quanto è aggressiva Omicron 5?
Se non ci sono dubbi sulla capacità di contagiare, cosa cambia negli effetti della malattia? «Gli effetti sulla salute sono mediamente meno importanti, ma non dimentichiamo che ci sono ancora decessi giornalieri a due cifre. Questo perché se è vero sono diminuite le polmoniti, dunque i casi gravi sono proporzionalmente inferiori, è anche vero che ci si contagia più facilmente quindi rimane alto il rischio di un’evoluzione peggiore in quella quota parte della popolazione che è più fragile» chiarisce il virologo.
Omicron 5: quali sono i sintomi?
In genere con la nuova sottovariante è più difficile perdere l’olfatto e gusto, come accadeva con quelle precedenti, mentre i sintomi sono più simili a quelli di una influenza o di un brutto raffreddore: «Mal di gola, naso che cola, tosse, a volte febbre che può essere più o meno bassa, o può durare più o meno giorni a seconda dei soggetti e delle condizioni generali sono i sintomi più ricorrenti» spiega l’esperto.
Perché questo picco di contagi in estate?
Ci eravamo abituati a pensare che il periodo di maggiore diffusione del virus Sars-Cov2 fosse l’inverno, quando le temperature sono più basse, mentre in estate e col caldo la circolazione era diminuita anche negli ultimi due anni. Perché adesso questa impennata? «I motivi sono più di uno: non è il virus non esista in estate, ma in parte è cambiato, diventando appunto più contagioso, in parte gioca il fatto che stiamo vivendo in un momento di maggiore libertà, libertà che ci siamo guadagnati anche grazie ai vaccini, quindi ci sono meno restrizioni» dice Pregliasco.
Quanto proteggono i vaccini attuali da Omicron 5?
«Al momento si sta lavorando a nuovi vaccini efficaci anche contro Omicron 5 o le future varianti, come si fa con l’antinfluenzale che viene modificato ogni anno. Sicuramente anche i vaccini attualmente disponibili e che sono stati somministrati forniscono una qualche protezione, anche se non va dimenticato che c’è un 7% di casi giornalieri di reinfezioni. Vale anche per i guariti, anche se la risposta immunitaria data dalla malattia, che pure non è così prolungata, è superiore rispetto a quella del vaccino perché più ampia e trasversale» dice Pregliasco.
In autunno avremo un vaccino bivalente, anche per l’influenza?
«Diverse case farmaceutiche stanno lavorando proprio a questo: a fornire con un’unica dose sia la protezione dal Covid che dall’influenza. Questo tipo di vaccinazione è immaginabile che sarà offerta soprattutto ai più fragili in vista dell’autunno e dell’inverno, quando le condizioni di diffusione aumenteranno, per esempio trascorrendo maggior tempo al chiuso» conferma Pregliasco.
Chi è più a rischio?
«Come avvenuto finora i più fragili, come anziani e immunodepressi, sono i più a rischio. Fortunatamente l’evoluzione a cui stiamo assistendo ci dice che il virus sta diventando più diffusivo, ma meno “cattivo”. Insomma, Omicron 5 è diverso da Ebola, che invece è molto crudele, uccide molto, ma è anche meno diffusivo» spiega il virologo.
Serve continuare a usare le mascherine?
Nel momento in cui ormai le mascherine non sono obbligatorie quasi da nessuna parte, ma i contagi aumentano, sarebbe meglio indossarle? «Io continuo a dire che le mascherine dovrebbero essere come gli occhiali da sole: da mettere quando serve, quando ci sono assembramenti o in caso di soggetti fragili o persone che abbiano a che fare con persone a rischio» conclude Fabrizio Pregliasco.