Per chi non ama l’autunno e le giornate corte il ritorno all’ora solare rappresenta un tormento. Ma c’è anche chi non vorrebbe lasciare l’ora legale per motivi economici. In un momento di crisi energetica, infatti, mantenere l’attuale orario permetterebbe un notevole risparmio: ne sono convinti i medici della Sima, la Società italiana di medicina ambientale, che hanno lanciato una petizione su Change.org, che ha superato 280.000 firme.
L’idea è quella di prorogare l’ora legale almeno di un altro mese, invece di passare a quella solare nella notte tra il 29 e il 30 ottobre.
Quanto si risparmierebbe prorogando l’ora legale
Il primo motivo, ora più urgente che mai, è sicuramente economico: l’estensione dell’ora legale di un altro mese, fino alla fine di novembre, permetterebbe di risparmiare e molto: «Le ricadute positive sono quattro e lo dimostrano le sperimentazioni effettuate in altri Paesi, come gli Stati Uniti. Il primo vantaggio è economico, basti pensare che, secondo i calcoli di Conflavoro PMI, osservatorio delle piccole e medie imprese, si potrebbero risparmiare 2 miliardi e 700 milioni di euro in un anno. I dati sono frutto di proiezioni a partire dai consumi rilevati da Terna, che gestisce la rete elettrica. Noi stessi, prima dei recenti rincari record, abbiamo stimato in 70 milioni di euro il possibile taglio ai consumi con un solo mese di proroga dell’ora legale, pari a 500 milioni in un anno. Questo grazie al fatto che si potrebbe guadagnare un’ora/un’ora e mezza al pomeriggio, quando tutti sono in attività» spiega Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale (Sima)
La petizione per prorogare l’ora legale di almeno un mese
La Società italiana di medicina ambientale (Sima), insieme all’associazione Consumerismo No Profit, ha rilanciato anche sulla rivista scientifica Lancet la petizione già presente su Change.org, corredandola di dati. Sempre secondo le rilevazioni di Terna, solo nei primi 7 mesi del 2022 l’ora legale ha permesso di risparmiare 190 milioni di euro, sfruttando la maggior quantità di luce solare (147 ore in più al pomeriggio) e il minor consumo di 420 milioni di kilowattora. «Anche per soli 30 giorni sarebbe un provvedimento di facile attuazione con risultati certi» conferma Miani.
Il vantaggio ambientale dell’ora legale: minori emissioni di CO2
Naturalmente non va dimenticato neppure il minor inquinamento: secondo Terna, ricorrendo meno alla luce elettrica diminuirebbero anche le emissioni di anidride carbonica legate alla produzione di energia, pari a oltre 200.000 tonnellate in meno nell’aria. «Si tratta di una quantità considerevole, paragonabile a piantare 2 milioni di nuovi alberi in Italia. A questo inquinante principale se ne aggiungerebbero anche altri, legati alla produzione di energia» prosegue Miani.
Con l’ora legale migliora anche la salute
«Il terzo aspetto riguarda la salute umana: il fatto di avere un’ora in più di luce solare consente anche di trascorrere più tempo all’aperto, per fare sport o anche solo per una passeggiata. Il movimento e il tempo trascorso in attività outdoor permette di aumentare la serotonina, l’ormone del buon umore, prodotto in diretta correlazione con esposizione alla luce naturale. Da qui i vantaggi per la salute fisica e mentale» afferma il presidente della Società italiana di medicina ambientale.
I benefici sociali dell’ora legale: meno criminalità
«Non da ultimo c’è un aspetto sociale da non sottovalutare: come dimostrato dalla sperimentazione condotta negli Stati Uniti nel 2007, infatti, la maggior quantità di luce in una giornata, in particolare al pomeriggio, riduce la criminalità e aumenta la sicurezza sociale. Nel caso specifico si era registrato un calo del 7% di furti e rapine e del 37% tutti gli altri reati, perché il buio è correlato alla criminalità. Basti pensare alla sensazione di insicurezza che si ha ad uscire dall’ufficio o da scuola alle 16 del pomeriggio quando è già molto buio, rispetto a una condizione quantomeno di crepuscolo» osserva Miani, che aggiunge: «Per questo abbiamo chiesto, anche tramite la rivista scientifica Lancet, che ci sia una proroga di 30 giorni, per dare modo al nuovo Governo di valutare gli aspetti positivi ed eventualmente pensare a provvedimenti di lungo periodo».
I precedenti: quando si è prolungata l’ora legale in Italia
Non si tratterebbe della prima volta in Italia che si fa ricorso al prolungamento dell’ora legale: «Era già accaduto durante la Prima e Seconda Guerra mondiale, per poter risparmiare, così come dal 1966 e fino ai primi anni ’70. L’esigenza, anche in quel caso, era stata di tagliare i costi energetici per famiglie e aziende» conclude il presidente dei medici ambientali italiani. Anche a livello europeo, ormai si discute da tempo dell’opportunità di alternare o meno l’ora solare e quella legale. Nel 2018 la Commissione europea ha chiesto ai cittadini degli Stati membri, tramite un referendum, se volessero abolire definitivamente la convenzione. Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione legislativa, che sancisce la possibilità di abolire il cambio dell’ora a partire dal 2021, ma lasciando la decisione agli Stati membri. La Sima ha chiesto di mantenere o prolungare l’ora legale, anche se il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, si è espresso negativamente ritenendo che i benefici relativi ai consumi energetici non costituiscono un “miracolo” e i risparmi energetici sono “limitati”.