Ci sono coloro che sono sovrappeso, che sono obesi e che sono overfat: con questo termine, appena coniato, si indicano le persone che hanno chili di troppo, localizzati in particolare sul girovita e che, in rapporto con l’altezza, è tale da poter mettere a serio rischio la salute. Al mondo ne sarebbe affetto il 76% della popolazione, secondo una ricerca condotta di recente dall’Università Tecnologica di Auckland, in Nuova Zelanda. Si calcola che 9 americani su 10 siano overfat tra gli uomini, ma il problema riguarda anche l’80% delle donne negli Stati Uniti. Non va meglio nel Regno Unito né in paesi che, come la Grecia, seguono un’alimentazione considerata più sana e di tipo mediterraneo. Ma cos’è l’overfat? In cosa si distingue dal sovrappeso o dall’obesità? E perché preoccupa tanto gli esperti di salute?
Cos’è e perché è pericoloso l’overfat
Con la definizione di overfat, coniata dagli esperti neozelandesi, si intendono i chili di troppo accumulati sul girovita, ovvero la famigerata “pancia da birra”. Ma l’allarme non ha nulla a che fare con un problema estetico. Gli esperti, che hanno pubblicato il loro studio sulla prestigiosa rivista “Frontiers in Public Health”, stimano che nei 30 paesi più industrializzati al mondo ci siano più persone overfat che quelle obese e sovrappeso messe insieme. Un problema che riguarda anche paesi come la stessa Nuova Zelanda, l’Islanda o la Grecia, e che non risparmia i più giovani: secondo i ricercatori la metà dei bambini americani rientra in questa categoria.
Gli esperti non hanno dubbi: il grasso che fa sporgere l’addome cresce anche all’interno del corpo e avvolge gli organi vitali, risultando più pericoloso.«L’overfat altro non è che il grasso intraddominale, che si accumula nella parte interna della pancia e preoccupa molto di più per le complicanze che può avere, soprattutto di tipo cardiologico» spiega Alberto Della Valle, Direttore del Centro Italiano Studi Interdisciplinari per il Trattamento dell’Obesità, presso l’Istituto Clinico Città Studi di Milano. «Ne soffrono soprattutto gli uomini, mentre le donne sono meno a rischio: per via della loro classica forma ginoide tendono ad accumulare grasso in eccesso su fianchi e cosce, mentre negli uomini, con le loro caratteristiche androidi, è maggiore la frequenza di grasso viscerale» aggiunge Della Valle.
Quando si accumula grasso addominale in eccesso, il fegato prende in prestito questo grasso e lo trasforma in colesterolo, che poi passa nelle arterie e inizia ad accumularsi, indurendole e aumentando notevolmente il rischio di attacchi cardiaci o infarti. I chili di troppo accumulati intorno alla pancia, inoltre, aumentano la resistenza all’insulina, alimentando il diabete di tipo 2, ovvero quello più diffuso, tipico dell’età adulta e dato da un incremento proprio dei livelli di glucosio nel sangue. Il grasso in accumulo facilita anche infiammazioni che, secondo gli esperti, sono alla base di malattie croniche, Alzheimer e tumori. Il grasso addominale, inoltre, è fonte di preoccupazione per i ricercatori, perché riguarda anche persone magre o normopeso, e può essere più pericoloso dell’obesità e del sovrappeso.
Overfat, obesità e sovrappeso: le differenze
Ma come si misurano i chili di troppo? Per definire una persona in sovrappeso o obesa viene solitamente utilizzano l’Indice di Massa Corporea (Boby Mass Index), o IMC. Nonostante non fornisca un’informazione completa sul tipo di grasso e sulla sua distribuzione, è lo strumento più diffuso e si ottiene dividendo il peso (in kg) per il quadrato dell’altezza (in metri). Ad esempio, se una donna è alta 1,60 mt e pesa 50 kg, il suo Indice di Massa Corporea si otterrà così:
Per capire se si è in sovrappeso è poi sufficiente controllare apposite tabelle messe a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità:
SOVRAPPESO: con IMC da 25 a 29,99
OBESITÀ: con IMC uguale o superiore a 30
Nell’esempio specifico della donna alta 1,60 e con un peso di 50 kg, siamo in presenza di una persona normopeso. Lo stesso vale per un uomo che pesa 70 kg ed è alto 1,75. In generale, se il proprio IMC è compreso tra 18 e 25 si è considerati “sani”; se il valore è tra 25 e 29 si è “a rischio”, mentre se si supera il valore di 30 si è in presenza di una situazione ad “alto rischio”. Questi riferimenti valgono per entrambi i sessi e per tutti gli adulti. Naturalmente, esistono poi differenze tra singoli soggetti e specifica distribuzione del peso, così per il tipo di grasso presente: un atleta potrà avere un peso consistente, ma dato dalla massa magra, ovvero dai muscoli.
Come misurare il grasso addominale
Come ci si accorge di essere in presenza di un caso di overfat? “Sicuramente dal peso eccessivo ma, a differenza dell’obesità, per la quale si utilizza l’IMC, bisogna anche osservare la distruzione dei chili di troppo” spiega il Prof. Della Valle, che aggiunge: “La pancia si vede, ma occorre soprattutto andare a controllare la circonferenza addominale che, a differenza dell’IMC, non ha tabelle prefissate: ciascuno ha un proprio margine di rischio, legato ad altezza e costituzione”. Secondo l’esperto, che cita analisi recenti, a contribuire all’overfat potrebbero essere anche fattori genetici.
Come porre rimedio
Gli esperti non hanno dubbi: la prima soluzione riguarda lo stile di vita, a partire dall’alimentazione. “Occorre seguire un regime alimentare salutistico, con una dieta varia, corretta e mediterranea, che comprenda carboidrati e proteine, senza eccedere – dice Della Valle – I carboidrati sono importanti, ma vanno preferiti a pranzo ed evitati a cena, mentre alcolici e zuccheri vanno assunti con moderazione”. Importantissima è poi l’attività fisica: “Non solo aumenta il dispendio energetico, aiutando a dimagrire o a mantenere un peso corretto, ma diventa ancora più importante in caso di dieta rigorosa: evita, infatti, il dimagrimento muscolare, mantenendo la massa magra (ovvero proprio i muscoli) che sono importanti” spiega l’esperto, che consiglia una di fare almeno mezz’ora o un’ora di camminata veloce al giorno. “Andare in palestra può aiutare, ma camminare a passo svelto, oppure fare nuoto o bici, è l’ideale”.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di fare una media di 10.000 passi al giorno, per mantenersi sani e più in forma. Una numero lontano da quello che la maggior parte della popolazione mondiale copre mediamente in una giornata. Basti pensare che, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature e condotto su un campione di oltre 700.000 persone in 111 paesi al mondo, Hong Kong guida la classifica dei paesi nei quali ci si muove di più, con una media di 6.880 passi al giorno. A seguire si trova la Cina (6.189 passi), mentre fanalino di coda risulta l’Indonesia (solo 3.513 passi).
E in Italia?
Secondo i dati del Centro nazionale di prevenzione e controllo delle malattie (Ccm) del ministero della Salute, che ha realizzato un sistema di monitoraggio chiamato Okkio alla Salute, il 22,9% dei bambini di 8-9
anni è in sovrappeso, mentre l’11,5% è in condizioni di obesità (dati 2010). Più elevate sono le percentuali riferite agli adulti, con oltre un terzo della popolazione (32%) in sovrappeso e l’11% con problemi di obesità. In generale, oltre 4 adulti su 10 (pari al 42%) hanno un peso eccessivo rispetto a quello considerato normale. A tutto ciò ora si unisce la nuova categoria di overfat. “I dati sono preoccupanti, perché in vent’anni si è passati da circa 2 milioni e mezzo di persone obese agli attuali oltre 6 milioni. Viviamo nella civiltà del benessere, dove i frigoriferi sono sempre pieni e ci si muove sempre meno” conclude Della Valle.