Per il sesto anno consecutivo la Finlandia è prima nella classifica dei Paesi più felici al mondo in base al World Happiness Report sponsorizzato dall’Onu. Con i suoi laghi e le meravigliose foreste, il paese nordico è noto per il suo ampio sistema di welfare, l’alta fiducia nelle autorità e i bassi livelli di disuguaglianza tra i suoi 5,5 milioni di abitanti.
Il rapporto, pubblicato ogni anno in onore della Giornata internazionale della felicità (istituita dalle Nazioni Unite il 20 marzo), analizza sei fattori chiave: supporto sociale, reddito, salute, libertà, generosità e assenza di corruzione.
Nord Europa al top nella classifica dei paesi più felici al mondo
Danimarca, Islanda, Svezia, Norvegia e Paesi Bassi occupano altre cinque delle prime sette posizioni (eccetto il quarto posto dove si trova Israele, che sale di cinque gradini).
“I paesi nordici meritano un’attenzione speciale alla luce dei loro livelli generalmente elevati di fiducia sia personale che istituzionale”, hanno scritto gli autori del rapporto.
In quale posizione si trova l’Italia?
A completare la top 10 sono la Svizzera (ottava), il Lussemburgo (nona) e la Nuova Zelanda (al decimo). Gli Usa si piazzano al 15esimo posto. Perde due posizioni l’Italia che rispetto all’anno scorso passa in 33esima posizione.
La new entry e… i meno “felici”
Scalzando la Francia dalla ventesima posizione, la Lituania è diventata l’unico nuovo Paese nella top 20. Il Paese baltico negli ultimi sei anni ha scalato costantemente la classifica, dal 52esimo posto nel 2017 al 20esimo attuale.
Delle 137 Nazioni analizzate, la meno felice in assoluto è l’Afghanistan (come nel 2022). Agli ultimi posti ci sono Libano, Sierra Leone, Zimbabwe, Congo.
In aumento la “gentilezza” in Ucraina, giù la Russia
Il dossier ha anche rilevato un forte aumento della “gentilezza” in Ucraina (che in classifica è 92esima), mentre in Russia (70esima) risulta in calo.
Uno dei redattori del rapporto, Jan-Emmanuel De Neve, ha messo in evidenza che in Ucraina, nonostante “l’entità delle sofferenze e dei danni” dopo l’invasione russa, c’è “un senso molto più forte di scopo comune, di bontà e di fiducia nei leader ucraini” rispetto all’indomani dell’annessione della Crimea da parte di Mosca nel 2014. Invece “la gentilezza è diminuita in Russia”, ha osservato, riferendosi ad atti come aiutare un estraneo o fare una donazione.
Cosa è cambiato rispetto al periodo pre-Covid
Il report sottolinea poi che nonostante la guerra in Ucraina e la pandemia, “varie forme di gentilezza quotidiana, come aiutare un estraneo, donare in beneficenza e fare volontariato, sono al di sopra dei livelli pre-Covid” in tutto il mondo per il secondo anno consecutivo.