1. IMMIGRAZIONE L’Europa e la questione dei rifugiati, gli stati membri che si divideranno i profughi in base alla rispettiva situazione economica e al tasso di disoccupazione, le risorse sul controllo delle frontiere esterne. Sono solo alcuni spunti che Papa Francesco lancia al Congresso in attesa di una risposta ferma sui diritti umani. In fatto di collasso e ondate migratorie da Messico a Stati Uniti, il papa ha parlato in passato di fenomeno “inumano”. E, mentre si firmano accordi per fermare l’esodo e aumentare gli aiuti europei alle agenzie dell’Onu e a paesi come Libano, Turchia e Giordania, il pontefice si rivolge ai leader europei e chiede loro di non trasformare il Mediterraneo in un “vasto cimitero”.
2. ABORTO E CONTRACCEZIONE La Chiesa Cattolica non ha cambiato opinione su tematiche come aborto e contraccezione: un feto non nato è sacro e va protetto, in quanto essere vivente. Papa Francesco si è limitato a criticare la Chiesa definendola “ossessionata” sia dall’aborto che dall’omosessualità. Ha inoltre fatto sapere che i preti dovrebbero assolvere le donne che confessano “il peccato dell’aborto”, concedendo loro il perdono di Dio. Rimangono custodite anche le parole usate all’interno della Humanae Vitae, l’ultima enciclica scritta da papa Paolo VI e pubblicata il 25 luglio 1968, atta a regolare la dottrina sul matrimonio. Dalla sua, Papa Francesco ha suggerito ai fedeli di non riprodursi “come conigli”, e ha evitato toni da proibizione sull’uso del condom, in particolar modo per evitare il diffondersi dell’AIDS.
3. MATRIMONI GAY E OMOSESSUALITÀ Spiega al Foglio il vaticanista Sandro Magister: “Wojtyla e Ratzinger sono stati due pastori determinati, anche per motivare episcopati a volte fragili, soprattutto in Europa. Oggi Bergoglio dice agli episcopati: ora che i frutti del secolarismo arrivano a maturazione, con il matrimonio omosessuale o con il diritto di eutanasia, la battaglia sui principi non negoziabili passa in secondo piano, almeno nell’aspetto della comunicazione”. Non a caso, il celebre “Chi sono io per giudicare” è uno degli slogan più in voga tra i fedeli che attendono di vedere il papa tra Washington e New York. Si levano i cartelli di “Who am I to judge?” con un arcobaleno di sfondo e, per la maggior parte delle comunità LGBT d’America, Papa Francesco è una boccata d’aria fresca.
4. LE DONNE E GLI ABUSI SESSUALI Papa Francesco resta irremovibile e dice di non poter accettare un ordine di preti donne. La donna non può guidare la congregazione vaticana, perché solo i cardinali, uomini ne hanno la capacità. Un sigillo inscalfibile, nonostante le critiche. L’unico tentativo di smarcare la Chiesa da un territorio ostinatamente maschio- centrico è il ripetere del papa che “le donne dovrebbero giocare un ruolo più grande all’interno della Chiesa stessa”. Ma, appunto, restano solo parole. Maggiori progressi, invece, dalla parte dei casi di pedofilia e relativa condanna. Prima la Commissione dell’ONU che richiede la rimozione immediata degli esponenti del clero colpevoli o solo sospettati di aver commesso crimini sessuali sui bambini, poi il mea culpa dei cardinali d’America. “La priorità della Chiesa davanti ai casi di abusi su minori non deve essere quella di evitare lo scandalo, ma di tutelare le vittime e riparare ai torti commessi”. Lo ha sottolineato Papa Francesco nella lettera inviata ai presidenti delle Conferenze Episcopali e ai superiori degli Istituti di vita consacrata, aggiungendo che “le famiglie devono sapere che la Chiesa non risparmia sforzi per tutelare i loro figli e hanno il diritto di rivolgersi ad essa con piena fiducia”. E sulla disponibilità a domandare perdono: “I Pastori e i responsabili delle comunità religiose siano disponibili all’incontro con le vittime e i loro cari”. Da qui l’iter che ha condotto il papa ad istituire la Commissione per la protezione dell’infanzia, affidata al cardinale Sean O’Malley e di cui fanno parte due vittime di abusi.
5. AMBIENTE E CAPITALISMO Al centro della “papacy” regna la questione del surriscaldamento del pianeta: “Non abbiamo mai ferito e maltrattato la nostra casa comune come negli ultimi due secoli” ha scritto Papa Francesco nella sua enciclica Laudato Sii, dove imputa all’uomo la catastrofe climatica causata da sovraconsumo e avidità. E su Twitter rilancia: “La Terra, la nostra patria, comincia a somigliare sempre più ad un ammasso di sporcizia”. Se a questo aggiungiamo un capitalismo sfrenato e la venerazione per il denaro, mentre l’occupazione diminuisce in tutto il mondo e le persone perdono la propria casa, le istituzioni dovrebbero interrogarsi sul senso del “nuovo colonialismo”. I conservatori americani hanno chiamato Papa Francesco “comunista”. E lui, a mezz’ora dal decollo, dopo aver raggiunto i giornalisti sul volo che lo porta a Washington, ha replicato: “Comunista io? Se è necessario che io reciti il Credo, sono disposto a farlo”.