Hai mai l’impressione di parlare al vento? O magari di essere fraintesa? O, ancora, di non riuscire a far capire al tuo interlocutore il tuo reale stato d’animo? Se la risposta ad almeno una di queste domande è sì, prova a chiederti se stai utilizzando nel modo corretto le cosiddette “parole gentili”, come “grazie”, “per favore”, “scusa”. Forse non ci hai mai pensato prima d’ora, ma l’impiego di questi termini può davvero fare la differenza in una relazione, indipendentemente dal fatto che sia intima o più formale.
Spesso non ce ne rendiamo conto, ma pronunciamo questi vocaboli con troppa parsimonia e qualche volta anche con un certo distacco, dimenticando il loro valore. Ecco allora una serie di “istruzioni d’uso” ad hoc su questo tema che possono tornarti molto utili.
Scusa
È forse la più “bistrattata” fra le parole gentili. Infatti, spesso, viene usata a sproposito, viene sottovalutata o non viene utilizzata affatto. Eppure, è davvero carica di significato ed è estremamente importante per dimostrarsi gentili e per far funzionare un rapporto.
Prova a pensarci: quante volte, di fronte a una tua mancanza, un tuo gesto inappropriato, una tua scortesia, riesci a chiedere “scusa”? Probabilmente poche. Scusarsi è uno dei gesti più difficili al mondo. Un po’ per orgoglio, un po’ per codardia, un po’ per superbia, un po’ per timore, quando si tratta di dirsi dispiaciuti per qualcosa si è come frenati.
Cerca di correre ai ripari allenandoti a pronunciare più spesso questo termine decisamente “magico”. Ricordati: “scusa” va bene quando fai un torto, anche involontario a qualcuno; quando dici qualcosa di poco adatto o carino; quando urti una persona o le fai male; quando commetti un errore o una dimenticanza.
Attenzione, però, a non cadere nemmeno nell’estremo opposto: c’è chi si scusa per qualsiasi cosa, anche quando telefona o scrive a qualcuno, esordendo con espressioni come “scusa se ti disturbo”. In questo caso, non serve scusarsi. Evita, quindi, di abusare di questo termine.
Grazie
Fra le parole gentili, “grazie” occupa un posto d’onore. Infatti, dimostra tutta la gratitudine che si prova per una frase, un gesto, un oggetto ricevuti e fa sentire l’altro importante e apprezzato. Lo dice anche il galateo del ringraziamento.
A patto di usarla con sobrietà e buon senso. Se ne abusi, infatti, finisci con lo svilirla. Per questo, non dovresti impiegarla, per esempio, per dare più colore a una email, troncare un discorso o toglierti da una situazione poco piacevole.
Impara a ringraziare in maniera autentica: quando cioè qualcuno ti ha rivolto un pensiero gentile; ti ha fatto un favore; ha mostrato un’attenzione particolare nei tuoi confronti; ti ha offerto il suo aiuto; ti è stato vicino. Un “grazie” vero e sentito ha il potere di rinsaldare un legame e di far sentire bene chi lo dice e chi lo riceve.
Per favore
Se vuoi che l’eleganza della gentilezza diventi anche per te una filosofia di vita e permei la tua quotidianità non dimenticare di inserire nel tuo repertorio un’altra delle parole gentili irrinunciabili: “per favore”.
Si tratta di un’espressione che troppo spesso rimane in sospeso a fior di labbra o che viene sovrastata dall’urgenza di fare/dire altro. Eppure, è necessaria perché trasforma il tuo “ordine” in una richiesta educata. Basta davvero aggiungere questi due vocaboli per apparire meno impositiva e più gentile e delicata? Assolutamente sì.
Allora, la prossima volta che chiedi a tuo figlio di passarti l’acqua, al tuo collega di rispondere al posto tuo al telefono, al tuo partner di raccogliere la borsa che ti è caduta non far finta di nulla, ma aggiungi un semplice ed efficacissimo “per favore”.
Come stai?
Le parole gentili sono le basi per incontrare l’altro, favorire uno scambio costruttivo e predisporre l’interlocutore a un ascolto attivo. Ecco perché quando chiedi a qualcuno “come stai?” – un altro must del bon ton comunicativo – non devi farlo per rompere il ghiaccio o per rispettare formali convenevoli. Fallo perché vuoi realmente conoscere la risposta.
Mettiti di fronte o vicino alla persona cui sei interessata, guardala negli occhi, falle un sorriso e ponile la tua domanda con un tono di voce caldo e sincero. E poi non voltarti dall’altra parte o distrarti, ma aspetta pazientemente la replica.
Non accontentarti di un semplice “bene”. Cerca di approfondire il discorso, magari parlando tu per prima di come ti senti, senza però forzare le cose: non devi risultare curiosa, pettegola o invadente, ma sinceramente preoccupata.
Prego
Ecco un altro termine che, esattamente come il “per favore”, tipicamente rimane sospeso, dimenticato chissà dove. Eppure, per il galateo è fondamentale tanto quanto le altre parole gentili. Se una persona ti ha appena ringraziato, è buona educazione ringraziare a tua volta.
“Prego”, “figurati”, “non c’è problema”, “è stato un piacere”, “non c’è di che” sono tutte espressioni che dovresti imparare a dire più spesso. Infatti, contribuiscono a rendere i tuoi discorsi più educati e cortesi e le tue relazioni più distese.
La prossima volta che ti ringraziano per un tuo gesto educato, un regalo, un favore, quindi, non dimenticarti di chiudere il discorso con una di queste frasi!