Avere la patente significa essere libere di muoversi senza chiedere il favore di essere accompagnate, non dover rifiutare un lavoro lontano da casa, uscire quando ne abbiamo bisogno, o voglia, indipendentemente dall’orario dei mezzi pubblici. In una parola, essere autonome. Tutte cose a cui una donna non vuole rinunciare, eppure sono ancora tante le giovanissime che decidono di non guidare.

Il Governo ha perfino stanziato un bonus patente, dedicato alle – e agli -under 35 che vogliano prendere l’abilitazione a guidare tir e camion.

Dove le donne rinunciano alla patente

Rinunciano a prendere la patente soprattutto nei piccoli centri. L’anno scorso, in Italia, hanno ottenuto la patente 278.931 ragazze dai 18 ai 21 anni (meno di 1 su 4) e 400.436 ragazzi (1 su 3). Non solo: su 10 neopatentati, di qualsiasi età, solo 4 sono donne, e in tante province si scende a meno di 3. Lo rivelano i dati del ministero dei Trasporti sui nuovi patentati del 2019, per sesso e provincia di residenza, che abbiamo elaborato.


In nessuna provincia c’è parità di genere tra i giovani alla guida. Isernia ha la percentuale di automobiliste più bassa, Nuoro la più alta


Meno donne con la patente nei piccoli centri

Paradossalmente è nei piccoli centri, dove i mezzi pubblici sono meno capillari, che le ragazze che prendono la patente sono in proporzione di meno: a Isernia – che detiene il poco lusinghiero primato – il 33%, a Vercelli il 36,5%, a Siracusa il 36,6%, ad Ancona il 36,7%, a Lecce il 37,2%, a Sondrio il 37,3%, a Mantova il 37,4%. In nessuna provincia d’Italia si arriva a un bilanciamento di genere: le città dove è più alta la percentuale di 18enni neopatentate sono Nuoro (44,6%), Sassari (43,9%) e Roma (43,7%).

Che le donne inizino a guidare più tardi? No, anzi: con l’aumentare dell’età, nel periodo della vita in cui solitamente ci si fa una famiglia, il divario cresce: fra i 31 e i 40 anni le neopatentate sono addirittura la metà degli uomini.

Perché le donne rinunciano alla patente

Spesso le ragazze pensano che la patente non sia necessaria. Quali sono le ragioni? La questione economica non è da sottovalutare: la patente costa, anche se è possibile abbattere le spese delle lezioni di teoria alla scuola guida studiando per conto proprio e sostenendo poi solo il quiz. Una donna su 4 fra i 25 e i 64 anni non studia e non lavora (contro 1 uomo su 5), indipendentemente dal livello di istruzione posseduto, secondo i dati Istat del 2019. Sembra una differenza minima ma, su 16 milioni di donne in questa fascia di età, si tratta di ben 4 milioni.

Le ragazze fanno meno incidenti degli uomini

Forse c’è anche una motivazione più sottile, psicologica e culturale: la paura di non essere all’altezza, il retaggio che guidare non sia “roba da donne”, la convinzione che non sia necessario specie se si ha un fidanzato. «Donna al volante, pericolo costante» ci hanno insegnato (i maschi). E invece no. I dati mostrano chiaramente che le donne fanno meno incidenti degli uomini. Un’ampia indagine effettuata in Belgio dal Vias Institute registra 10 decessi per 1.000 incidenti che coinvolgono una donna alla guida rispetto ai 19 su 1.000 fra gli automobilisti. E la probabilità che un uomo prenda l’auto dopo aver superato il limite legale di alcol è 4 volte superiore rispetto alle donne: nelle analisi effettuate dopo un incidente, solo il 5% delle guidatrici aveva superato il limite, contro l’11% degli uomini.