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Cara Chiara,
in questa rubrica si parla sempre di vita vera, di amore, di incontri, di scambi, di svolte che rendono possibile parlare di “prima” e di “adesso”. Ma se una persona non trova le coincidenze per incontrare questo amore, come fa? Se la sua esistenza non la mette nelle condizioni di intrecciare un’altra esistenza, deve rinunciare? O deve continuare a rompersi la testa e il cuore contro l’evidenza del fatto che rimarrà sempre e comunque da sola? Diceva Deepak Chopra che ognuno di noi, se vuole intensamente una cosa, deve creare le sue coincidenze. Sì, va bene, ma queste possono essere parole che intrappolano, nello stesso istante in cui danno speranza. Se una persona non ci riuscisse? Se non avesse amici, se non avesse amiche, se non avesse occasioni d’incontro? Come può trovare le sue coincidenze? Penso che, in quel caso, non le resterebbe altro che sognare quello che le manca. E però, mentre si ostina a sognare, annega nella sua solitudine che giorno dopo giorno non fa che allargarsi. Ci terrei tanto ad avere un tuo parere, perché naturalmente la persona in questione sono proprio io.

Anonima

Carissima Anonima,
credo poco nella sfortuna. O meglio: non sono d’accordo con chi mette nelle mani della sfortuna il suo destino perdendo, così, tempo e fiducia in se stesso. Credo, invece, che ciascuno di noi possa creare le sue piccole coincidenze. Non vuol dire pianificare al mattino delle strategie per incontrare l’amore, ma, più semplicemente, avere il coraggio di vivere tutto quello che c’è da vivere. Alzarsi dal divano per andare a una cena, anche se piove e non ci va di uscire. Prendere una strada nuova rispetto alla solita che va da casa al lavoro. Buttarsi nelle possibilità, insomma, e restare in movimento, curiosi di quanto succederà domani, fra un mese o fra 20 minuti, perché non si sa mai. Hai sentito parlare dell’effetto farfalla? Dice che un battito d’ali in Brasile può provocare un tornado in Texas. Ma chi fa mai caso a un battito d’ali? Nessuno, purtroppo. Dunque, invece di sognare quel che manca, presterei forse più attenzione a quello che c’è, Anonima, a ogni istante della vita, anche al più insignificante. Perché potrebbe essere proprio lì che si annida la possibilità di una rivoluzione.

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Disegno di Elisa Macellari