Ne abbiamo sempre parlato. Come credo sia normale tra amiche e – perché no – anche tra colleghe che lavorano insieme da una vita e che, oltre alla scrivania, condividono la quotidianità. Ma sulla domanda, diretta e un po’ sfacciata, «Tu quante volte lo fai?» avevo sempre avuto qualche remora. Anche perché, pensandoci bene, non avevo preso in considerazione che ci fossero “coppie bianche”, quelle cioè che non fanno quasi mai sesso se non per motivi di salute o per brevi periodi, per esempio dopo la nascita di un figlio. Invece mi sbagliavo. E l’ho capito quando due settimane fa, durante la riunione di redazione, una collega ha tirato fuori gli ultimi dati su questo tema, che hanno suscitato tra di noi molti commenti, qualche domanda e tanto stupore. Ma che parlano chiaro.

I dati ci dicono che in Italia le coppie non fanno sesso

Dall’ultimo rapporto Censis-Bayer sul comportamento sessuale degli italiani tra i 18 ed i 40 anni (parliamo di 14,4 milioni di persone), emerge che il 10,2% non ha rapporti sessuali (1,5 milioni) e il 6,3% ne ha ma non completi (907.000). Concentrandosi poi sulle coppie nella stessa fascia di età, il sito Incontri Extraconiugali ha rilevato che oggi quelle bianche sono 320.200: +15% rispetto al 2023 e +29% sul 2022. Ma questa “recessione sessuale”, come la chiamano gli esperti, non riguarda solo l’Italia.

Anche nel mondo non siamo messi bene

Un rapido sguardo ad altri Paesi conferma il trend. Negli ultimi decenni, in Gran Bretagna la frequenza media dei rapporti sessuali è scesa da 4 a 3 volte al mese. In Germania la percentuale dei giovani inattivi tra le lenzuola è passata dal 7,5 al 20,3%. E negli Stati Uniti è raddoppiata. Numeri convalidati anche da altri studi svolti in America già parecchi anni fa. Le ricercatrici Diane Donnelly ed Elizabeth Burgess hanno scoperto, in uno studio del 2008 che aveva lo scopo di esaminare la decisione di rimanere in una “relazione celibe involontaria”, che il 16% delle persone sposate non aveva fatto sesso nel mese precedente l’intervista.

I risultati del nostro sondaggio

Visto che l’argomento ci sembrava interessante, non ci siamo limitate ad analizzare i dati ufficiali ma abbiamo voluto lanciare un sondaggio sui nostri social per capire cosa ne pensiate voi. Innanzitutto: grazie per averci risposto in tantissime! Poi: i risultati hanno confermato l’interrogativo che ci ronzava in testa in riunione e da cui siamo partite per scrivere questa inchiesta. Assodato il fatto che il sesso senza amore può tranquillamente esistere (e ce lo confermate in oltre 7 su 10), sembra proprio che possa esserci anche l’amore senza sesso, come sostiene il 40,2% delle intervistate. E come mi racconta, durante il nostro aperitivo settimanale tra amiche, la mia ex compagna di università Matilde, 44 anni, sposata da 10, a cui, dopo un giro di Spritz, ho prontamente fatto le domande del nostro questionario.

Con Tommaso è quasi un anno che non lo facciamo. Ma mica per stanchezza, stress o altri problemi. Semplicemente, non ci va

Perché le coppie non fanno sesso?

Se le percentuali delle statistiche ufficiali sono piuttosto chiare, decisamente più sfocati appaiono i motivi reali di questa mancanza di sesso. I ricercatori e psicologi Bob e Susan Berkowitz nel loro libro L’amore bianco. Perché gli uomini non lo fanno più (e cosa ci puoi fare), edito da Piemme, illustrano i dati emersi dal sondaggio svolto su 4.000 intervistati (33% maschi, 67% femmine) e focalizzato su persone che si autoidentificavano come uomini che avevano smesso di fare sesso con le mogli e donne i cui mariti avevano smesso di farlo con loro. A tutti è stato fornito un elenco di 22 possibili ragioni. La prima per gli uomini (68%) è stata: «Non è abbastanza disinibita sessualmente per me». Per le donne (66%) invece: «Ha perso interesse e non so perché».

Il sesso ci annoia

Proprio l’interesse è uno dei nodi centrali del fenomeno. Me lo racconta anche Matilde durante il nostro aperitivo. «Siamo come quelle coppie che stanno insieme da 20 anni e che hanno perso il desiderio» dice. Ma perso dove? Perché? Per lo psicoanalista Luigi Zoja, autore del saggio Il declino del desiderio. Perché il mondo sta rinunciando al sesso (Einaudi), è colpa – anche – della troppa libertà che abbiamo acquisito. «Quando c’è un limite, si cerca di superarlo; quando non ci sono più limiti, tutte le curve tendono a discendere prima o poi».

E come succede per il cibo che oltre una certa quantità ci nausea (anche quello che ci piace di più come per esempio la cioccolata o il formaggio), così capita per il sesso, che è un istinto ed è plausibile abbia una soglia di saturazione

Il desiderio però va coltivato

Quell’interesse si può chiamare anche desiderio. «È una fase molto importante e delicata: crea uno spazio mentale per ciò che accadrà, o vorremmo che accadesse, quindi il corpo si mette in ascolto, si attiva» spiega Chiara Gregori, ginecologa, sessuologa e autrice di Per piacere. Piccola guida per una sessualità consapevole (Becco Giallo). «Ma va coltivato, come una pianta, perché il nostro corpo non cerca quello che diventa familiare. Ai miei pazienti dico spesso che il sesso è il giardino fiorito della coppia: bisogna imparare a conoscere le piante che non ci piacciono e quelle che invece ci fanno stare bene per prendersene cura e proteggerle. Anche perché spontaneamente non crescono».

L’importanza della fantasia

Per farlo è fondamentale coltivare la fantasia, che non è il “famolo strano”, ma la conoscenza del proprio piacere e la bellezza della sessualità. «Come diceva il poeta Giuseppe Ungaretti, dovremmo maneggiare il sesso come maneggiamo la lingua italiana nell’intento di trarne una poesia: possiamo o forse dobbiamo essere fantasiosi, sovvertendo la grammatica a volte, consapevoli che stiamo comunicando qualcosa di noi e toccando corde intime e preziose di chi è eventualmente coinvolto. Mai buttare giù versi a caso o con noncuranza. Sempre ambire a creare un piccolo capolavoro di bellezza» continua Chiara Gregori. Anche perché un sesso vissuto senza fantasia, senza voglia, senza quel senso di gioco, non è interessante, diventa performante e non aiuta ad attingere al sé e a capire che cosa ci fa stare bene. «È noioso, anche un po’ scomodo. E non fa vibrare il mio corpo» aggiunge sorridendo Matilde.

Il corpo non è più centrale

Ecco, il corpo è l’altro punto nevralgico, quando si parla di coppie bianche. «Oggi non viene più vissuto come centrale, è diventato qualcosa di separato da noi, un oggetto che si cerca di modificare continuamente per esibirlo, ma di cui non si è mai soddisfatti. I corpi sono descritti, sono belli, brutti, conformi o meno, ma non ascoltati» continua la sessuologa. E la colpa è anche della pornografia che, secondo l’esperta, andrebbe utilizzata a piccole dosi.

La pornografia fa terra bruciata nel nostro giardino della sessualità e non ci permette di conoscere cosa ci eccita veramente

La pornografia è nemica del sesso

Dello stesso parere è lo psicanalista Luigi Zoja: «Oggi la conoscenza della sessualità non avviene attraverso i corpi ma attraverso le immagini. Quelle pornografiche non sono più preparatorie all’incontro: Internet porta a un riempimento totale degli spazi della comunicazione. E anche a un riempimento della nostra mente, cioè del nostro apparato di desideri e di affettività» dice. Ma sconfiggere l’incompetenza del corpo si può, iniziando per esempio a raccontarsi a vicenda qualcosa che ci dà piacere. Non parliamo di gesti, carezze, posizioni a letto. «A me, per esempio, fa stare bene il cappuccino del mattino, caldo al punto giusto, con la schiuma chiara, il latte fresco e una bustina di zucchero di canna» confida l’esperta.

Questo semplice esercizio allena a fare lo “spelling” del piacere, è prezioso per tornare in contatto con il proprio corpo

L’amore senza sesso può esistere

Anche se molte di noi pensa(va)no quello che scriveva Alberto Moravia, cioè che ci può essere sesso senza amore, ma non amore senza sesso, dovremmo ricrederci. E non solo in virtù dei dati. «I pilastri su cui si fonda una coppia felice e solida sono tre: un buon erotismo, una buona intimità, intesa come supporto e vicinanza emotiva, e una buona progettualità» conclude Chiara Gregori. Escluso il primo, che nelle coppie bianche scarseggia, se ci sono gli altri due la relazione funziona. Eccome. Matilde ne è una dimostrazione.