C’è il rischio di innamorarsi, di ferire chi ci vuole bene, di passare una vita a rimettere insieme i cocci. Eppure anche le unioni che appaiono inossidabili, a volte si trasformano in un ménage a tre. «Non è sempre così» precisa Grazia Attili, docente di psicologia sociale all’Università La Sapienza di Roma e autrice del libro Il cervello in amore. Le donne e gli uomini ai tempi delle neuroscienze (il Mulino). «Ci sono persone che non tradiscono mai e altre che lo fanno una sola volta. Ma accade, perché al cervello non si comanda».

Scusi, che cosa c’entra il cervello?

«Eccome se c’entra. Anche se da sempre il cuore è il simbolo dell’amore, le ricerche raccontano un’altra storia: il batticuore che avvertiamo quando ci innamoriamo, ma anche quando veniamo travolti da una passione clandestina, è scatenato dalla dopamina prodotta a livello cerebrale. È grazie a questo ormone se ci sentiamo su di giri, pensiamo con ossessione a lui (o lei) e perdiamo l’appetito».

Ah, se restasse sempre così.

«Ma non può succedere. Perché con il passare del tempo, se il rapporto prosegue, il livello di questo neurotrasmettitore diminuisce per lasciare spazio ad altre sostanze che trasformano lo slancio iniziale in qualcosa di nuovo: un amore più profondo, intriso di tenerezza, che negli anni diventa un legame di attaccamento. Sono meccanismi nati all’origine della nostra specie per creare unioni forti e durature».

E spingerci alla monogamia?

«Esatto. A livello evoluzionistico, c’era uno scopo ben preciso: assicurare alla donna il supporto di un uomo. Altrimenti, non avrebbe mai potuto crescere una prole che, a differenza di quella degli altri animali, ha bisogno di anni di cure prima di diventare indipendente».

Allora come mai si tradisce?

«Perché l’amore deve fare i conti con le esperienze individuali, primo fra tutti il modo in cui siamo stati allevati. Di solito, chi ha avuto una mamma affettuosa è in grado di produrre da sé un livello di dopamina sufficiente a sentirsi appagato anche in un legame consolidato. Al contrario, le persone a cui è mancato questo attaccamento materno non ci riescono e perciò non accettano che una passione si consolidi in un sentimento più maturo. Si annoiano. Così sono sempre alla ricerca di un nuovo partner che tenga alta l’eccitazione».

Possibile che il senso di colpa non le fermi?

«Ma la dopamina fa davvero perdere la testa: oltre a dare euforia, spegne in parte l’azione della corteccia cerebrale, l’area che regola la capacità critica e fa rimanere attaccati alla realtà. Non solo. L’orgasmo stimola il rilascio di ossitocina, detta anche “ormone dell’amore”: produce un piacere così profondo che da quel momento si desidera solo ripetere l’esperienza che l’ha fatta innalzare».

Si può dire che il sesso è un carburante dell’infedeltà?

«Assolutamente sì. Più ne facciamo, più ci prende una voglia irrefrenabile di stare con il partner, ufficiale o clandestino che sia, fino a un punto di non ritorno in cui è impossibile interrompere la relazione. A livello inconscio chi tradisce sa che è così. Non a caso, se ci tiene alla relazione ufficiale, senza rendersene conto segue la regola del 3: mai più di 3 incontri con lo stesso amante. E mai più di 3 storie parallele di fila».

Rooney Mara e Ryan Gosling in "Song to song", il film diretto da Terrence Malick che racconta (anch

Rooney Mara e Ryan Gosling in “Song to song”, il film diretto da Terrence Malick che racconta (anche) di triangoli amorosi

Che cosa si cerca nell’amore fedifrago?

«Più o meno quello che si vuole da un rapporto alla luce del sole: la potenzialità di avere dei figli. Sembra assurdo, perché di solito l’ultima cosa che si desidera da un amante è una gravidanza, ma è un meccanismo inconsapevole. Noi donne, per esempio, siamo sempre attratte da uomini che sulla carta possano darci stabilità e che appartengano alla nostra sfera sociale».

E chi tradisce un marito amorevole per un amante inaffidabile?

«A guardare bene, quasi sempre l’altro ha qualcosa che il compagno di vita non possiede, per esempio la prestanza fisica o lo charme. Questo dimostra che la spinta profonda, e quindi impercettibile, resta quella di trasmettere le migliori caratteristiche possibili alle generazioni successive».

Tradiscono di più gli uomini o le donne?

«Non si può dire. Amiamo (e tradiamo) in modo diverso perché diverso è il nostro cervello. Quello maschile è più grande e anche le aree sensibili agli ormoni sessuali sono più vaste: per questo, gli uomini pensano più spesso al sesso nel corso della giornata e si eccitano più facilmente di fronte a un’immagine erotica».

E quello femminile?

«Possiede più collegamenti neuronali, soprattutto a livello del corpo calloso, la struttura che collega i due emisferi. Tutto ciò spiega come mai noi donne siamo più centrate sulle relazioni emotive. Infine, le donne producono naturalmente più ossitocina, che è anche l’ormone del contatto, e dunque danno più importanza ai gesti d’affetto».

L’infedeltà può servire a qualcosa di buono?

«Solo se una volta passata l’infatuazione ci si chiede: valeva la pena mettere a rischio un legame importante? Dopodiché bisogna capire dove quel rapporto non funziona più e, se lo si vuole recuperare davvero, imparare a guardare il partner con curiosità: perché seppure a volte sia difficile vederlo, anche lui, come noi, cambia ogni giorno».

Perché la nostalgia fa male

Non è una leggenda: quando un legame si spezza, le donne fanno più fatica a voltare pagina, anche se sanno bene che non funzionava più. Il motivo? A differenza degli uomini, basta il ricordo della persona amata per aumentare il rilascio di ossitocina, l’ormone della tenerezza e dell’attaccamento. Per questo, basta ascoltare una canzone o tornare in un luogo frequentato con lui, per scatenare il “mal d’amore”.

2 miti da sfatare

Il tradimento è imperdonabile «Quando lo si scopre, si è convinti che sia così. Perché si tratta di un dolore enorme, aggravato dall’orgoglio ferito. Ma è proprio questo star male che fa capire quanto l’altro sia ancora importante: una consapevolezza che aiuta a trovare la forza di perdonare» spiega Grazia Attili.

L’amore sfugge al controllo «È vero solo nelle prime fasi dell’innamoramento, quando le emozioni nascono spontanee. Ma una volta capito che si tratta della persona giusta, starci insieme è un atto di volontà» dice l’esperta. «Servono strategie per mantenere vivo un attaccamento che duri per sempre».