Non so voi, ma io pur vivendo in un appartamento dotato di balcone e provvisto di finestre con ampia vista sul mondo circostante, la mattina prima di uscire di casa non guardo più al di là dei vetri, e nemmeno mi azzardo a mettere il naso fuori. Afferro il mio smartphone e vado sulla App con l’icona del meteo (e non sono l’unico, visto che secondo l’Istat 48 milioni di italiani nel 2017 hanno controllato le previsioni del tempo sul web o in tv), che proprio ora, mentre scrivo le righe che voi state leggendo, mi dice: Torino. Soleggiato, 7 gradi. Ecco: adesso ne sono sicuro. A Torino stamattina c’è davvero il sole, e non fa troppo freddo. A dire la verità un po’ lo sospettavo, l’appartamento per dire è invaso dalla luce. Distolgo allora gli occhi dallo schermo e guardo fuori dalle finestre. Il cielo è effettivamente limpido, zero nuvole all’orizzonte. Bene. La realtà conferma l’informazione ricevuta. Tra poco, quando uscirò di casa, potrò evitare di indossare il piumino e optare per il giaccone.
Diventiamo più pignoli dei militari
Ora: avendo ormai passato, seppur da pochissimo, i 50 anni, ricordo bene le apparizioni televisive del mitico colonnello Bernacca, forse meno affascinante di Michelle Pfeiffer in Qualcosa di personale ma all’epoca assai autorevole, benché di tanto in tanto venisse smentito dai fatti. Il colonnello Bernacca, che di nome faceva Edmondo, predecessore dei vari Giuliacci e di Paolo Sottocorona, io da bambino lo vedevo in bianco e nero su un televisore Emerson.
Malgrado sia scomparso nel 1993 lo si può però ammirare ancora oggi, naturalmente su YouTube: «Forse mai come in questi giorni i bollettini meteorologici e le previsioni del tempo vengono seguiti con tanto interesse e, diciamolo, con una certa ansia» ripete a distanza di mezzo secolo Bernacca, in una registrazione che risale all’estate del 1968, stagione certo calda ma non come l’autunno che sarebbe seguito di lì a poco. Quanta lungimiranza. Eppure, se fosse vivo ancora oggi, il mitico colonnello potrebbe constatare come l’interesse e soprattutto l’ansia inerenti alle previsioni meteo siano cresciuti a dismisura rispetto ad allora.
Perché non si tratta solo di capire quali vestiti mettere in valigia per il prossimo weekend fuori porta o in occasione del ponte di Pasqua, cosa che implica “di default” la visita di siti come ilmeteo.it o meteo.it o 3bmeteo.it e il confronto tra le previsioni dei medesimi. No.
Non ci fidiamo più dei nostri sensi
Ho il più che fondato sospetto ormai di non essere il solo a controllare che tempo fa prima sull’apposita App e solo in un secondo momento dando un’occhiata al cielo sopra la mia testa. Come se il semplice fatto di accompagnare i bambini a scuola o andare al lavoro comportasse un’accuratezza in fatto di previsioni degna della pianificazione dello sbarco in Normandia o dell’offensiva delle Ardenne, operazioni rinviate o fissate nel corso della Seconda Guerra Mondiale proprio in base ai responsi dei colleghi del nostro Bernacca, che allora vestivano l’uniforme alleata o tedesca.
Ma soprattutto, come se della realtà non ci fidassimo più. Al punto che se per caso la famosa App ci dice che non sta nevicando ma invece nevica, siamo portati a pensare che non sia stata la App a sbagliarsi, giammai, ma piuttosto la neve: che inspiegabilmente si ostina a venire giù a dispetto del nostro smartphone. A me è successo pochi giorni fa. «Impossibile» mi sono detto mentre camminavo sotto la neve. «Deve senz’altro trattarsi di un’illusione ottica visto che secondo la mia App non sta nevicando».
Sta di fatto che tra noi patiti del meteo, categoria che non coincide necessariamente con quella dei meteoropatici, ci scambiamo addirittura informazioni sottobanco. L’ultima che mi è arrivata giusto l’altro ieri è che il solo sito davvero affidabile, anzi affidabilissimo, più ancora della sopracitata App, è quello del meteo di Stato norvegese, www.yr.no, dove pare che i satelliti sappiano dirti perfino se a un certo minuto di una certa ora pioverà in corrispondenza del balcone di casa tua, così che tu possa stabilire se sia il caso di mettere su la lavatrice per poi stendere i panni all’aperto oppure no. Mi pare dunque cosa buona e giusta il fatto che il 23 marzo qualcuno abbia stabilito di festeggiare la Giornata Mondiale del Meteo: la sola Giornata Mondiale fra le tante che unisca davvero tutti noi.