«Su TikTok spopola da tempo il trend delle “pick-me girls”: ragazze che, per ottenere l’approvazione maschile, si impegnano a dimostrare di essere diverse dalle altre, screditandole. Questa è una dinamica da cui bisogna uscire: noi donne siamo molto più di questo, proprio perché possiamo, se lo vogliamo, essere tutto questo insieme, senza limiti, senza dualismi. Possiamo essere sfrontate, gentili, accoglienti. Essere incoerenti, audaci, volgari, efficienti. Possiamo essere madri, come non esserlo, mettere abiti corti o scollati, non truccarci e poi decidere di agghindarci. Come del resto, sono e fanno gli uomini». A pronunciare queste parole è stata, durante una puntata delle Iene, la cantante Francesca Michielin. Subito dopo, diversi artisti hanno preso le distanze dal fenomeno delle “pick-me girls”. Ma di che cosa si tratta, precisamente?
Che cosa sono le pick-me girls
Le “pick-me girls” sono ragazze, ma anche donne adulte, che fanno di tutto per impressionare gli uomini. Però, non lo fanno indossando abiti che le rendano più attraenti oppure truccandosi. Su TikTok è pieno di ragazzine che sfoggiano abbigliamento da maschiacci, non si truccano oppure usano un make-up esageratamente stravagante. Mostrano di avere interessi “maschili”, praticano sport ritenuti da ragazzi, giocano a biliardo. Al di là dei look e degli atteggiamenti, quello che le accomuna è che sostengono di non essere «come le altre ragazze», che criticano animatamente.
Com’è nato il fenomeno delle pick-me girls
L’espressione “pick-me girl” è nata nel 2016 su Twitter, sotto l’hashtag #TweeLikeAPickMe, con il quale venivano prese in giro le guys’ girl, cioè quelle ragazze che già dopo pochi mesi di fidanzamento si considerano e si comportano come mogli. Negli anni successivi c’è stato un abbraccio impenitente all’ultra-femminile per quanto riguarda la moda e il make-up. Molte ragazzine amavano essere etichettate come “femminili”. Poi, nel 2022, l’espressione “pick-me girls” è stata “recuperata” dalla Generazione Z e su TikTok l’hashtag #PickMeGirl ha totalizzato oltre 2,2 miliardi di visualizzazioni. Le pick-me girls vanno oltre l’odio per il rossetto o la passione per lo sport. Nei video online si possono facilmente individuare per il modo in cui trattano le altre ragazze, specie quando sono in un gruppo con molti uomini: le sminuiscono, le criticano, sottolineano che loro sono diverse. Lo fanno per essere scelte dai ragazzi a che a loro piacciono e sia per farsi accettare dal gruppo.
Perché questo fenomeno è tossico
Nel tempo l’espressione “pick-me girls” è stata ampliata per includere tanti interessi diversi e frasi comuni. Oggi le pick-me girls possono essere sia le ragazze che indossano abitini attillati e sia quelle che vestono come maschiacci. L’importante è screditare le altre. Forse, però, non si rendono conto che questo atteggiamento di misoginia è un prodotto dello sguardo maschile e del patriarcato. Tutto nasce dal desiderio di impressionare e attirare l’attenzione degli uomini, senza la quale si sentono perse. Ma così finiscono per considerare tutte le ragazze, comprese se stesse, come opzioni per gli uomini, piuttosto che esseri autonomi e degni di sé. Si tratta di una forma di femminilità tossica che le spinge anche a giustificare gli uomini per il semplice fatto che sono uomini. Alla base del fenomeno delle pick-me girls c’è un profondo odio per se stesse, una misoginia interiorizzata dilagante e la necessità di una convalida maschile. Ma questa è una dinamica pericolosa, che sarebbe meglio mettere da parte. Meglio, piuttosto, imparare a essere se stesse, a piacersi così come si è e a vivere serenamente la vita che si desidera.