Le minorenni possono acquistare la pillola dei cinque giorni dopo senza ricetta. A stabilirlo, definitivamente, è una sentenza del Consiglio di Stato, dopo un lungo contezioso che aveva portato a un primo pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio, un anno fa, dopo il ricorso di diverse associazioni “Pro vita”.
Finisce il “braccio di ferro”
La sentenza del Consiglio di Stato pone fine, dunque, a un lungo “braccio di ferro”, iniziato con il ricorso presentato da diverse associazioni “Pro vita” contro la possibilità che anche le ragazze under 18 potessero assumere la pillola abortiva senza la prescrizione medica. Come si legge nella sentenza, l’eliminazione della ricetta non si pone «in contrasto con il diritto del minore ad una corretta informazione», né con «il diritto dei titolari della responsabilità genitoriale». Non solo: secondo i giudici il farmaco (in particolare EllaOn) “non deve essere confuso con il regime farmacologico usato per l’interruzione volontaria della gravidanza».
La pillola agisce prima dell’impianto dell’embrione
Questo significa che non si tratta di un vero e proprio aborto, come chiarisce ancora il testo: «Il meccanismo d’azione del farmaco è antiovulatorio, vale a dire che agisce prima dell’impianto dell’embrione. Nessuna violazione della normativa sull’interruzione volontaria di gravidanza è quindi configurabile».
Il parere del Consiglio di Stato, quindi, conferma quanto già stabilito dal Tar un anno fa, quando venne rifiutato il ricorso di alcune associazioni “Pro vita” contro l’Agenzia italiana del farmaco e Hra Pharma, azienda produttrice della pillola EllaOne. Le associazioni, infatti, miravano a reintrodurre la ricetta medica per la prescrizione della pillola dei cinque giorni.
Cos’è la pillola dei 5 giorni dopo
La pillola dei 5 giorni dopo permette di evitare un’eventuale gravidanza indesiderata dopo un rapporto a rischio. Nell’ottobre 2020 era stata l’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) a dare la possibilità di acquistarla senza ricetta anche alle minorenni. Il direttore Generale, Nicola Magrini, la commentava come «una svolta per la tutela della salute fisica e psicologica delle adolescenti». D’accordo l’Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto (Amica) e l’Associazione Luca Coscioni, mentre protestavano il Popolo della Famiglia (antiabortista) e l’Ace, l’Azione Cristiana Evangelica, che definivano la decisione dell’Agenzia del Farmaco «un via libera di fatto agli aborti». Da lì il ricorso al Tar, che è stato bocciato.
Come funziona la pillola dei 5 giorni dopo
Ma come funziona la pillola? Come può aiutare le adolescenti, che rappresentano le principali destinatarie del farmaco?
«Si tratta dell’ulipistral acetato (EllaOne), un farmaco di cosiddetta contraccezione di emergenza, che viene usato come antiprogesterone: in pratica agisce a livello ormonale, bloccando l’ovulazione e dunque impedendo di fatto la fecondazione» spiega Ettore Cicinelli, professore di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Bari e presidente della Società italiana di Ginecologia e Ostetricia.
La pillola dei 5 giorni dopo non procura un aborto
«La sua azione, quindi, è contraccettiva non intercettiva: non impedisce il blocco a impianto già avvenuto, quindi non serve a procurare un aborto, che invece può avvenire con altre modalità, sia farmacologiche differenti sia meccaniche e strumentali, in un secondo momento dunque quando è già iniziata una gravidanza» spiega l’esperto.
La pillola dei 5 giorni dopo si usa dopo un rapporto non protetto
Con il via libera dell’Aifa, con la determina n.988 dell’8 ottobre, anche le minorenni che sospettino o che abbiano avuto un rapporto non protetto e dunque a rischio di gravidanza indesiderata, potranno acquistare il farmaco senza la prescrizione medica né il consenso dei genitori.
I rischi per la salute sono rari
Ma ci sono rischi per chi assume la pillola? «No, gli effetti collaterali sono estremamente ridotti, è un prodotto molto sicuro. Lo stesso farmaco, seppure somministrato a dosaggi inferiori ma per periodi più prolungati, è stato ritirato dal commercio di recente per possibili problemi di epatotossicità, dunque a carico del fegato, ma si parla di effetti registrati su pazienti in terapie lunghe per fibromi e con altre comorbidità. I dati scientifici ci dicono, invece, che l’uso sporadico se non unico, non dà significativi rischi per la salute – spiega Cicinelli – Va comunque considerato che le altre modalità di interruzione di gravidanza oggi disponibili presentano rischi molto maggiori».
La pillola dei 5 giorni dopo è per le teenager
«È difficile dire quante siano le ragazze che ne fanno richiesta, perché sono dati che sfuggono. Molte si rivolgono, in piena emergenza, ai pronto soccorso e alle guardie mediche, o trovano il modo di procurarsi il farmaco anche senza autorizzazione dei genitori. Sono quasi sempre teenagers, dunque che rientrano in una fascia d’età a rischio, che non segue una contraccezione sicura, per diversi motivi, familiari, culturali, sociali» spiega Cicinelli.
È meno invasiva dell’aborto farmacologico
«Il vantaggio della pillola dei 5 giorni dopo è quello di impedire una gravidanza indesiderata in modo molto più sicuro e meno invasivo rispetto ad altri metodi, come l’aborto farmacologico o tramite raschiamento. Naturalmente è un tema che tocca aspetti etici e religiosi, che divide l’opinione pubblica» spiega Cicinelli.
Aiuta le ragazze sole nel momento critico
A spiegare le motivazioni della scelta è stato il Direttore Generale dell’Aifa, Nicola Magrini: «A mio avviso è uno strumento etico in quanto consente di evitare i momenti critici che di solito sono a carico solo delle ragazze».
Le gravidanze adolescenziali sono a rischio
In una nota l’Aifa precisa che la maggior parte delle gravidanze adolescenziali «non sono pianificate e molte terminano con un aborto. L’evento nascita nelle adolescenti si accompagna spesso a situazioni di rischio, connesse sia alla difficoltà della giovane madre di accedere ai servizi materno-infantili, sia a una serie di problematiche di notevole portata sul piano interpersonale e psicologico». Un riferimento alla condizione di dover rinunciare agli studi, alla necessità di trovare un lavoro e di doversi occupare di un figlio spesso senza poter contare un partner o un compagno stabile.