“Le farmacie non sono obbligate a tenere le pillole del giorno dopo e questo va contro i diritti delle donne e la riduzione del numero degli aborti”. Lo denuncia Emilio Arisi, presidente della Società medica italiana per la contraccezione, la Smic.
Che cosa prevede la nuova Farmacopea ufficiale
Spiega lo stesso ginecologo (e Federfarma conferma): “Il nuovo elenco dei medicinali da tenere obbligatoriamente in farmacia, varato nell’ambito della recentissima revisione della Farmacopea ufficiale, purtroppo non include una voce specifica dedicata ai farmaci per la contraccezione d’emergenza. Si prevede che il farmacista debba avere almeno uno dei farmaci della categoria ‘contraccezione ormonale’, ma dentro questa tipologia unica sono mischiatile pillole anticoncezionali ordinarie di uso quotidiano con quelli d’emergenza, con effetti e modalità di utilizzazione diversi. È come mettere insieme pere e mele, proponendo le une o le altre, come se fossero intercambiabili. Non è così”.
“Occasione mancata e freno alla riduzione degli aborti”
Incalza Arisi: “L’aggiornamento della Farmacopea, cosa di qualche giorno fa, è un’occasione mancata. Non sono state recepite le nostre richieste. Offrire alle donne la sicurezza di poter trovare in ogni farmacia un anticoncezionale d’emergenza, senza essere costrette a passare da una rivendita all’altra o dover prenotare un prodotto e attendere l’arrivo della confezione, rappresenterebbe un fattore importante per ottenere una efficace prevenzione e di conseguenza un ulteriore auspicabile calo delle interruzioni di gravidanza anche nei mesi e negli anni a venire. È stato dimostrato che l’efficacia della pillola del giorno dopo è tanto più elevata quanto più venga assunta a ridosso di un rapporto non protetto o non voluto. Lo stesso ministro della Salute, nelle ultime Relazioni pubblicate, ha sottolineato il ruolo dei farmaci di ultima generazione nella decisa riduzione degli aborti registrati nel nostro Paese”. Le interruzioni di gravidanza volontarie – ultimo dato disponibile – nel 2016 sono scese a 85mila, con una diminuzione di oltre 3 per cento rispetto al 2015.
Le richieste: “Pillola del giorno dopo in tutte le farmacie”
I ginecologi e i medici della Smic non si arrendono. “Le nostre richieste verranno riproposte al nuovo ministro della Salute, chiunque sarà, sperando in una maggiore sensibilità e apertura, nonostante l’aria che tira”. Non è tutto. Saranno rilanciate altre battaglie, sempre sul fronte della contraccezione e dell’estensione dei diritti. “Le donne maggiorenni – premette Arisi – possono acquistare la pillola del giorno dopo più efficace direttamente in farmacia o in parafarmacia, sempre che il prodotto sia disponibile, senza obbligo di ricetta. Le ragazze minorenni, invece, hanno ancora bisogno della prescrizione medica non ripetibile. Torneremo a fare pressione – annuncia il rappresentante dei camici bianchi – affinché anche le under 18 possano avere il farmaco senza ricetta”. E, ancora: “La pillola del giorno dopo dovrebbe essere gratuita, almeno per le giovanissime, se non per tutte le donne”.
“Importiamo il sistema francese: distribuzione a scuola”
Non solo. Le proposte guardano anche all’estero. Un esempio? “In Francia i farmaci per la contraccezione d’emergenza vengono distribuiti nelle scuole. È un’iniziativa da importare e imitare. Oltre ai vantaggi positivi sul piano umano e medico – sottolinea sempre Arisi – ci sarebbe un risparmio economico per il servizio sanitario nazionale, su cui gravano i costi delle interruzioni volontarie di gravidanza. Abbiamo calcolato che si recupererebbero dai 7 ai 10 milioni, risorse che potrebbero essere investite in campagne informative e nella prevenzione”.