Plastica al bando: le istituzioni Ue hanno approvato in via definitiva il divieto di commercializzazione e utilizzo di una serie di prodotti di plastica monouso, quelli che insieme costituiscono il 70 per cento dei rifiuti marini. Non solo. Hanno anche allungato la lista delle cose da eliminare, aggiungendo gli articoli di plastica ossi-degradabili (come sacchetti o imballaggi) e i contenitori per fast food in polistirolo espanso.

Plastica monouso: primo giro di divieti dal 2021

Lo stop alla vendita di questi e altri nemici dell’ambiente (posate, bastoncini cotonati, piatti, cannucce, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini, elenca un comunicato ufficiale) scatterà nel 2021 in tutta l’area Ue, dopo altri passaggi formali (a cominciare dai negoziati con il Consiglio europeo) e il recepimento delle direttive in materia da parte dei singoli Stati.

La battaglia (salvo inattese marce indietro) si combatterà anche su altri fronti, con scansioni temporali prefissate. Entro il 2025 in ogni nazione Ue dovrà essere ridotto il consumo dei prodotti in plastica per i quali non esistono alternative (ad esempio le scatole monouso per hamburger e panini e le bacinelle alimentari per frutta e verdura, dessert o gelati). Per altri contenitori fabbricati con materie plastiche (come le bottiglie per bevande) l’obiettivo fissato (sempre per il 2015) è il riciclo del 90 per cento dei pezzi recuperati, con l’implementazione della raccolta differenziata.

Guerra dichiarata anche ai mozziconi

Le misure di riduzione dovranno riguardare anche i rifiuti da tabacco, in particolare i filtri per sigarette: la massa delle micidiali “cicche” lasciate in giro dovrà essere dimezzata entro il 2025 e ridotta dell’80 per cento entro il 2030. «Un mozzicone – viene ricordato – può inquinare tra i 500 e i 1000 litri d’acqua e, se gettato in strada, può richiedere fino a 12 anni per disintegrarsi». Gli Stati della Ue, inoltre, saranno chiamati a  raccogliere almeno il 50 per cento degli attrezzi da pesca antiecologici abbandonati ogni anni  (pari al 27 per cento dei rifiuti che ammorbano le spiagge continentali) e a porsi come traguardo il riciclaggio di almeno il 15 per cento di questi “pezzi” entro il 2025.

I Paesi aderenti – ulteriore indicazione data dagli europarlamentari – garantiranno che i produttori di tabacco si facciano carico dei costi di raccolta dei rifiuti del loro settore, compresi il trasporto, il trattamento e la raccolta. Lo stesso vale per i produttori di attrezzi da pesca contenenti plastica, che dovranno contribuire al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

La top ten dei nemici del mare

Intanto le autorità europee hanno stilato una sorta di top ten in negativo, la classifica dei prodotti indistruttibili e dannosi che insidiano e soffocano arenili, scogli, litorali. I dieci prodotti che si trovano più frequentemente in riva al mare sono:

bottiglie e tappi

mozziconi di sigaretta

cotton fioc (al bando dal 2021)

pacchetti di patatine, carte di caramelle

assorbenti igienici

buste di plastica

posate e cannucce  (messe al bando)

coperchi di tazze e di bibite

palloncini e bastoncini di palloncini (questi ultimi messi al bando, sempre dal 2021)

contenitori di cibo (inclusi quelli da fast food)


Gli impegni del ministero dell’Ambiente italiano

Sugli stessi temi il ministro italiano dell’Ambiente – Sergio Costa, indipendente indicato dal Movimento Cinque Stelle –  ha stilato una proposta di “legge Salvamare”. L’iter in Parlamento, annunciato inizialmente per l’estate 2018, dovrebbe essere avviato l’anno prossime. In contemporanea saranno discusse  nuove disposizioni su agevolazioni per gli imprenditori che ridurrano gli imballaggi e per i consumatori che acquisteranno prodotti green. «Rendere plastic free l’Italia – ha detto e ripetuto il rappresentante del Governo – è stato uno dei miei obiettivi prioritari sin dal mio insediamento».

E ha cominciato lui a dare il buon esempio. Nel suo dicastero ha fatto introdurre alcune misure per ridurre la plastica monouso: l’installazione di erogatori di acqua naturale o frizzante, la fornitura gratuita ai dipendenti di borracce in alluminio riciclato per consumare l’acqua alla scrivania, la sostituzione dei bicchieri di plastica con quelli di carta, l’utilizzo di palettine di legno per girare il caffè. «A partire dal primo ottobre 2018 –  è l’ultimissima novità – i distributori di bibite e alimenti non offrono più prodotti confezionati con plastiche monouso, fatta eccezione per alcuni alimenti, in forza delle disposizioni di legge in materia di confezionamento».

Divieti già in vigore in alcune località turistiche

In singoli comuni e in aree turistiche, in attesa di normative europee e nazionali, sono state emesse disposizioni ad hoc. Dopo le Tremiti e Lampedusa, ad esempio, è arrivata Salina. Pure la sindaca di Malfa, Clara Rametta, ha firmato un’ordinanza per vietare la vendita e l’utilizzo di stoviglie monouso e sacchetti in plastica, da sostituire con prodotti gemelli di materiale biodegradabile e compostabile.