Negli ultimi tempi, le spatole da cucina di plastica nera sono finite sotto la lente d’ingrandimento della comunità scientifica e dei media. Un recente studio ha suggerito che questi utensili potrebbero rilasciare sostanze chimiche potenzialmente dannose negli alimenti, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza del loro utilizzo. Tuttavia, un errore di calcolo nei dati ha ridimensionato l’allarme. Cerchiamo di capire meglio la situazione e se c’è davvero motivo di preoccupazione.
Il problema della plastica nera
La plastica riciclata tende ad avere un colore poco uniforme e poco attraente, motivo per cui spesso viene colorata con pigmenti neri, come il nerofumo. Tuttavia, questo pigmento rende difficile il riconoscimento della plastica nei centri di riciclaggio, complicandone la separazione e il riutilizzo. Questo ha portato alcuni produttori a utilizzare plastica nera proveniente da rifiuti elettronici, come vecchi computer e televisori. Questi materiali, spesso trattati con ritardanti di fiamma per prevenire incendi, possono contenere sostanze chimiche tossiche vietate in molti Paesi.
La ricerca sulla plastica nera
Uno studio pubblicato sulla rivista Chemosphere ha analizzato 203 prodotti in plastica nera, tra cui utensili da cucina, contenitori per alimenti e giocattoli, rilevando la presenza di decabromodifenil etere (BDE-209), un ritardante di fiamma noto per la sua persistenza nell’ambiente e i suoi potenziali effetti nocivi sulla salute umana. Gli autori avevano inizialmente stimato che l’esposizione giornaliera a questa sostanza attraverso utensili da cucina potesse raggiungere livelli prossimi al limite di sicurezza raccomandato dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti (EPA).
Un errore che cambia la prospettiva
Successivamente, si è scoperto che i ricercatori avevano sovrastimato i valori di un fattore 10, portando l’esposizione effettiva a meno di un decimo del limite raccomandato. Sebbene l’errore abbia ridimensionato l’allarme, la questione sollevata dallo studio rimane rilevante: la plastica riciclata usata per prodotti a contatto con gli alimenti deve essere adeguatamente controllata per garantire la sicurezza dei consumatori.
Utensili in plastica nera, sono da buttare?
Non è necessario gettare via tutti gli utensili in plastica nera, ma è consigliabile prestare attenzione alla loro provenienza e uso. Gli esperti suggeriscono che il problema più grande riguarda il riciclo incontrollato di plastiche contenenti sostanze chimiche dannose. Inoltre, per ridurre il rischio di contaminazione, è opportuno evitare di esporre questi utensili a temperature elevate, come accade quando si utilizzano in padelle molto calde o in microonde.
Le microplastiche e i PFA
Sebbene la questione delle spatole nere abbia destato clamore, esistono minacce ben più insidiose legate alla plastica. I cosiddetti “forever chemicals” (PFA) sono sostanze chimiche utilizzate in molti prodotti, dagli imballaggi alimentari ai cosmetici, e si stanno accumulando sempre più nel corpo umano. Anche le microplastiche, rilasciate nell’ambiente attraverso il lavaggio dei tessuti sintetici, rappresentano una fonte di contaminazione crescente, con effetti ancora poco chiari sulla salute.