Probabilmente non c’è niente di più visuale, beh, della pornografia. Ma il piacere, si sa, è qualcosa che attiva tutti i sensi, non solo i più scontati, come la vista e il tatto. Puntano tutto sull’udito le nuove piattaforme come Quinn o Dipsea, che mettono a disposizione degli utenti dei veri e propri podcast – divisi per genere, orientamento sessuale, livello di “sexytudine” – pensati per eccitare chi li ascolta.
In America è già tendenza
E non solo certo le uniche! Ci sono infatti anche Girls on the Net, che inizialmente era un sex blog ma che si è trasformato nel tempo un sito che raccoglie illustrazioni, romanzi erotici e, da poco, anche contenuti odio a sfondo, naturalmente, pornografico. Poi c’è Ferly, che si presenta come «la tua guida alla mindfulness nel sesso» ed è anche un app da scaricare sul telefono.
Ci sono anche Bijoux Indiscrets, che è un marchio che produce sex toy che sul suo sito offre la possibilità di navigare la sua Orgasm Sound Library, ovvero una raccolta audio di orgasmi di sconosciuti, e Bawdy Storytelling, che raccoglie invece storie che parlano di sesso, differenze di genere, kink e rapporto con il corpo (organizzano anche incontri live con gli autori).
Spesso sono contenuti pensati da e per le donne
Come segnala il New York Times, la cosa più interessante del fenomeno è il fatto che spesso queste piattaforme sono create da donne e sono pensate per rispondere alle esigenze di un pubblico che è prettamente, anche se non del tutto, femminile. È il caso di Caroline Spiegel, 22enne tra le fondatrici di Quinn, che ha scelto di concentrarsi sugli audio erotici perché «Con me il porno tradizionale non ha mai funzionato, è troppo voyeuristico, troppo letterale». Al contrario ascoltare, magari in cuffia, una storia ad alto potenziale erotico «lascia più spazio alla soggettività e all’immaginazione. E si può ascoltare ovunque», ha spiegato. Su Quinn si possono trovare diversi tipi di storie: dalla “guida” alla masturbazione al racconto letterario, fino alla scena hot recitata da attori.
Gina Gutierrez, 29enne fondatrice di Dipsea, è convinta che il «la pornografia visiva sia più adatta agli uomini» e che «il miglior sesso si nasconda dentro altri contenuti»: ne sono un esempio alcune serie tv, come Outlander e Fleabag, che hanno mostrato ai telespettatori che il sesso è una cosa reale, che può avere moltissime sfumature ed è molto distante dalla versione riduttiva e spesso maschio-centrica del porno classico. Come fa poi notare Sarah, la blogger di Girls on the Net che preferisce non rivelare il suo vero nome, l’audio-porno cresce in popolarità anche perché oggi c’è un pubblico che vuole consumare contenuti pornografici senza affiliarsi ai lati più oscuri di quest’industria, come quello dello sfruttamento dei performer. «È più etico. Sempre più persone cercano contenuti porno su siti indipendenti e vogliono pagare per quei contenuti, esplorando diverse soluzioni come l’audio». Non ci rimane che ascoltare, nell’attesa dei primi podcast erotici in italiano!