Lui, lei, l’altro. E magari anche l’altra. Tutto alla luce del sole, senza bugie o sotterfugi. A prima vista sembra una trama da commedia romantica, invece è il poliamore, o polyamory, come lo chiamano nei Paesi anglosassoni, dove è sempre più diffuso.
«Negli ultimi anni ha iniziato a vedersi anche da noi» dice Marinella Cozzolino, dell’Associazione Italiana di Sessuologia Clinica. «In fondo, per tante persone la monogamia è sempre stata una forzatura, anche se nessuno aveva il coraggio di ammetterlo: meglio una storia clandestina e fingere di essere fedeli al partner ufficiale. Oggi, invece, le coppie parlano più onestamente dei loro desideri, anche di quelli che un tempo erano inconfessabili. E, così, qualcuno arriva a pensare insieme al partner di aprire la relazione ad altri».
Certo, è una visione decisamente alternativa rispetto al legame tradizionale, ma forse non tanto lontana dalla nostra natura. Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non si è fatto la domanda: «E se la mia “metà della mela” fosse più d’una?».
Non è una semplice avventura
Prima di scandalizzarsi, bisogna capire in cosa consiste. «Il poliamore non è il flirt di una sera o una passione sessuale fine a se stessa» spiega Michela Rosati, psicologa e psicoterapeuta di coppia. «Quasi sempre si tratta di relazioni durature, intense, dove il collante sono prima di tutto i sentimenti. Chi lo sceglie, lo fa perché si rende conto che si sente completo e appagato solo grazie alla presenza nella vita di due persone. Ha bisogno di entrambe visto che di ciascuna ama aspetti diversi, che di solito si completano fra loro».
Può succedere che con un partner una donna sia riuscita a costruire una famiglia e con un altro scopra una grande intesa intellettuale che non potrà mai avere nel primo rapporto. Non si tratta di un tradimento quindi: la parola infedeltà per i poliamorosi non ha senso.
«Si esce dall’idea dell’amore come sentimento limitato, per cui se una persona si divide tra due partner, significa che dà 50 a uno e 50 all’altro» aggiunge Marinella Cozzolino, sessuologa. «In fondo, ognuno di noi è nato all’interno di un triangolo sentimentale perfetto: fin dall’infanzia, ha amato in modo totale sia la mamma sia il papà, senza togliere nulla a nessuno dei due. È questa la sfida dei poliamorosi: riproporre quel concetto primordiale di amore infinito».
Quando il poliamore rende felici
La formula del poliamore non è la via d’uscita per una coppia già in crisi. Anzi, è vero il contrario. Per far funzionare questo tipo di storie bisogna parlare (tanto), prestare (molta) attenzione ai momenti e agli spazi che si dedicano alle diverse relazioni e avere la forza di rispettare nel tempo le regole stabilite.
«Aprire la coppia senza intaccarne l’armonia rinsalda una complicità che doveva essere già molto forte» dice la psicoterapeuta Michela Rosati. E in alcuni rapporti, soprattutto se di lunga data, può diventare un modo anche per riaccendere la voglia di stare insieme e il desiderio. «Dopo anni passati in due è normale sviluppare quell’involontario senso del possesso che fa pensare: “Ormai è mio e nessuno me lo tocca”» spiega Marinella Cozzolino. «Sapere che il partner vede un’altra, invece, spariglia le carte. E il nuovo arrivato, o la nuova arrivata, può fare perfino da tensore erotico, rendendo l’unione più intensa».
Quando il poliamore fa soffrire
Detto così sembrerebbe che l’open love sia la formula della felicità amorosa. In realtà non è certo una relazione per tutti. «Quando si parla di rapporti sentimentali, il rischio di farsi male è sempre dietro l’angolo» avverte Michela Rosati. E quello del poliamore può essere un equilibrio fragile che regge al meglio in certi passaggi della vita ma che viene rimesso in discussione in altri.
«Puo succedere se lui ha un’altra e lei non ha nessuno. Oppure all’arrivo di un nuovo partner. A parole si è chiarito tutto eppure uno dei due può venire sopraffatto all’improvviso dalla gelosia ». Insomma non è detto che la scelta del poliamore sia per sempre. C’è anche chi tenta e, poi, fa un passo indietro. «Una mia coppia di pazienti ha provato ma poi lui ha capito che la monogamia, per quanto noiosa, era la soluzione migliore e sono ritornati a una relazione esclusiva ma più solida di prima» racconta la psicoterapeuta Michela Rosati. «In realtà già arrivare a discutere insieme al partner di poliamore fa bene alla coppia perché toglie quella patina di ipocrisia che può avvolgere le relazioni».