La notizia era nell’aria, ma le dimissioni di Nicola Sturgeon da premier scozzese lasciano gli “Scots” con molti interrogativi. Uno in particolare: che ne sarà del processo di indipendenza dalla Gran Bretagna? Da parte sua, il primo ministro britannico Rishi Sunak ha ringraziato in un tweet la Sturgeon “per il suo servizio di lunga data”.
“La politica mi dà repulsione”
La Sturgeon, figura di spicco del movimento separatista, ha dichiarato: “La politica è brutale e ormai mi dà repulsione”. Le dimissioni della leader del Partito Nazionale Scozzese seguono di circa un mese quelle di un’altra donna premier, la neozelandese Jacinda Ardern, che aveva dichiarato: “Sono umana. Diamo tutto ciò che possiamo il più a lungo possibile e poi arriva il momento. E per me è questo il momento”.
Prima donna premier scozzese
Nicola Sturgeon è stata a capo del Governo autonomo di Edimburgo per oltre otto anni. “Il tempo di lasciare è ora, anche se molti nel Paese e nel partito pensano sia troppo presto”, ha detto la numero uno del partito indipendentista dell’Snp ricordando “con orgoglio” di essere stata la prima donna a rivestire l’incarico e la più longeva leader della Scozia. Le sue dimissioni diventeranno esecutive non appena lo Scottish National Party eleggerà un successore, anche se trovare una figura altrettanto carismatica non sarà facile.
Tensioni crescenti con Londra
La Sturgeon, 52 anni, ha dovuto affrontare crescenti tensioni con il governo britannico in merito al processo per l’indipendenza scozzese. Lo scorso novembre, la Corte Suprema del Regno Unito ha negato alla Scozia di poter convocare un secondo referendum sulla propria indipendenza senza il via libera del Parlamento di Londra. Nel 2014 si era svolto il primo referendum: i “no” avevano vinto con il 55,30% dei voti.
La controversa legge sul gender
Di recente Westminster ha bloccato una legge scozzese intesa a consentire alle persone trans, a partire dai 16 anni, di cambiare il proprio genere legale senza una diagnosi medica, semplicemente con un’autocertificazione. Secondo i sondaggi, la maggioranza degli scozzesi ha sostenuto la decisione del governo britannico di bloccare la proposta.
I motivi personali della premier scozzese
Ma dietro la decisione di lasciare, la first minister ha specificato anche motivazioni personali. Ha confessato di non riuscire più a mettere tutta la sua energia nel lavoro: “Dare assolutamente tutto di te stesso a questo lavoro è l’unico modo per farlo”, ha detto la premier che ha sottolineato la difficoltà di condurre una vita privata, anche solo per “incontrare gli amici per un caffè, fare una passeggiata da soli o per veder crescere un nipote”.
“Sono un essere umano”
“Sono un essere umano, – ha detto la Sturgeon – e ogni essere umano ogni giorno combatte con emozioni contrastanti, ed è quello che ho fatto io dall’inizio dell’anno”. “Ogni mattina mi alzo e cerco di convincermi di avere la forza di andare avanti, ma poi mi rendo conto che forse non è così“, ha continuato con parole che ricordano quelle pronunciate da Jacinda Ardern nell’atto di gettare la spugna e lasciare la politica.
La successione della premier scozzese
Annunciando le sue dimissioni come prima ministra, Nicola Sturgeon non lascia “nessuna chiara strategia per l’indipendenza”, ha dichiarato l’ex premier scozzese e predecessore della Sturgeon, Alex Salmond. “Ci sono
due questioni ora”, ha dichiarato Salmond. “La prima è che il movimento è rimasto senza una chiara strategia per l’indipendenza. In secondo luogo, non esiste un ovvio successore. Ci sono una serie di persone capaci nel Partito, ma ora saranno messe alla prova nel fuoco della leadership, ereditando una serie di serie sfide politiche del governo”.