Nati tra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta. “Pigri, coccolati, narcisisti e superficiali”, ma anche “pragmatici e ottimisti”. Attitudini e caratteristiche di una generazione, quella dei Millennials, che il Times già una decina d’anni fa metteva a fuoco in un articolo a firma di Joel Stein.

Chi sono i Millennials

La “Me Me Me Generation“, individualista e concentrata su di sé, capace di adattarsi molto rapidamente a un mondo che altrettanto rapidamente si modifica: “ottimisti, fiduciosi e pragmatici”. In poche parole… “Quelli che ci salveranno“.

Un’affermazione, quest’ultima di Stein, quanto mai attuale e che trova riscontro nella realtà dei fatti. Pensate ad esempio alle giovani donne che attraverso il loro impegno si sono messe in gioco in termini di partecipazione concreta alla vita sociale e politica.

Le Millennials in politica

Millennials che scardinano la vecchia concezione di politica tutta al maschile. Guardate a Sanna Marin, 37 anni, finlandese, la più giovane donna capo di governo al mondo (quando eletta nel 2019), tornata recentemente a difendere il suo diritto di libertà alla vita privata dopo le polemiche sui party organizzati a casa. O a Jacinda Ardern, classe 1980, premier neozelandese che ha da poco lasciato l’incarico perché priva di energie e desiderosa di dedicarsi finalmente alla sua bimba.

Facce di una stessa medaglia, donne che fanno politica e la fanno bene, con passione, mostrando se stesse e la loro fragilità. Dalla Marin alla Ardern fino a Romina Pourmokhtari ecco chi sono le politiche Millennials del momento…

Sanna Marin, la Millennial finlandese

Finlandese, nata nel novembre 1985, Sanna Marin è il più significativo esempio di politica Millennials. Ministro capo del suo Paese dal 2019, ha alle spalle un’infanzia tutt’altro che facile, segnata da difficoltà economiche e dall’alcolismo del padre. Cresciuta con due mamme (la madre naturale ha iniziato una relazione con un’altra donna dopo la separazione dal marito), ha lavorato come commessa per pagarsi gli studi. Ha affermato di essere entrata in politica per influenzare il modo in cui la società vede i suoi cittadini e i loro diritti.

Travolta lo scorso luglio dallo “scandalo” dei video durante una serata a base di alcol e balli scatenati, organizzati nella sua residenza di Kesaranta, è recentemente tornata a difendere il suo diritto a divertirsi.

Parlando con i giornalisti ha affermato: “Non ho perso un solo giorno di lavoro. Voglio credere che le persone guarderanno a ciò che facciamo al lavoro piuttosto che a ciò che facciamo nel nostro tempo libero. Non ho mai lasciato un singolo compito incompiuto. Sto imparando. Ma sto facendo il mio lavoro bene come ho fatto fino ad ora. Sto pensando all’Ucraina e sto facendo il mio lavoro”. Carisma e intelligenza di una Millennial a cui piace pensare per la propria gente e che ha conquistato consensi e sostegno non solo dal suo Paese d’origine.

Jacinda Ardern

Jacinda Ardern, la Millennial neozelandese

Hanno fatto il giro del mondo le parole di Jacinta Ardern, la 42enne premier neozelandese che ha annunciato di dover lasciare la guida del Paese: “Sono umana, non ho più energie“.

Sulle sue spalle la difficoltà di un mandato iniziato nel 2017 e carico di sfide a livello nazionale e internazionale. Dal tragico assalto alle moschee di Christchurch all’eruzione del vulcano di Whaakari fino alla ferrea gestione della pandemia con tanto di plauso dell’Oms per la gestione dell’emergenza sanitaria.

Elogiato capo di governo, ma anche moglie e madre (è il secondo capo di governo dopo Benazir Bhutto a partorire durante la carica) è applaudita dopo le sue parole d’addio per il coraggio di aver fatto un passo indietro e volersi riprendere lo spazio negato al compagno e alla piccola figlia Neve, 4 anni.

Romina Pourmokhtari, la Millennial svedese

“È un bene che io appartenga a una generazione che si preoccupa del cambiamento climatico di fronte ai nostri occhi, e vuole davvero cambiare le cose”. Parole di Romina Pourmokhtari, 27 anni, dal 2022 ministra dell’Ambiente in Svezia, la più giovane di sempre nel Paese scandinavo.

Figlia di rifugiati iraniani, fuggiti dopo la rivoluzione islamica del 1978-1979, ha ereditato dal padre la passione politica, impegnandosi fin da giovanissima nel movimento che lotta contro il cambiamento climatico, ma anche alla causa del femminismo.

Romina Pourmokhtari

Nel 2022 è uscito il suo primo libro, un’autobiografia in cui ripercorre la sua infanzia alla periferie di Stoccolma e le sue estati trascorse in Iran. Si parla di esclusione e classismo, sessismo e razzismo, in una biografia che incoraggia l’empowerment femminile e la possibilità di cambiare il mondo grazie a un impegno politico attivo.