Olte a battersi per la parità di genere con numerosi progetti volti a rimuovere per noi donne gli ostacoli alla carriera, il gruppo Poste Italiane è impegnato nel sostegno dei valori della diversità e dell’inclusione attraverso l’adozione di meccanismi societari, organizzativi e gestionali improntati al rispetto dei diritti e della libertà delle persone. Tre le direzioni fondamentali, in cui Poste si sta muovendo: promuovere strategie integrate a favore del dialogo intergenerazionale, favorire l’inserimento e una qualità del lavoro adeguata a persone con disabilità di tipo sensoriale, motorio o cognitivo e favorire la contaminazione di culture ed esperienze differenti.
Il fascino della divisa
C’era quella severa, lunga fino alle caviglie con l’immancabile borsa a tracolla, il tailleur con la gonna a tubino e la giacca maschile fino ad arrivare all’ultima dai colori fluo e i tessuti hi-tech. «La storia delle divise dei postini riflette da vicino la moda di ogni momento storico: hanno accompagnato l’evoluzione sociale ma soprattutto l’emancipazione femminile, avvenuta dopo la Prima Guerra, quando la donna si è trovata a dover sostituire l’uomo in molte attività lavorative»a spiega Sofia Gnoli, docente d storia della moda. Dall’Unità d’Italia a oggi, le Poste hanno sempre racchiuso, (anche) nelle divise, un’immagine forte, coerente con il periodo in cui venivano utilizzate. Un’immagine a cavallo tra tradizione e modernità.
La Storia d’Italia in 13 role model
Dall’eredità planetaria di Maria Montessori al volto immortale di Anna Magnani, passando per il Nobel a Grazia Deledda: la produzione filatelica ha esaltato da sempre le icone dell’emancipazione e i loro successi in campo culturale, sociale e artistico.
I francobolli dedicati alle donne
È vero che la parola “francobollo” è maschile, tuttavia la “timbratura” è femminile, come pure la “lettera”, la “missiva” e la “cartolina”: insomma, il vocabolario della Posta è donna e suggerisce un percorso da seguire, quello dell’emancipazione femminile attraverso le rappresentazioni iconografiche dei cosiddetti valori bollati.
A cominciare da quello dedicato a Eleonora Duse (emesso nel 1958 per il centenario della nascita), la Musa del poeta D’Annunzio, passando poi per il volto sorridente di Nilde Iotti, prima presidente della Camera donna che diede alla politica una spinta moderna, lavorando a favore del divorzio, strumento prezioso per garantire la libertà femminile fino ad arrivare a quello con Maria Montessori, tra le prime donne a laurearsi in Medicina, cosa che la portò a educare come pedagogista e neuropsichiatra infantile prima, e come filosofa e scienziata poi molti futuri italiani col metodo che mise a punto e che l’ha resa famosa nel mondo.
E tra i volti “noti” a viaggiare sulle buste della nostra corrispondenza non poteva mancare la signora delle stelle, la grande scienziata e divulgatrice Margherita Hack che è stata anche la prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico.