L’ipertrofia prostatica benigna (l’ingrossamento della prostata) non interessa solo gli uomini anziani. A dirlo per la prima volta è uno studio appena pubblicato che ha coinvolto 2.000 uomini intervistati nelle sale di aspetto degli ambulatori di urologia: in tre casi su dieci i primi segnali del disturbo compaiono tra i 30 e i 40 anni e un italiano su dieci è in cura prima dei 50.
I sintomi
Frequente stimolo a urinare di giorno e di notte, sensazione di non svuotare mai completamente la vescica, calo del flusso dell’urina. Sono i sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna, un disturbo causato da un ingrossamento della prostata, cioè della ghiandola posta sotto la vescica e avvolta intorno all’uretra, il canale che porta all’esterno l’urina. Se si interviene ai primi segnali può bastare cambiare stile di vita, come dimostra questa nuova ricerca. Altrimenti, ci vogliono i farmaci e, nelle fasi avanzate, la chirurgia.
Le nuove case dell’ingrossamento della prostata
La bella notizia è che da questa ricerca sono emerse nuove cause del problema che si possono prevenire. «Incrociando i dati, abbiamo scoperto che l’aumento di volume della ghiandola non è legato solo all’invecchiamento ma anche allo stile di vita errato» dice Vincenzo Mirone, direttore del dipartimento di Urologia all’università Federico II di Napoli e tra gli autori dello studio. «Ora bisogna capire i meccanismi alla base della relazione tra alimentazione inadeguata, sedentarietà e ipertrofia prostatica».
L’alimentazione giusta
Scegliere i cibi giusti è di grande aiuto per prevenire l’ipertrofia prostatica. I più efficaci sono quelli che contengono sostanze capaci di ridurre l’infiammazione alle basse vie urinarie. Una condizione, questa, che alla lunga danneggia la prostata. Sì allora a carote, albicocche, spinaci, broccoli e pomodori (vitamina A), ribes, kiwi, agrumi, fragole (vitamina C), noci (zinco e selenio), cereali integrali e verdure a foglia verde (manganese). «Con questa alimentazione si mantengono anche nella norma colesterolo e trigliceridi» sottolinea Mirone. «E oggi si sa che tra chi ha questi valori fuori controllo, il rischio di ipertrofia aumenta del 37 per cento».
L’importanza dello sport, e quale
Sono sufficienti 30 minuti ogni giorno, senza sforzi eccessivi, per mantenere decongestionata la prostata e migliorare la circolazione del sangue nella zona. E non esistono sport più adatti di altri. Uno studio inglese condotto su oltre 5.000 ciclisti ha anche sdoganato l’uso della bici. L’indagine ha dimostrato che la posizione forzata quando si pedala e, soprattutto, il sellino non aumentano il rischio di problemi alla prostata. «In più, l’attività fisica stabilizza anche la pressione arteriosa» conclude Vincenzo Mirone. «E l’ipertensione, come provano gli ultimi studi, raddoppia la probabilità di soffrire di ipertrofia prostatica».