L’idea è stata lanciata dal Municipio dell’Eur, a Roma, con l’appoggio del sindaco Ignazio Marino: individuare strade dove tollerare la prostituzione, aumentando i controlli nelle altre aree con multe ai clienti (in Italia le ragazze che si prostituiscono sono tra 50.000 e 70.000. Il 65% lavora in strada). «Si chiama “zoning”: se ben fatto, può diventare una protezione per le donne. A patto che non nascano ghetti per nascondere il fenomeno» dice Daniela Danna, sociologa dell’università Statale di Milano. La proposta, al centro di mille critiche, mira a ridurre lo sfruttamento delle ragazze sui marciapiedi. E ha riacceso il confronto sul sesso a pagamento con la presentazione al Senato di un disegno di legge bipartisan per riaprire le case chiuse. Ma che cosa succede dove le strade a luci rosse già esistono?

A MESTRE
«È l’unico caso italiano: dal 1994 la  prostituzione viene tollerata vicino alla stazione. Qui lo zoning è gestito dal  Comune, che coordina associazioni per i diritti e forze dell’ordine. I sanitari  informano le donne sui rischi per la salute. E i mediatori, che parlano la lingua delle straniere, guadagnano la loro fiducia e possono spingerle a uscire dallo sfruttamento,senza temere guai con la legge» spiega Daniela Danna.

AD AMBURGO
In Germania la prostituzione è consentita per legge e chi la esercita  paga le tasse. «Ogni città decide in quali zone autorizzarla. Ad Amburgo, quella  all’aperto è permessa nel quartiere vicino al porto. Qui lo zoning, grazie alla sorveglianza della polizia, ha ridotto le aggressioni da parte di clienti e  sfruttatori. «Ma c’è un risvolto negativo: i maggiori controlli spingono le  straniere senza documenti in regola a nascondersi, con l’effetto di riportarle  nelle mani del racket».

A VIENNA
«In Austria alcune regioni permettono sesso a pagamento solo al chiuso.  La capitale ha legalizzato quello all’aperto in piccole aree sorvegliate,  lontane dal centro e da zone residenziali» dice la sociologa. Risultato: sono  diminuite le proteste degli abitanti. E le prostitute vengono strappate allo  squallore grazie a controlli e visite mediche obbligatorie.