Farmaci destinati alla cura delle malattie mentali utilizzati per “sballarsi”: è allarme degli psichiatri sull’abuso degli psicofarmaci da parte dei giovanissimi. Una forma di dipendenza in crescita che, secondo la Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (Sinpf), riguarderebbe un ragazzo su 10. Ma perché i ragazzi abusano di queste sostanze? I motivi sono diversi. Si va dal tentativo di migliorare le performance scolastiche al potenziamento dell’autostima, fino all’ossessione dell’aspetto e della forma fisica.

Quali sono i farmaci più usati

I farmaci maggiormente utilizzati a scopo “ricreativo” sono quelli per dormire, per l’umore, le diete e per l’attenzione. Sono spesso disponibili in casa oppure si possono ordinare su internet. Pertanto gli adolescenti hanno poche difficoltà a reperirli, senza alcun controllo da parte di adulti e medici. Il fenomeno sta dilagando tra gli adolescenti già a partire dai 13-14 anni ed è in crescita costante, tra il 15 e il 20% negli ultimi 5 anni. Inoltre, il 18% degli studenti ha utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso del 2021; il 2,8% ne ha fatto un uso frequente e quasi il 10% degli studenti è un “poliutilizzatore”, abusando di almeno due sostanze negli ultimi 12 mesi.

psicofarmaci

Psicofarmaci: utilità e rischi

L’allerta sull’utilizzo errato, e pericoloso, degli psicofarmaci da parte dei giovani adulti arriva dal XXIV Congresso nazionale della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (Sinpf). Claudio Mencacci, direttore emerito di psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente Sinpf, ha ricordato che “gli psicofarmaci, insieme ad un percorso terapeutico a 360 gradi, sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e nei e non bisogna averne paura. Molte patologie curate per tempo nei giovani, garantiscono loro un futuro. Se invece queste cure vengono usate con modalità e intenzioni diverse non aiutano e soprattutto possono avere ripercussioni negative“.

L’associazione degli psicofarmaci ad altre sostanze

La dipendenza da psicofarmaci tra i più giovani è spesso associata anche agli effetti collaterali di altre sostanze psicoattive come tabacco, energy drink, benzodiazepine e stupefacenti, con lo sviluppo di comportamenti pericolosi. Questi psicofarmaci, afferma Matteo Balestrieri, Ordinario di Psichiatria all’Università di Udine e co-presidente Sinpf, “rappresentano per molti un’ancora di rassicurazione per aumentare le performance scolastiche e i livelli di attenzione, per migliorare l’aspetto fisico quando combinati a farmaci dietetici, per potenziare i livelli di autostima, per sentirsi in forma, migliorando sonno e umore, e molti giovani sono dunque spinti ad assumerli sfuggendo al controllo in famiglia”.

ragazzo in un tunnel

Il Vademecum sugli psicofarmaci

Per mettere in guardia sul fenomeno, la Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (Sinpf) ha fornito un vademecum dedicato a cittadini, genitori, ragazzi e operatori sanitari:

  1. No al “fai da te”, no alla cosiddetta “assunzione per opportunità”: rivolgersi sempre al medico;
  2. Non sottovalutarne la potenza terapeutica e le importanti ricadute collaterali;
  3. Tenerli fuori dalla portata di chiunque possa approfittarsene o fare un cattivo uso;
  4. Avviare campagne di sensibilizzazione e counselling mirati a pazienti, ai giovani in particolare e alla cittadinanza in generale;
  5. In caso di disturbi come ansia, depressione, disturbi dell’umore, seguire sempre le indicazioni dello specialista.