C’è chi sogna la pensione ma non ha l’età per andarci e chi, come Gigi Buffon, a 40 anni appena compiuti invece di ritirarsi chiede alla Juventus una proroga. Il collega Francesco Totti, che si era trovato nella stessa situazione, in un video virale gli ha consigliato: «Decidi tu se smettere, non fartelo dire dagli altri». Ma quella del calciatore, come altre professioni, ha una scadenza? E fino a quando è giusto non mollare?
La performance cala a 55 anni
Uno studio dell’università di Madrid sostiene che la prestazione sportiva può essere uguale a 18 come a 50 anni: il calo arriva dopo i 55. «Succede di riuscire a mantenere questa efficienza a chi ha una buona “riserva” fisica nel caso degli atleti, oppure cognitiva per chi fa un mestiere intellettuale, dal matematico al manager» spiega Stefano Cappa, docente di Neuroscienze alla Scuola superiore Iuss di Pavia. «La riserva altro non è che la capacità di fronteggiare bene l’invecchiamento». Per ogni mestiere c’è un momento top di efficienza, poi inizia la fase del declino: è stato studiato che un giocatore di scacchi dà il meglio di sé a 31 anni, l’attore erotico si gioca tutto a 29 quando l’uomo è al massimo della potenza sessuale. Va meglio invece a scienziati e studiosi: il climax è 40, l’età media in cui si vince il premio Nobel secondo un’indagine del National Bureau of Economic Research.
Ma il cervello sviluppa nuove capacità
«Per quanto possiamo allenarci, superata la fase di maggiore efficienza non potremo mai arrivare a migliorare la performance» sostiene Cappa. Per questo le ballerine per legge sono tenute ad andare in pensione a 46 anni? «È il buon senso a volerlo, soprattutto in settori competitivi. Però, se è vero che diminuiscono velocità e potenza, nel tempo il cervello sviluppa nuove capacità, come la ricchezza del vocabolario, dote che migliora con gli anni, così come l’intelligenza emotiva e il trarre insegnamento dalle esperienze».