L’ultima ossessione legata al meteo si chiama “gelicidio”, un termine piuttosto desueto che i giornali italiani stanno utilizzando molto per descrivere i primi freddi di questa stagione. Secondo la definizione della Treccani, si tratta di un «fenomeno meteorologico piuttosto raro (anche detto tempesta di ghiaccio, vetrone, vetrato), per il quale l’acqua piovana, cadendo con temperatura inferiore a 0 °C (ma ancora liquida per soprafusione), si congela rapidamente a contatto degli oggetti colpiti, rivestendo tutto di ghiaccio liscio e limpido e arrecando gravissimi danni alla vegetazione». È davvero il termine più indicato?
Una scienza complessa
Gli eventi climatici appassionano ormai un pubblico sempre più vasto, tanto che a Rovereto è addirittura nato il primo festival italiano della meteorologia. La meteorologia, però, è una scienza complessa, ma ancora non regolamentata. Per il momento, infatti, non esiste un albo dei professionisti e chiunque può fare previsioni. Un passo avanti è l’istituzione della laurea in Meteorologia ambientale creato dall’Università di Trento in collaborazione con Innsbruck, che partirà a settembre 2018. Iniziative simili si attiveranno anche negli atenei di Roma e Calabria.
Oggi alle previsioni si affidano importanti settori economici del Paese come agricoltura, trasporti, energia e turismo. Ma anche milioni di italiani che senza le previsioni sotto mano non si muovono più né per un weekend né per una visita ai parenti e neanche per stendere il bucato. Il motivo? «I cambiamenti climatici del Pianeta ci spiazzano e ci fanno paura, quindi cerchiamo rassicurazioni nel meteo» spiega Dino Zardi, docente di Fisica dell’atmosfera all’Università di Trento e organizzatore del festival di Rovereto.
Quali previsioni sono affidabili?
«I pronostici attendibili si basano su mezzi tecnologici e conoscenze scientifiche di alto livello: i dati vengono raccolti con satelliti, stazioni metereologiche, sonde, e poi rielaborati utilizzando modelli matematici statistici» spiega il fisico Dino Zardi. «Per l’Italia le fonti più affidabili sono l’Aeronautica militare e i servizi meteo regionali pubblici, che posseggono gli strumenti adeguati per fare previsioni su basi scientifiche. Ci sono poi centri privati, come Epson meteo e 3Bmeteo la cui qualità è garantita dall’appartenenza all’Aisam (Associazione italiana scienze dell’atmosfera e meteorologia)». Per le previsioni internazionali, il sito di riferimento è quello del Servizio di informazione meteorologica mondiale, con le previsioni ufficiali elaborate su informazioni provenienti dai servizi meteorologici nazionali di più di 2.000 città nel mondo.
Quando e quanto sono affidabili?
90-95% 1 giorno prima; 2 giorni prima 85-90%; 3 giorni prima 80-85%; 7 giorni prima >65%. «È importante ricordare che quelli riportati sono valori medi» spiega il fisico e meteorologo Paolo Corazzon di 3Bmeteo. «Nelle giornate di alta pressione e tempo stabile l’affidabilità sale anche al 100%».
Come evitare gli inaffidabili
«Moltissimi siti si basano sulle rielaborazioni automatiche dei rilevamenti fatti da altri» sostiene Zardi «e si limitano a pubblicare mappe con le icone del sole e della nuvoletta». È il caso anche delle app meteo presenti sugli smartphone: quella dell’iPhone, per esempio, riporta i dati del canale televisivo americano Weather Channel. «Sono troppo sintetiche. Le variabili da tenere in considerazione sono molte e le previsioni attendibili riportano anche grafici e bollettini». Un altro elemento di cui diffidare è la descrizione della situazione ora per ora o in zone molto ristrette (il quartiere di una città, per esempio): con i modelli meteorologici disponibili non è possibile assicurare questa precisione. «Serve almeno un’area di 10 km per un dato veritiero» spiega il metorologo Paolo Corazzon di 3Bmeteo. Impossibile anche predire che tempo farà con 15 giorni di anticipo. «Attualmente esistono strumenti per farlo, ma le condizioni possono cambiare radicalmente. La percentuale di attendibilità è quindi quasi nulla».
Le parole da conoscere
Valentina Grasso, esperta del consorzio Lamma (Laboratorio di meteorologia e modellistica ambientale) della Regione Toscana, ci fornisce una guida ai termini più oscuri della meteorologia
Anticiclone Zona caratterizzata da alta pressione atmosferica, cioè maggiore delle zone circostanti. Ha forma circolare e i venti all’interno si muovono in senso orario. Le aree coinvolte godono di condizioni di bel tempo e sulle carte è indicata con la lettera A.
Ciclone Non è un uragano, ma una zona di bassa pressione. Porta maltempo e instabilità. Genera venti che girano in senso antiorario. Sulle cartine è indicata con la lettera B.
Fronte freddo Superficie di separazione tra una massa d’aria fredda che avanza e una di calda preesistente. L’aria fredda tende a incunearsi al di sotto di quella calda sollevandola e dando origine a nubi e piogge.
Isobare Sono le linee che uniscono punti aventi la stessa pressione: le riconosci perché si presentano sulle carte meteo con un numero. Se è superiore a 1013 millibar significa che la pressione è alta e quindi è probabile il bel tempo. Tanto più le isobare sono vicine, tanto più forte sarà il vento.
Precipitazioni scarse Si verificano su una porzione limitata del territorio e non sono uniformemente distribuite. Generalmente sono intermittenti e di breve durata.