Secondo i dati diffusi dall’Inps e relativi a dicembre 2022, il reddito di cittadinanza viene attualmente erogato a un milione e 45 mila famiglie per un totale di 2 milioni e 350 mila persone. Si tratta di circa 200 mila nuclei familiari in meno rispetto allo stesso mese del 2021. Un calo di non poco conto che merita un approfondimento.
“Fuga” dal reddito di cittadinanza, le ragioni
Poiché l’abbandono del reddito, ma anche il calo delle domande all’ottenimento dello strumento di sostegno, non è accompagnato da una motivazione esplicita da parte dei non richiedenti, occorre fare alcune valutazioni.
Senza voler trarre conclusioni (l’andamento delle richieste nel biennio 20-21 è stato infatti condizionato dalla crisi pandemica), viene da pensare che la stretta del governo Meloni e precedentemente di quello Draghi, abbiano giocato la loro parte.
Reddito di cittadinanza, le manovre Draghi e Meloni
Il governo Draghi aveva abbassato da 3 a 2 le offerte di lavoro che potevano essere rifiutate dal beneficiario del sussidio, introducendo il danno erariale in caso di mancata verifica dei requisiti di residenza da parte dei comuni. Quello Meloni ha azzerato le proposte di lavoro che i percettori del reddito possono rifiutare e ha stabilito che gli “occupabili” tra 18 e 60 anni non avranno più diritto all’assegno a partire da agosto.
L’intensificazione dei controlli
Il calo dei beneficiari potrebbe essere dovuto in parte anche all’intensificarsi dei controlli sui precettori del sussidio. I dati Inps mostrano che nel 2022 sono state 268mila le decadenze e più di 72mila le revoche.
Lo scorso 24 gennaio è stato inoltre firmato il protocollo tra Inps e ministero della Giustizia. Questo consente, nel rispetto della normativa sulla privacy, di verificare l’eventuale stato detentivo dei richiedenti il reddito, prima della sua erogazione. L’attuazione del protocollo consentirà ad Inps di disporre, in automatico, la revoca e il recupero della prestazione indebita in caso di omessa dichiarazione.
I dati sull’occupazione
Ulteriore elemento in grado di giustificare la “fuga” delle richieste al sussidio starebbe nella ripresa occupazionale post pandemia.
Secondo ISTAT gli occupati in Italia a dicembre sono cresciuti di 37mila unità su novembre e di 334mila unità su dicembre 2021. Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni sale al 60,5%, il livello più alto dal 2004. Gli occupati complessivi nel mese 23.215.000, anche qui al livello più alto dopo giugno 2019.
Il 2022 è stato un anno di rientro alla quasi normalità con i dati pre-pandemia, sia per quanto riguarda l’occupazione che la diminuzione degli inattivi.