È uno dei tanti contributi alle famiglie previsto nel decreto Rilancio. Un sussidio temporaneo, da un minimo di 400 fino a un massimo di 800 euro, che verrà concesso a chi versa in condizioni di bisogno economico a seguito della pandemia di Covid-19: una platea di circa un milione di nuclei familiari. Il reddito di emergenza (Rem), il nuovo strumento voluto dal ministero del Lavoro, si può richiedere a partire dal 22 maggio. A patto che le famiglie rispettino una serie di requisiti e non usufruiscano già di altre indennità erogate per far fronte all’emergenza coronavirus.
A quanto ammonta il reddito di emergenza
Il Reddito di emergenza, secondo quando si legge nel decreto Rilancio, appena pubblicato in Gazzetta ufficiale, è una misura emergenziale e straordinaria, finanziata con 954 milioni di euro. Avrà un importo variabile in base al numero dei componenti, da 400 fino a 800 euro. Per calcolare la cifra il numero dei familiari sarà moltiplicato per la scala di equivalenza Isee. Solo in caso in famiglia sia presente un disabile grave si potrà arrivare anche a 840 euro. Si tratta di un sussidio una tantum, e verrà riconosciuto in due quote, dello stesso importo (ad esempio 400 e 400 euro).
Come si inoltra la domanda
Le domande all’Inps possono essere inoltrate a partire dal 22 maggio, usando il servizio online disponibile sul sito internet dell’Istituto. Le richieste si potranno inviare solo in modalità telematica entro il 30 giugno di quest’anno, autenticandosi con PIN, SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica.
Per compilare la domanda ci si potrà rivolgere anche ai Caf convenzionati con l’Inps e ai patronati. Spetterà all’istituto di previdenza insieme all’Agenzia delle Entrate, incrociando i dati sul patrimonio familiare in loro possesso, verificare che i richiedenti abbiano le carte in regola per richiedere il Rem. In caso contrario il sussidio sarà revocato, bisognerà restituire quanto già ottenuto e si rischiano multe.
I requisiti
Per poter fare domanda di Rem non basta trovarsi in difficoltà economica per colpa dell’emergenza sanitaria. Bisogna dimostrare di possedere diversi altri requisiti che devono sussistere tutti insieme. Anzitutto, il componente del nucleo bisognoso che inoltra la domanda deve essere residente in Italia e deve esibire un Isee del nucleo familiare inferiore a 15.000 euro.
Per ottenere il reddito di emergenza inoltre, la famiglia deve provare di non aver mai navigato nell’oro. Che in termini pratici si traduce nel possesso di un patrimonio mobiliare familiare inferiore a 10.000 euro nel corso del 2019. Che può crescere di 5000 euro per ogni componente, diventando di 15.000 se i membri del nucleo sono due. Si può raggiungere il tetto massimo di 25.000 euro solo se in famiglia c’è un disabile grave o un individuo non autosufficiente. Inoltre, nel corso del mese di aprile 2020 – nel bel mezzo della pandemia dunque – la famiglia deve avere affrontato momenti di grossa difficoltà economica, arrivando a percepire un reddito familiare inferiore all’importo del reddito di emergenza che le spetterà.
Chi invece non può richiederlo
C’è un lungo elenco di casi in cui il sussidio non si potrà ottenere, che contribuiscono a circoscrivere in modo netto la cerchia degli aventi diritto veri e propri. Il Rem non spetta ad esempio né ai detenuti né ai ricoverati in istituti di cura di lungodegenza o in altre strutture residenziali a carico dello Stato o di altri enti pubblici. Non lo possono richiedere le famiglie nelle quali un componente già goda di un’indennità prevista per l’emergenza Covid-19. Tantomeno chi percepisce già il reddito di cittadinanza, i pensionati (eccetto chi incassa l’assegno ordinario d’invalidità), o i lavoratori dipendenti con uno stipendio lordo superiore all’importo previsto per il reddito di emergenza.