Michelle Obama, quando le hanno chiesto se lasciare la Casa Bianca fosse «l’equivalente di togliersi il reggiseno alla fine di una lunga giornata» ha tirato un sospiro di sollievo e risposto di sì. E molte di noi hanno bene in mente quella sensazione, quel misto di libertà e comodità che ultimamente sembra piacere parecchio. Grazie alle abitudini ridisegnate dai lockdown i reggiseni (le “gabbie per tette”, come le ha definite Emine Saner su The Guardian), in questo ultimo anno hanno vissuto il loro periodo di minimo gradimento, un vero e proprio crollo. Ci siamo stancate, così pare, di sentirci imprigionate da ferretti e imbottiture che strizzano e danno fastidio.
Una tendenza subito intercettata dai social: la giornalista di Buzzfeed Tomi Obaro se n’era accorta già a maggio dell’anno scorso, a pandemia appena iniziata, quando ha scritto un tweet diventato virale e discusso: «Non credo che i reggiseni torneranno alla fine di tutto questo». E della stessa idea paiono essere le donne che prendono parte al movimento “No-bra”, chiamato anche “Bra-less”. Niente di nuovissimo, basta ricordare le femministe degli anni Sessanta e Settanta, ma adesso questa filosofia, particolarmente forte in Francia, è sempre più diffusa, forse perché unisce aspetti sociali (come battersi per liberare il corpo dall’obbligo di adeguarsi agli standard estetici dominanti) a temi che riguardano lo stile di vita.
Non indossare il reggiseno fa bene o male?
Eppure, le nostre mamme e le nostre nonne ci hanno sempre messo in guardia: “Guai a non portarlo!”. La domanda, quindi, che ci facciamo adesso è: ne abbiamo davvero bisogno per la nostra salute? Molte donne lo considerano un alleato della femminilità ma quelle che vorrebbero farne a meno, almeno ogni tanto, cosa rischiano? «Iniziamo sfatando un mito. Non indossare il reggiseno non fa male. Sono dicerie, credenze. Un po’ come 20 anni fa si pensava che chi subisse un intervento ortopedico dovesse stare a letto immobile per 10 giorni, mentre adesso già dopo 24 ore sei in piedi» spiega la professoressa Adriana Bonifacino, responsabile dell’Unità di Senologia presso l’A.O.U. Sant’Andrea-Università Sapienza di Roma.
È l’intimo la parte dell’abbigliamento a cui di solito diamo meno importanza perché non si vede. Da una recente ricerca, infatti, emerge che l’85% delle donne usa un reggiseno che non va bene per la sua forma, che non sostiene e non valorizza il suo fisico come dovrebbe
Buone notizie, quindi, per tutte quelle che durante questi mesi si sono abituate a vivere senza. «Il non indossarlo non è neanche la causa, come un tempo si credeva, del rilassamento dei tessuti che invece, esattamente come succede per la pelle del viso o dell’interno coscia, cedono per età, mancanza di allenamento, gravidanza, genetica» continua l’esperta. La Società americana chirurghi plastici e ricostruttivi si è spinta addirittura più in là: in condizioni normali, dicono gli specialisti, i microscopici legamenti di cui è dotata la struttura portante del seno sono sufficienti a sostenerlo. Ma se il reggiseno compie regolarmente questo lavoro al posto loro, i tessuti tendono a indebolirsi aumentando la probabilità che il décolleté perda il suo tono naturale.
E chi ha una taglia XL?
Anche chi lo porta sempre perché senza non si sente a proprio agio o perché ha una taglia XL, dovrebbe toglierlo ogni tanto. «Si nasce con il seno libero, non con il reggiseno. Per quanto comodo, si tratta pur sempre di una costrizione che va evitata non appena si può, per esempio in casa, e soprattutto di notte» sostiene l’esperta che, quando visita le pazienti, va subito a sbirciare quale modello portano. E di giorno? Ogni 6-7 ore, se si può, andrebbe tolto.
Quali modelli di reggiseno è meglio indossare
«Ma soprattutto andrebbero scelti modelli anatomici, meglio se di cotone o di fibre naturali, non i push-up o quelli con il ferretto che costringono il seno a un continuo traumatismo che a lungo andare può causare dolore e infiammazione, irritando il tessuto ghiandolare mammario» spiega Bonifacino. Ferretto o no, il reggiseno non deve lasciare segni sulla pelle né essere troppo stretto. «Il peso viene sorretto per l’80% dalla fascia sotto il seno e per il 20% dalle spalline. È importante quindi che la fascia sia stretta al punto giusto: quando è nuovo si chiude con il gancio più largo e poi mano mano che il tessuto cede si usano gli altri. Inutile invece stringere le spalline al massimo: così facendo si caricano eccessivamente le spalle» continua la senologa.
I casi in cui è bene indossare il reggiseno
Ovviamente la filosofia “No-bra” prevede delle eccezioni: durante la gravidanza, l’allattamento e quando si fa attività fisica è consigliato indossare il reggiseno. «I movimenti ripetitivi e di notevole intensità, come quando si corre, possono fare rimbalzare il seno e produrre una sollecitazione eccessiva. Ecco perché praticare sport a seno libero o indossando un reggiseno che non fornisce il sostegno, può causare, oltre ovviamente a fastidi al décolleté, una cattiva postura e dolori dorsali, al collo e alle spalle» spiega Monica Bianchi, insegnante di educazione fisica e titolare dello studio Pilates Mymotus.
In ogni caso dobbiamo allenare i pettorali
Sia che tu decida, per comodità, di rinunciare al bra, come ha dichiarato l’attrice Gillian Anderson, 52 anni, in una diretta su Instagram qualche settimana fa («Sono così pigra che non indosso più un reggiseno»), sia che continui a metterlo regolarmente, conviene allenare i pettorali, le “bretelle” naturali che lo sostengono. «Un esercizio semplice ed efficace è, con le mani giunte in preghiera, i gomiti in linea e le spalle aperte, spingere un palmo contro l’altro per 6-10 secondi. E poi ripetere il movimento per almeno 10 volte» spiega la trainer. «Ma anche tenere una postura “sicura”, spalle aperte, petto in fuori, pancia in dentro, aiuta. Perché si appare più slanciate, ma si acquista anche tono muscolare perché si rinforzano scapole e dorsali che, insieme ai pettorali, servono per avere un bel seno». Piccoli gesti, minime attenzioni, che però hanno la loro importanza. «Il seno ha la forma di una margherita, con il capezzolo al centro» conclude Adriana Bonifacino. «E come tutti i fiori per stare bene, ha bisogno di cura».
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Per chi è d’obbligo indossare il reggiseno
«Dopo un intervento di mastectomia per tumore del seno senza ricostruzione, è meglio che le donne indossino il reggiseno. Per loro ci sono modelli ad hoc che hanno una tasca di tessuto dove inserire la protesi. Il rischio, infatti, se non si porta nessun bra è quello di avere dolori osteomuscolari causati da uno sbilanciamento del peso e da una postura scorretta» spiega la professoressa Adriana Bonifacino.