Avrai sentito parlare di “Barbie vagina” o semplicemente di “ringiovanimento vaginale”, l’intervento di chirurgia estetica che riduce le piccole labbra per modellare le parti intime come quelle di una pre-adolescente. La labioplastica, il “ritocchino” delle labbra della vagina, perché particolarmente sporgenti o perché asimmetriche, richiede un paio d’ore e in circa due settimane ci si rimette del tutto. «Si fa per lo più per motivi estetici, ma a volte le causa della richiesta è di tipo funzionale, per evitare infezioni, dolore o fastidio, soprattutto se si praticano sport che possono portare a maggiore sfregamento o esposizione» spiega il sessuologo Fabrizio Quattrini, sessuologo, psicoterapeuta e presidente dell’IISS, Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica.
«È il caso di certe anomalie congenite che possono creare sia disagi fisici sia psicologici durante banali attività come l’andare in bicicletta o camminare» puntualizza Eleonora Iachini, ginecologa esperta anche di chirurgia estetica intima. «Pensiamo, per fare un esempio pratico, alla 12enne che si vergogna a indossare un leggings aderente per la sporgenza delle piccole labbra».
Il ringiovanimento vaginale per la menopausa
Nella richiesta di intervento alla vagina può dunque esserci un fattore fisico oltre che estetico. Ad esempio, l’atrofia vulvo-vaginale, tipica della menopausa a causa dei cambiamenti ormonali, può avere ripercussioni sia sull’attività sessuale sia urinaria, perché causa secchezza, bruciori, a volte cistiti o incontinenza. In questi casi il ringiovanimento vaginale permette di migliorare le condizioni di salute, ma anche il benessere sessuale. «C’è chi pensa all’intervento chirurgico intimo perché prova dolore durante i rapporti sessuali, ma non si tratta dell’unica strada» spiega Quattrini.
Durante la menopausa possono anche degenerare le conseguenze della gravidanza, come la lassità del canale vaginale e i danni al pavimento pelvico. I ginecologi con specializzazione estetica possono quindi consigliare, a seconda dei casi, iniezioni con il collagene o acido ialuronico specifico per vulva e vagina; la radiofrequenza per stimolare i tessuti oppure anche terapie a base di sostanze biovitalizzanti come la carbossiterapia o con la tossina botulinica di tipo A per problemi al pavimento pelvico, per stimolare e tonificare i tessuti. Esistono anche specifici laser a uso endovaginale che possono migliorare il tono vaginale e ridurre alcuni tipi di perdite urinarie.
L’ipotrofia dei tessuti riguarda non solo il canale vaginale ma anche i tessuti esterni. Anche per ovviare al cambiamento di forma ed elasticità delle grandi labbra si può agire con un filler a base di acido ialuronico. In questo caso non per ridurre ma per ridonare volume alla zona delle grandi labbra e risolvere problematiche come lo sfregamento o il fastidio.
In genere si tratta di interventi ambulatoriali, che tra l’altro sono indicati anche in donne a rischio potenziale di cancro al seno, che dovrebbero dunque evitare terapie ormonali. «Occorrerebbe una maggiore educazione sessuale, per permettere a donne di tutte le età di avere maggiori conoscenze e dunque di poter scegliere in modo più consapevole, specie di fronte ai grandi cambiamenti della vita, come la menopausa o la gravidanza» commenta Fabrizio Quattrini, presidente dell’IISS.
Il ritocco vaginale dopo la gravidanza
Oltre alla menopausa, un altro momento di grande trasformazione dell’area vaginale è rappresentato dalla gravidanza. Durante il parto naturale può esser pratica l’episiotomia, che consente di allargare l’orifizio vaginale per il passaggio del neonato. Questo implica una lesione alla muscolatura che potrebbe portare a incontinenza da sforzo o potrebbe rappresentare un fattore di inibizione nella vita sessuale.
«Spesso le pazienti che chiedono un’intervento alle parti intime dopo la gravidanza lo fanno per motivi estetici o per motivi fisiologici, anche se spesso le due esigenze coincidono: gravidanze con parti espulsivi molto importanti, come menopausa e dimagrimenti improvvisi, portano a una modificazione dell’aspetto dei genitali che possono influenzare anche il funzionamento dell’organo stesso» premette Eleonora Iachini, ginecologa esperta anche di chirurgia estetica intima.
«Nelle donne che hanno avuto una gravidanza in genere vediamo problemi di rilassamento del tono dei muscoli vaginali che si sono sfilati o tirati durante il parto. Però, soprattutto se si intende avere un altro figlio, io consiglierei di aspettare a intervenire. Nel frattempo si può cercare di tonificare con esercizi fisici mirati, come la ginnastica Kegel (con le apposite sfere vaginali, NdR), che è molto efficace se praticata con costanza» spiega Daniela Galliano, medico chirurgo, specializzata in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, Responsabile del Centro PMA di IVI Roma.
Le controindicazioni
La Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti ha affermato che i dispositivi per il ringiovanimento vaginale presentano dei rischi. Potrebbero causare ustioni vaginali, cicatrici, dolore durante i rapporti sessuali e dolore ricorrente, e quindi andrebbero evitati. «In realtà la stessa FDA ha riportato casi sporadici di conseguenze negative nell’uso di dispositivi chirurgici. Come in tutti gli ambiti, sono trattamenti che vanno eseguiti da esperti sia in campo ginecologico sia estetico, con competenze specifiche sul tipo di sostanze o materiali che vengono usati» spiega la dottoressa Daniela Galliano.
«Vanno comunque distinte le possibili conseguenze delle tre principali tecniche. Con la vaginoplastica il chirurgo fa un’anestesia generale, pratica un’incisione nel perineo e toglie gli eccessi di cute. L’obiettivo è restringere il canale vaginale. In questo caso, come in tutti gli interventi chirurgici, ci possono essere complicazioni come infezione o sanguinamento o cicatrizzazione, anche se poco frequenti. Con il laser CO2, come indicato dalla FDA , c’è il rischio di microabrasioni vaginali e dolore. L’intervento non sempre è ben tollerato. Infine, c’è la radiofrequenza endovaginale, usata per migliorare l’ipertrofismo del tessuto vaginale, che non causa dolore durante l’applicazione ed è abbastanza ben tollerata» conclude Galliano.