I due protagonisti della scena politica attuale, il francese Emmanuel Macron e l’americano Donald Trump, hanno una cosa in comune: 24 anni di differenza di età dalla moglie. Nel caso di Macron, però, è la first lady ad avere superato i 60. E questo desta l’interesse dei media quasi più del programma di governo. «Trump è il passato, Macron è il futuro» commenta Helen Fisher, antropologa Usa, ricercatrice e autrice di bestseller sui meccanismi dell’amore (helenfisher.com). È la fine del toy boy, del ragazzo bello e poco impegnativo. I lui giovani oggi diventano potenziali compagni di vita, non solo di gioco. «Queste relazioni hanno maggiori probabilità di essere paritarie» aggiunge la Fisher. «Quando la compagna ha più soldi, esperienza o influenza sociale, l’uomo tende a rispettarla maggiormente. Anche la storia sessuale aiuta: con gli anni, una donna conosce meglio il suo corpo e i segreti del piacere, assume un ruolo attivo e difficilmente si lascia prevaricare».
L’anagrafe non conta
«Oggi le donne cercano un marito stimolante e un partner più giovane può esserlo perché ha un futuro davanti, un potenziale da realizzare. Stargli accanto regala l’emozione di una nuova scommessa con la vita» spiega Marco Rossi, sessuologo. Dall’altra parte l’evoluzione sociale ha liberato anche gli uomini: non devono più cercare a tutti i costi una madre di famiglia, giovane e fertile. Possono scegliere una compagna intellettualmente stimolante. «Liberi dai vecchi stereotipi del macho, non si vergognano di appoggiarsi a una compagna più esperta» conferma il sessuologo. «Tutto ciò aumenta il potere della donna nel gioco della seduzione; ora ha una carta in più da usare con un lui giovane: l’esperienza. Ma non solo. Avendo già inseguito i propri obiettivi, come matrimonio o carriera, la lei matura ha più tempo da dedicare al partner. Sa stargli al fianco, senza stressarlo con le esigenze di “simbiosi” tipiche di una ventenne».
Queste relazioni però non piacciono a tutti
«Come scienziata, non mi stupisco che una coppia così susciti diffidenza: ci sono ragioni biologiche» commenta Helen Fisher. «La nostra specie è programmata per riprodursi e garantire l’evoluzione; una relazione in cui lei è più anziana del marito, e magari non può dargli eredi, appare contro natura. E in effetti queste coppie hanno un futuro solo se sono sintonizzate sul tema figli. Se entrambi sono convinti di non volerne, va tutto bene. Ma lui deve averci pensato seriamente. Biologicamente, il fatto di non passare il proprio nome a un erede è una rinuncia dolorosa, che alla lunga pesa e crea rancori. Quando, invece, il desiderio di un bambino c’è e l’età lo permette, meglio muoversi per tempo, prima che sia troppo tardi. Superato questo scoglio, la relazione può scorrere via liscia, in modo stimolante e gratifico, senza pressarlo con le esigenze di “simbiosi” cante». Come è successo nelle due storie che raccontiamo qui.
Silvia, 38 anni, vive con Rik, 29
Quando ho conosciuto Rik, non immaginavo avesse 9 anni meno di me. Ora li sento e ne sono felice! Lui è straniero, l’ho conosciuto a cena da amici e mi è piaciuto subito. Alto, biondo, bello, ho chiesto il suo telefono, non gli anni, anche perché sembrava mio coetaneo, lavorava e viveva da solo. Poi ho scoperto l’età, ma ero già troppo coinvolta! Certo, il fatto di appartenere a due generazioni diverse si vede, quando confrontiamo gusti musicali e ricordi. Nella quotidianità non è un ostacolo. Forse perché lui è olandese e nella cultura nordica i giovani maturano prima, a 20 anni sono già fuori casa. Questa è la chiave che ha convinto la mia famiglia a superare i dubbi iniziali: lui è più maturo di tanti miei coetanei. Quando litighiamo, a volte penso che se avesse più esperienza, mi capirebbe meglio; ma le incomprensioni nascono dalla differenza di sesso, non di età. Le mie amiche stanno con over 40, che non sono più comprensivi. Anzi. Quando sono rimasta incinta, temevo lui non fosse pronto, ma io a 36 anni non potevo aspettare. Invece è un papà equilibrato e attento, che sa prendersi cura della piccola e ha più energie di me per correrle dietro. Ora che c’è Alessia, vedo tutti i vantaggi di un compagno più giovane!
Diego, 33 anni, sposato con Annalisa, 43
Annalisa mi ha colpito per la sua bellezza. Sapevo che era più grande, non mi importava. A 23 anni non pensavo al futuro, solo a divertirmi. Così l’ho invitata fuori ed è scattata la scintilla. Anzi, un fuoco di passione. Mi sono fermato da lei quella notte e le successive: dopo una settimana convivevamo. Subito mi ha sedotto il suo modo esperto e sicuro di fare l’amore, poi l’esperienza nella vita. Era una vera donna, diversa dalle coetanee che frequentavo, aveva fascino e sicurezza. Questo è ciò che più mi piace di lei. All’inizio però mi spaventava anche. Io ero così preso e temevo che lei mi considerasse un po’ il suo toy boy. La mia famiglia era terrorizzata, perché c’era un precedente: mio cugino a 20 anni aveva perso la testa per una 40enne e lei dopo qualche mese l’aveva scaricato, lasciandolo a pezzi. Non è stato il mio caso. Più ci conoscevamo, più migliorava la sintonia. E io ho capito che la sua esperienza non era una minaccia, ma un vantaggio: visto che certe tappe della vita le ha già affrontate, sa consigliarmi e supportarmi. Così 10 anni dopo, a dispetto delle battute degli amici, siamo sposati e con due gemelline di 7 anni. Nel paesino dove viviamo, nessuno ci guarda più come “la coppia strana”: siamo una famiglia come le altre, anzi forse più solida di tante altre.