Avete presente Gravity, il film con Sandra Bullock e George Clooney? Ecco, se penso a una passeggiata nello spazio io me la immagino così. E Samantha Cristoforetti, l’astronauta italiana che è sulla stazione spaziale internazionale, la visualizzo in tuta e canotta, super atletica, bella e determinata come la Bullock.

Il capitano Samantha Cristoforetti, astronauta dell’ESA e pilota dell’Aeronautica militare (questa è la dizione esatta) si è preparata da anni per la missione della sua vita. Per arrivare lassù ha studiato come una matta. E tutto è stato curato nei dettagli per la spedizione Futura (sì, come la canzone di Lucio Dalla).

Samantha starà lassù 6 mesi, è primo ingegnere di volo sulla navicella Soyuz TMA-15M che l’ha portata  insieme al russo Anton Shkaplerov (Roscosmos) e all’americano Terry Virts (Nasa), sulla base spaziale dove poi dovrà compiere, con i suoi colleghi, circa 200 esperimenti. Ma alzi la mano chi non si è mai chiesto come si vive dentro a una scatola fra i pianeti. Senza gravità, frigo, doccia e bagno?

Ecco, io che invece muoio dalla curiosità, le domande “scomode” me le sono fatte, eccome. E avrei voluto fargliele di persona. Ma raggiungerla in questi giorni frenetici è una Mission Impossible. Così le ho rivolte allo chef spaziale Stefano Polato e pure a Paolo Attivissimo, super esperto dello spazio e di tutti i suoi meccanismi, che già in questo blog aveva un po’ chiarito le mie confusissime idee.

Come si vive su una stazione spaziale?

«Si lavora a ritmi sostenuti, 10 ore al giorno. Ma lo sforzo è ridotto, così ogni astronauta è obbligato a fare 2 ore di esercizio fisico al giorno, per evitare che, in assenza di gravità, i muscoli si atrofizzino» mi spiega Attivissimo.

 Cosa si mangia?

Qui chiedo a Stefano Polato, space food responsible di Argotec. È lo chef ufficiale di Samantha e per lei, mi racconta, ha preparato «una dispensa pronta all’uso, con piatti unici e ingredienti da assemblare. Tanto cibo salutare: legumi, carne bianca, riso e pesce azzurro». Il suo piatto preferito? «Quinoa e broccoletti». Ma come si conservano lassù per tanti mesi e senza frigo? E intanto mi vengono in mente quei sacchettini con il cibo liofilizzato. «Per Samantha abbiamo messo a punto un sofisticato sistema di termostabilizzazione: così i cibi mantengono le proprietà organolettiche e nutrizionali». E il gusto? «La sfida è proprio quella: non perdere né profumi né colori». Poi mi spiega che nello spazio i sapori diventano sciapi: «è come vivere con un perenne raffreddore», e che invece del sale e dello zucchero raffinato, hanno usato spezie ed erbe aromatiche. E per cucinare? Non c’è il microonde, ma una specie di valigetta 24 ore con due resistenze, dove i piatti vengono messi a scaldare.

Come si fa la pipì?

Lo so, la domanda è imbarazzante e poco eroica. Ma un astronauta è pur sempre un uomo (o una donna) e io voglio sapere come fa. Non sono l’unica. Perfino Samantha nel suo blog ha risposto ai più curiosi, con tanto di foto. In pratica: «Il viaggio verso la stazione spaziale dura 6 ore» mi spiega Attivissimo. «La preparazione però comincia molto prima. Per 11 ore, se va bene, dal momento in cui indossano la tuta, gli astronauti non possono andare in bagno». Quindi? «Si ricorre al pannolone». E sulla stazione? «Non c’è certo un bagno come lo intendiamo noi, ma dei tubi dotati di aspiratore». Attivissimo scende poi nei dettagli e mi racconta che gli astronauti si addestrano a fare centro. Perché, in mancanza di gravità, riuscite bene a capire cosa può accadere se sbagli la mira…

Come ci si lava?

Niente bagno, acqua ridotta (tutta, compresa quella della pipì, viene filtrata e riciclata, perfino il sudore), doccia vietata… ci si lava a pezzi. Il dentifricio è commestibile (nella stazione, dove tutto “vola” è vietato sputare), lo shampoo è del tipo che non si sciacqua. I vestiti si cambiano dopo 4 giorni «tanto non puzzano» dice Attivissimo, «perché fluttuano sul corpo e non si impregnano di odori» e poi vengono gettati nella stiva.

Cosa si fa nel tempo libero?

Finito il lavoro e il training fisico non rimane granché. Tranne nel weekend, dedicato al riposo. In queste ore, racconta Attivissimo, gli astronauti leggono, guardano film e video (hanno una biblioteca e una vasta videoteca digitale). Samantha Cristoforetti porterà a bordo qualche libro fisico: Palomar di Italo Calvino, Pilote de Guerre di Antoine de Saint-Exupéry, Agente X.99: storie e versi dallo spazio e I viaggi di Giannino Perdigiorno di Gianni Rodari. E poi si è fatta fare alcune copie di un minilibro con frasi e poesie che raccontano il significato della sua esperienza. L’ha chiamato Untraveled World da una poesia di Alfred Tennyson.

La musica? Le ho mandato un tweet e mi ha subito risposto. Eccola:

MaunsaccoditempogliastronautilopassanoguardandolaTerradaunagrandefinestra,laCupola,mirivelaAttivissimo.Lìvedonoalbeetramonti,lucietemporali,volanoattraversol’auroraescrutanoiconfinideiPaesi.Completanocosìilloromagnificoviaggionellospazio.Enoi,daquaggiùpossiamosolocontemplarelefotocheciinviano.Comequestachehotrovatosulprofilotwitterdell’astronautaNASAReidWiseman@astro_reid.
Myfavorite

#TODAYSunrise

-takenJune8thfrom

#ISS

Thedistinctbluebandsoftheatmospherestillfascinateme.pic.twitter.com/HfstoG6VtT

—ReidWiseman(@astro_reid)

19 Novembre 2014

Ps.Vihounpo’incuriosito?Sesonoriuscitaadappassionarvi,guardateancheilsitocoldiariodibordodiSamanthaCristoforetti(sichiamaavamposto42.esa.int).

Nellafotod’aperturaSamanthaè[email protected]. Qui c’è un preview. per la rampa di lancio http://t.co/fbmwIyCENB

— Sam Cristoforetti (@AstroSamantha)

Ma un sacco di tempo gli astronauti lo passano guardando la Terra da una grande finestra, la Cupola, mi rivela Attivissimo. Lì vedono albe e tramonti, luci e temporali, volano attraverso l’aurora e scrutano i confini dei Paesi. Completano così il loro magnifico viaggio nello spazio. E noi, da quaggiù possiamo solo contemplare le foto che ci inviano. Come questa che ho trovato sul profilo twitter dell’astronauta NASA Reid Wiseman @astro_reid.

Ps. Vi ho un po’ incuriosito? Se sono riuscita ad appassionarvi, guardate anche il sito col diario di bordo di Samantha Cristoforetti (si chiama avamposto42.esa.int).

Nella foto d’apertura Samantha è dentro a una riproduzione della Soyuz @ESA-S.Corvaja.