L’Italia non è un Paese per donne, almeno per quanto riguarda le professioni più strategiche nel settore produttivo, scientifico e ad alta tecnologia. Tali comparti accusano infatti, nel nostro Paese, una evidente disparità di genere. La situazione viene sottolineata da Eurostat, che vede l’Italia terzultima in Europa per scienziate e ingegneri donne.

Materie STEM: Italia lontana dalla parità di genere

Come spesso già evidenziato in passato, l’Italia si mostra ancora molto lontana dal raggiungere la parità di genere all’interno di quelle professioni fondamentali per l’innovazione e la competitività del nostro Paese a livello internazionale: in particolare le discipline scientifiche e tecniche che stanno sotto l’acronimo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).

Scienza e tecnologia: donne penalizzate in Italia

Il 41% della forza lavoro tecnico-scientifica in Europa è costituito da donne, pari a 7,7 milioni fra ingegnere e scienziate. Secondo i dati Eurostat sul 2023, la Danimarca guida l’Ue con il 50,8% di donne STEM, seguita dalla Spagna (50%, con picchi del 59% alle Canarie) e dalla Bulgaria (49%). In fondo alla classifica ci sono Ungheria (30,7%), Finlandia (31,4%) e Italia (34,1%). In Ue, scienziati e ingegneri lavorano principalmente nei servizi (45,6%) e nel manifatturiero (22%).

Professioni STEM in Italia: donne la metà degli uomini

Il quadro delineato da Eurostat per il 2023 è evidente: a fronte di oltre 807.000 uomini impiegati come ingegneri e personale con competenze scientifiche, figurano 417.000 donne: una disparità sostanzialmente di 2 a 1, con situazione ancora più marcate nei settori ad alta tecnologia, dove gli uomini sono quasi quattro volte più delle donne (201 mila contro 55 mila).

Donne, tecnologia e scienza: la mappa dell’Italia

In Italia, la maggiore presenza di donne STEM si registra nel Centro (37,9%) e nel Nord-Est (35,6%), seguite da Sardegna e Sicilia (35,5%). Il Nord-Ovest si ferma al 31,5%, mentre il Sud resta indietro con appena il 30,6%.