Giustificazione doverosa, come un’assenza qualsiasi? O bigiata di massa “legalizzata”? Fa discutere, e divide, la decisione del neoministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti: in una circolare ufficiale invita tutte le scuole a giustificare le assenze degli studenti che venerdì 27 settembre sciopereranno e parteciperanno alle manifestazioni per la difesa dell’ambiente e contro i cambiamenti climatici (il terzo Global strike for future, promosso dal movimento Fridays For Future).
Non solo. La nota ministeriale suggerisce ai collegi dei docenti di valutare la possibilità di non scalare il tempo passato in corteo dal monte ore richiesto per l’ammissione alle classi successive e agli esami. Non si tratta di disposizione perentorie, ma di un auspicio. L’ultima parola spetta ai responsabili delle singole scuole. Ciascun istituto, nell’ambito dell’autonomia scolastica e degli spazi di manovra concessi dai piani di offerta formativa, potrà decidere come meglio crede.
Le argomentazioni del ministro
“L’importanza della mobilitazione di ragazzi e ragazze – argomenta intanto il ministro, su Facebook – è fondamentale per numerosi aspetti, a partire dalla necessità improrogabile di un cambiamento rapido dei modelli socio-economici imperanti. È in gioco il bene più essenziale, cioè imparare a prenderci cura del nostro mondo”. La decisione di suggerire la giustificazione delle assenze, sempre parole di Fioramonti, è maturata “in accordo con quanto richiesto da molte parti sociali e realtà associative impegnate nelle tematiche ambientali”. Inoltre, come si dice sul sito del Miur, la partecipazione alle manifestazioni green è un atto di “valore civico”. Sarà così per tutti?
Il dibattito spacca la rete
In rete stanno piovendo i commenti più disparati, con posizioni contrastanti e distanti anni luce. Qualche esempio. Anna scrive: “Vergognatevi. Quando andavo a scuola io, non troppi anni fa, se provavamo ad ‘inventarci’ uno sciopero dovevamo vedercela con genitori e professori, altro che ‘assenza giustificata’, altro che Greta e scioperi ‘ a perdere’…”. Leonardo, invece, approva: “Finalmente un cambio di passo, grazie ministro”. Barbara non ha dubbi: “Da docente concordo nel modo più assoluto”.
Dalla bocciatura alle lodi
Marcello boccia la sortita ministeriale, ironicamente: “Ottima idea, così metà degli studenti andrà a manifestare, metà starà a casa a guardare Netflix e tutti saranno premiati per il loro grande impegno civico. Il modo migliore per rendere inutile una manifestazione è togliere ogni possibile conseguenza negativa trasformandola, di fatto, in una giornata di vacanza”. Napo riporta l’attenzione sui protagonisti della manifestazione di venerdì, giustificati o no: “Forse qualcosa si muove. Nel ‘68 gli studenti iniziarono le lotte per i diritti umani. In piazza Tiennamen furono gli studenti a fermare i carri armati. Ora spero che siano gli studenti ad avviare questa rivoluzione verde”.
Il capo dei presidi più che scettico
Nel fronte dei critici e degli scettici si schiera Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi. “Mi sembra un provvedimento di problematica attuazione. Come facciamo a sapere – dichiara all’agenzia di stampa Agi – perché un ragazzo non si presenta a scuola? È complicato stabilire se un’assenza è dovuta alla partecipazione a questo movimento ecologista oppure no. Ci può essere chi semplicemente rimane a casa a dormire. Forse – aggiunge il rappresentante di categoria – sarebbe preferibile che, se viene ritenuto condivisibile l’intento della manifestazione, si dedichi una giornata all’ambiente. Allora il ministro potrebbe decidere di chiudere le scuole, ma questa è una decisione che spetta solamente a lui. Altrimenti – ripete Giannelli – se ogni scuola deve considerare giustificata l’assenza dell’alunno, a prescindere, come si fa a collegare l’assenza col motivo dell’assenza?”.
A fianco del ministro e dei ragazzi
Il preside Maurizio Parodi, fondatore di Basta compiti e tutor all’università Cattolica di Milano, è di diverso parere. Plaude alle ragazze e ai ragazzi che scenderanno in piazza e giudica positivamente la scelta di Fioramonti. “Quella del ministro – riconosce anche lui – è un’iniziativa irrituale, unica, inedita. Sostanzialmente la condivido. Manda un segnale forte, a sostegno di una battaglia che dovrebbe vederci tutti schierati. Se trasgressione istituzionale ha da essere – dice – ben venga che sia per una ragione nobile. Ne va della nostra sopravvivenza”.