Un farmaco per riparare le lesioni. Cellule staminali per rimpiazzare quelle danneggiate. Una dieta particolare che abbatte il numero di crisi. Le nuove strade della ricerca sulla sclerosi multipla hanno lo stesso comune denominatore: stimolare l’organismo a reagire alla malattia. E si aggiungono alle strategie terapeutiche recenti che hanno permesso risultati inimmaginabili fino a 20 anni fa. «Oggi abbiamo più di 10 farmaci a disposizione» dice Eleonora Cocco, professore associato di neurologia e responsabile del Centro sclerosi multipla di Cagliari. «E possiamo così personalizzare la cura. Per esempio per la donna che vuole avere un figlio ci sono farmaci che non influenzano la fertilità o che vanno bene anche in gravidanza». Vediamo le novità.

La dieta che alza le difese

In parecchie malattie, come per esempio l’artrite reumatoide e la fibromialgia, la dieta giusta gioca un ruolo determinante, insieme allo stile di vita.

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Basso contenuto di proteine e grassi animali (carne, pesce, formaggi e latticini), di pane, pasta e cereali raffinati, a favore di un alto consumo di alimenti di origine vegetale come legumi e verdure: è la dieta che per due anni è stata studiata in pazienti con sclerosi multipla da un team di ricercatori italiani. «Abbiamo visto che in chi l’ha seguita si è verificato un cambiamento nella composizione del microbiota intestinale, con un aumento della percentuale dei batteri che hanno proprietà antinfiammatorie» sottolinea Mario Clerici, direttore del dipartimento di fisiopatologia medicochirurgica e dei trapianti dell’università degli Studi di Milano. «Questo ha migliorato quantità e qualità delle cellule del sistema immunitario, che sono diventate più simili a quelle presenti nei sani». Risultato? Nel gruppo che ha seguito questa dieta gli attacchi acuti si sono verificati solo in due casi su dieci, mentre in quello di controllo in nove su dieci. «Da un anno stiamo studiando gli effetti di una dieta simile in pazienti anche in stadi avanzati della malattia» aggiunge il ricercatore. «Siamo ancora agli inizi ma i primi risultati fanno ben sperare».

Gli interventi che riparano i danni

Nella sclerosi multipla il sistema immunitario impazzisce e attacca la guaina mielinica, la struttura protettiva delle fibre nervose, distruggendola man mano e lasciando delle “ferite”. «Si è visto che, per difendere le fibre nervose, nelle prime fasi della malattia l’organismo aumenta la produzione di mielina» dice Giancarlo Comi, direttore del dipartimento di neurologia, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. «Grazie a questa scoperta sta partendo uno studio per verificare l’efficacia dell’Opicinumab, un anticorpo monoclonale che sembra in grado di riattivare le cellule che producono questa sostanza protettiva». È in corso, inoltre, al San Raffaele il primo studio clinico al mondo per testare il trapianto di cellule staminali neurali in pazienti con sclerosi multipla in stadio avanzato.

L’attività fisica terapeutica

«Il movimento è una vera terapia», assicura Eleonora Cocco, del Centro sclerosi multipla di Cagliari. «Migliora la funzionalità cardiaca e muscolare, la respirazione, il metabolismo, l’elasticità di muscoli e tendini, contrasta il senso di stanchezza. Studi recenti hanno inoltre dimostrato che agisce sulla capacità di compenso del sistema nervoso centrale. In altre parole, permette ai neuroni ancora attivi di trovare delle vie alternative per comunicare tra di loro».

Le attività più adatte? Nuoto e acquagym, nordic walking, danza, yoga. Con un’unica avvertertenza: non farsi prendere dall’ansia se dopo l’attività fisica sembra che si accentuino i sintomi della malattia. È una reazione dovuta all’aumento della temperatura del corpo. Ma si esaurisce nell’arco di un paio di ore.

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