Che cosa sono le scuole alternative

Si avvicina il momento di iscrivere i figli alla scuola primaria o dell’infanzia per il prossimo anno scolastico. Se ti prepari a partecipare agli open day organizzati dagli istituti, perché non cercare proposte didattiche innovative? Se pensi che la scuola sia il luogo delle cattedre e dei banchi allineati, sappi che qualcosa sta cambiando. Sono infatti sempre più numerosi gli istituti che propongono nuove modalità di insegnamento.

Le scuole alternative non si trovano solo nel privato. Nelle scuole pubbliche spesso i nuovi metodi di didattica si alternano a quelli tradizionali, a seconda del docente e della materia. «La diffusione di queste iniziative è legata al passaggio da una visione incentrata sulle nozioni da apprendere a una prospettiva focalizzata sui bisogni dello studente» spiega Paolo Mottana, ordinario di Filosofia dell’educazione all’Università di Milano Bicocca. «E l’obiettivo è sempre l’acquisizione di un metodo di studio che stimoli i ragazzi e risvegli la loro curiosità». Insomma, più metodo e meno nozioni: è questo il mantra della scuola alternativa.

Una concezione che moltissimi genitori appoggiano. «Sono esperimenti interessanti e innovativi, ma se l’alunno non è autonomo nello studio, all’inizio può trovarsi spiazzato» avverte Giovanni Morello, docente di lettere in una scuola media di Catania. Superare le difficoltà e ottenere risultati positivi naturalmente dipende anche dalla preparazione e dalla sensibilità dell’insegnante.

Ma come si fa a capire se ci possiamo fidare? «Funziona benissimo il passaparola dei genitori e, soprattutto, degli alunni» dice Morello. Qui ti presentiamo quattro metodi molto diversi tra loro con le testimonianze di chi li ha scelti per i propri figli.

4 tipi di scuole alternative

1) La lezione capovolta

La lezione capovolta, come si dice in inglese, la flipped classroom, è un metodo arrivato in Italia dagli Stati Uniti che ribalta la sequenza classica delle attività. Gli studenti seguono le spiegazioni a casa, utilizzando una piattaforma online dove gli insegnanti caricano video, podcast e animazioni; le ore in classe sono dedicate invece alle esercitazioni e agli approfondimenti. È utilizzata in scuole sia pubbliche sia private, insieme ai metodi tradizionali. Per info: flipnet.it (sito dell’associazione degli insegnanti che adottano il metodo).

La testimonianza «Mio figlio studia tutte le materie con grande curiosità» spiega Isabella Ongarelli, mamma di Sebastian, che frequenta la quarta elementare dell’Istituto Comprensivo Don Allori di Iglesias, in Sardegna. «Ma quello che mi colpisce di più è la capacità di collegare gli argomenti». Anche se il programma non sarà completato, Isabella non è preoccupata. «Sebastian sta acquisendo competenze che gli saranno utili per sempre».

2) Tutto in lingua

Le scuole inglesi si trovano nelle principali città italiane e le sceglie chi vuole puntare su una formazione internazionale. I programmi e i metodi di studio sono importati dall’Inghilterra: non sono previsti compiti a casa e in classe si lavora per squadre. Non ci sono pagelle: gli insegnanti, tutti madrelingua, si limitano ad assegnare libri di testo diversi a seconda del livello raggiunto dagli alunni. Si studia anche un po’ di italiano, ma i programmi privilegiano la storia e la cultura anglosassone. 

La testimonianza «Sono soddisfatta di questa scelta perché studiare in inglese significa non solo imparare bene la lingua, ma anche apprendere un metodo di studio diverso dal nostro» spiega Fabiana Monti, mamma di Maria Sole e Luigi, che frequentano la prima e la terza elementare dell’istituto The New School di Roma. «Mi dispiace però che i miei figli conoscano Shakespeare e non Dante. Per le medie valuteremo se passare alla scuola italiana».

3) In aula senza zaino

È un metodo didattico cui hanno aderito 135 scuole primarie e secondarie pubbliche di tutta Italia: gli studenti non devono portare libri, quaderni e astucci, tutto ciò che serve è già in aula. Nella scuola “senza zaino”, il progetto degli spazi è molto importante: non ci sono cattedre, ma tavoli componibili circondati da librerie e un piccolo angolo dedicato al relax. Si lavora in piccoli gruppi e non sono previsti voti o giudizi, gli studenti si valutano da soli seguendo una griglia di riferimento. Info: senzazaino.it. 

La testimonianza «Grazie alla condivisione» racconta Maria Pia, mamma di Francesca e Fabrizio, che frequentano la scuola primaria all’Istituto Gabelli di Bari «i miei figli hanno imparato il rispetto per gli altri e sono diventati autonomi nello studio, ma anche nella vita». L’adesione a Senza Zaino, però, prevede un contributo di 100-200 euro da parte dei genitori.

4) L’agrinido

Stivali, cappello e giacca a vento. È questa la divisa più adatta ai bambini che frequentano un agrinido o un agriasilo, ovvero scuole per l’infanzia private create all’interno di una fattoria. Qui tutte le attività si svolgono in mezzo alla natura: si costruiscono giochi con foglie e cortecce, ci si sdraia nel bosco, si coltiva l’orto. La mensa è a chilometro zero, si mangiano i prodotti dell’orto oppure pizze e focacce impastate dai bambini. Per approfondire, è appena uscito Agrinidi, agriasili e asili nel bosco (Terra Nuova, 9 euro). 

La testimonianza «Ho capito di aver fatto la scelta giusta quando ho visto mio figlio che allattava un agnellino con un biberon» racconta Emanuela Corrado, mamma di Francesco che ha frequentato l’agrinido Lo Spaventapasseri di Castelnuovo di Garfagnana (Lucca). «Grazie al contatto con la natura Francesco ha imparato a tener conto del ritmo delle stagioni. All’inizio avevo paura che il contatto con gli animali potesse provocare allergie. Ma quando ho visto la felicità di mio figlio ho messo da parte ansie e iperprotezione».