Se ne è discusso molto nelle scorse settimane, ma dopo la firma del Decreto Legge 111/2021 è ormai chiaro: a settembre in classe entreranno solo i docenti vaccinati e dotati di Green Pass. Per gli altri è prevista la sospensione, senza remunerazione. A confermarlo è stato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.
Obbligo di Green Pass per gli insegnanti
«Abbiamo un set di regole chiare, che abbiamo ovviamente dato seguendo le indicazioni del Cts. Indicazioni che dicono in maniera molto evidente che tutti coloro che hanno un Green Pass sono dentro la scuola, nel senso che saranno presenti all’inizio della scuola a settembre, invece coloro che non hanno un Green Pass, come dice la norma attuale, ovviamente saranno sospesi». A chiarirlo, intervenendo al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, è stato il titolare del dicastero dell’Istruzione.
Come specificato da Patrizio Bianchi, la certificazione verde nazionale non è però una misura punitiva, bensì «di tutela, è la dimostrazione palese che io penso non solo a me, ma anche ai miei, ai ragazzi, ai figli di tutti noi» ha chiarito il Ministro.
Obiettivo: ritorno in classe in sicurezza
La decisione di rendere obbligatorio il Green Pass servirà, nelle intenzioni del Governo, a garantire un ritorno a scuola «in presenza. Noi siamo convintissimi di questo, abbiamo lavorato su questo già dalla primavera, abbiamo portato in presenza tutti i bambini e i ragazzi, abbiamo fatto tutti gli esami di maturità e abbiamo tenuto aperto le scuole anche in estate. In questo momento – ha ricordato il Ministro – stiamo investendo una quantità di risorse, oltre due miliardi, come mai si è visto».
Ma cosa succederà ai docenti non in regola?
Docenti non vaccinati sospesi e senza stipendio?
Secondo l’ultimo report del 20 agosto presentato al Commissario straordinario (pur non definitivo) sono 213.277 tra insegnanti e personale tecnico a non aver ancora ricevuto la prima dose. Si tratta del 14,55%, che però dovrebbe ridursi prima del 1° settembre, vista l’introduzione della certificazione verde per poter prestare servizio. Nell’ultima settimana sono state 4.500 le vaccinazioni in più somministrate al personale docente. Ciononostante, secondo la segretaria del comparto scuola per la Cisl, Maddalena Gissi, la percentuale d’insegnanti non immunizzati è più bassa e si attesta intorno all’8% perché alcuni docenti, avendo contratto il Covid, hanno tempo 12 mesi per vaccinarsi (con una sola dose). A questi si aggiungono gli insegnanti non di ruolo e quelli che invece appartengono alle categorie fragili e quindi non si possono sottoporre al vaccino.
«Il protocollo approvato nella notte tra il 13 e il 14 agosto, che non ha ricevuto la firma da parte dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp) rappresenta una stretta nei confronti dei lavoratori non vaccinati che non rientrano tra i cosiddetti fragili, ai quali non è stato concesso di sottoporsi a tampone gratuitamente» premette Alessandro Giuliani, Direttore de La Tecnica della Scuola. L’Anp, infatti, non ha sottoscritto il testo «perché contraria alla possibilità che le scuole si facciano carico del costo dei tamponi. Inoltre, il testo non chiarisce quali siano i dipendenti non vaccinati che hanno diritto al rimborso del tampone». I problemi, dunque, restano tanto che nelle prossime ore è previsto un nuovo incontro tra Governo e sindacati e poi con gli stessi dirigenti d’istituto.
«È passata la linea più dura, che prevede una doppia sanzione per chi è sprovvisto di Green Pass: la sospensione dal lavoro, senza retribuzione e senza il conteggio del periodo ai fini previdenziali, e una sanzione pecuniaria da 400 a 1.000 euro. È prevedibile che fioccheranno i ricorsi, i primi sono già stati annunciati sia dai sindacati, sia da legali privati ai quali si stanno rivolgendo alcuni docenti, anche perché la lista delle potenziali patologie che esentano dal vaccino è lunga. Inoltre in molti si chiedono perché, se davvero è così importante l’immunizzazione, non la si è resa obbligatoria, ipotizzando una incostituzionalità di un eventuale provvedimento in tal senso» spiega ancora Giuliani.
Serviranno nuovi insegnanti?
Un altro aspetto delicato riguarda l’eventuale sostituzione di un insegnante che non sia dotato di Green Pass. La circolare relativa prevede che l’insegnante in questione sia sospeso e che venga nominato un supplente, ma non prima di cinque giorni, per non incappare nel disagio di retribuire contemporaneamente due docenti: quello sospeso e il supplente. Come ha specificato la nota esplicativa del Ministero dell’Istruzione al protocollo di sicurezza, un’eccezione alla regola è prevista soltanto per chi non può – per comprovati motivi confermati da un certificato di esenzione – avere la vaccinazione e dunque il Green Pass. Per queste persone è previsto ugualmente l’accesso a scuola. In questo caso le scuole potranno utilizzare parte delle specifiche risorse che saranno loro assegnate, destinandole alla copertura dei costi per effettuare tamponi diagnostici «al personale scolastico, impegnato nelle attività in presenza e che si trovi in condizioni di fragilità sulla base di idonea certificazione medica».
Ma gli addetti ai lavori prevedono anche una corsa al certificato di esenzione. Questo dovrebbe essere rilasciato dal medico di famiglia o da uno specialista, il che «comporta un’assunzione di responsabilità importante da parte di quest’ultimo» aggiunge il direttore de La Tecnica della Scuola.
E gli studenti?
Al momento, non è previsto invece alcun obbligo vaccinale per gli studenti (ad eccezione degli universitari), nonostante la campagna vaccinale spinga per aumentare la copertura negli over 12 anni. Il ministro Bianchi ha spiegato di avere avuto «fiducia nei nostri ragazzi e ce lo dimostra la risposta straordinaria che i ragazzi stanno dando: fra i 16 e i 19 anni siamo già a un grande livello, sopra il 60%» di vaccinazione e, «sotto li stiamo vaccinando tutti: qui il commissario Figliuolo sta facendo un grande lavoro».
Inoltre, «stiamo facendo un monitoraggio sistematico: abbiamo dato più di 100 milioni al commissario per questo, tra i 6 e i 14 anni in modo che la fascia più critica, quella 12-14, sia quella più coperta di tutti. Abbiamo fatto un investimento in fiducia e responsabilità».
Come torneranno in aula, dunque, i più giovani?
Mascherina obbligatoria e Dad
La mascherina rimarrà obbligatoria in classe dai sei anni in su, anche se il ministro Bianchi ha chiarito che in qualche caso potrebbe essere prevista una deroga legata a quello che ha definito «l’addensamento nelle scuole», pur confermando che «sicuramente i bambini dovranno tenere la mascherina». «Il risultato, però, è che nelle classi pollaio si tornerà necessariamente alla Dad in alternanza, perché non ci sono gli spazi adeguati per permettere la presenza di tutti gli studenti in aula: manca, insomma, il metro di distanza, tra uno ragazzo e l’altro, indicato come necessario dal Cts» osserva Giuliani.
Un altro nodo resta, infine, il trasporto pubblico locale: la capienza tornerà da settembre all’80%, con obbligo di mascherina a bordo anche per i passeggeri dotati di Green Pass. Bianchi ha chiarito che sta «lavorando moltissimo con il ministro Giovannini, con le Regioni e tutti gli enti locali che hanno molto intensificato l’offerta».