In un anno scolastico caratterizzato dal caos iniziale a causa delle misure anti-Covid e da molte incertezze, arriva una novità che riguarda la didattica e la formazione dei ragazzi. Si tratta del curriculum degli studenti, che sarà redatto a partire dall’anno scolastico 2020/2021 e sarà allegato al diploma di maturità. Ecco come funziona e a cosa serve.
Cos’è il curriculum degli studenti
Previsto dal Decreto Buona Scuola nel 2015, il curriculum dello studente non è mai decollato. Adesso è arrivato il momento giusto. Una novità per tutti, anche per gli insegnanti che dovranno compilarlo per tre quarti, mentre una restante parte sarà a cura del ragazzo. Conterrà le competenze formali (didattiche) e informali (extra-scolastiche) che avrà acquisito nel percorso formativo dei cinque anni di scuola superiore. Sarà on-line e servirà ad agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro o la presentazione ai fini universitari. «È importante perché significa che si prende atto dell’importanza del percorso completo dello studente e perché rappresenta un ponte verso il mondo professionale. Oltre al profilo scolastico in senso stretto, infatti, riporta le attività extrascolastiche maturate in ambiti differenti, dal volontariato all’associazionismo, offrendo la possibilità di valorizzarle al meglio» spiega Alessandra Rucci, dirigente scolastico dell’IIS Savoia Benincasa di Ancona, una delle scuole fondatrici del movimento Avanguardie Educative guidato da INDIRE, l’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione.
No ai risultati Invalsi, sì a musica e sport
Ma cosa potrà contenere il curriculum? Nel documento non saranno inseriti i risultati delle prove Invalsi, mentre potranno entrare le cosiddette attività extrascolastiche. Mentre l’ambito didattico formale sarà a cura dei docenti, sarà lo stesso studente a inserire nel proprio cv le informazioni relative a quelle che in ambito lavorativo sono chiamate soft skills: «Il concetto è proprio questo: si potranno inserire, ad esempio, le certificazioni linguistiche di livello europeo che le scuole esortano a ottenere anche al di fuori delle ore di lezione in classe; spazio anche alle competenze informatiche, come la patente di computer o di robotica, che sono rilasciate in particolare negli istituti informatici» spiega Rucci.
Più responsabilità agli studenti
Un altro aspetto innovativo consiste nel fatto che si affida allo studente la compilazione della parte extrascolastica: «È un modo per responsabilizzare i ragazzi e far prendere loro consapevolezza dell’importanza di alcune competenze e del fatto di poterle mettere in rilievo, nell’ottica di un avvio al mondo del lavoro. Così, anche le esperienze maturate ad esempio in estate con piccoli lavori stagionali o le passioni personali (la conoscenza di uno strumento musicale ad alto livello o la pratica sportiva agonistica) possono diventare un valore aggiunto» aggiunge la dirigente.
Uno strumento prezioso per il lavoro
«Si
tratta di un passo avanti molto importante, che si attendeva da tempo, specie da
parte degli studenti delle scuole superiori professionali o tecniche. L’esempio
è quello dell’a ex alternanza scuola-lavoro, che ha dato ottimi risultati
specie in questo tipo di istituti e soprattutto al nord, premiando molto gli
studenti che l’hanno seguita. Il fatto di estendere potenzialmente a tutti gli
studenti questa opportunità di farsi conoscere meglio è quindi fondamentale e
completa un percorso già avviato con la riforma della Buona Scuola nel 2015» osserva anche Alessandro Giuliani, direttore de La
Tecnica della Scuola.