Ci mancava solo la preoccupazione dei contagi ad aggravare la cronica condizione delle cattedre vuote. Un problema che si ripresenta ogni anno e al quale ora si è sommata la paura Covid, che ha spinto alcuni insegnanti a chiedere l’esonero dal servizio a diretto contatto con gli studenti, spesso portatori sani. Si tratta di lavoratori fragili per condizioni pregresse, come immunodepressione, malattie oncologiche o di altro tipo, che dunque risultano più esposti a eventuali conseguenze di un contagio da coronavirus. «Ma in realtà il problema è ben più serio e a monte, a partire dalla formazione del corpo docenti» spiega Mario Sanguinetti, responsabile nazionale del settore scuola della CGIL. «Siamo di fronte al frutto di anni di scarsa programmazione, con università a numero chiuso dalle quali non escono insegnanti in numero sufficiente» aggiunge Sanguinetti.
La call rapida: come funziona
Per far fronte all’emergenza il governo ha dato il via libera ad assunzioni in ruolo a tempo indeterminato tramite la procedura della call veloce. La domanda, presentabile dal 29 agosto e fino al 2 settembre, permette ai docenti già iscritti in una GAE (graduatoria ad esaurimento) in una provincia, di presentare domande anche in una seconda provincia oppure in una seconda regione nel caso di graduatorie per vincitori di concorso. «Si tratta di una possibilità in più per gli insegnanti che per esempio si trovano da tempo in una graduatoria in cui difficilmente riusciranno a ottenere un posto perché dietro a molti altri candidati. Per esempio, per chi si trova a Roma, è possibile presentare domanda a Frosinone, dove le liste sono meno lunghe e la probabilità di arrivare ad assunzione in minor tempo è maggiore. Lo stesso vale per chi si trovi in Toscana e decida di candidarsi anche in Lombardia, per la stessa classe di concorso, come ad esempio matematica o scienze. Va invece tenuto presente che non conviene presentare domande al sud, dove la situazione è peggiore, perché c’è abbondanza di candidati e scarsità di posti, tant’è che per le supplenze si ricorre a neolaureati o personale con la triennale» spiega l’esperto della CGIL.
«La call rapida era stata utilizzata qualche
anno fa, per poi essere abbandonata. Ora si è tornati a farne ricorso data la
situazione di emergenza» spiega ancora Sanguinetti. Ma perché mancano insegnanti
da assumere?
Perché mancano docenti
«Purtroppo scontiamo una scarsa programmazione a monte, che prosegue da anni e che si unisce ai numerosi pensionamenti. La situazione è particolarmente grave alla scuola primaria. Basti pensare che i laureati in Scienze della Formazione ogni anno sono circa 5/6.000, perché tanti ne escono da un corso a numero chiuso. Ma i pensionamenti sono circa il doppio, 13.000» spiega Sanguinetti.
Come fare, dunque, a coprire i buchi d’organico? «Al momento si procede con le maestre “anziane” che hanno ancora il diploma magistrale. Oppure con neolaureate e neolaureati appena usciti dall’università e spesso senza la minima esperienza di insegnamento. Succede di frequente che gli iscritti al terzo, quarto o quinto anno di Scienze della Formazione siano iscritti alle graduatorie delle supplenze e, data la necessità di insegnanti, siano chiamati nelle scuole» spiega il sindacalista.
Le «assunzioni fantasma»
Neppure l’assunzione di 85mila docenti, annunciata dal ministero dell’Istruzione insieme a quello dell’Economia, sembrano in grado di risolvere la situazione critica. «Si tratta di assunzioni fantasma – denuncia Sanguinetti. Per esempio, a Roma sono previste 280 assunzioni per altrettanti insegnanti di matematica e scienze, ma in realtà questi posti rimarranno vuoti perché mancano candidati. Il problema è particolarmente grave proprio nell’area scientifica e in particolare al nord, ma non risparmia neppure il centro. Non va meglio, poi, nell’area umanistica: sempre a Roma i posti “liberi” sarebbero 320 per altrettanti insegnanti di lettere da regolarizzare, ma anche in questo caso non ci sono candidati». Perché? «Perché chi aveva i titoli, avendo vinto i concorsi del 2016, del 2018 e facendo parte delle GAE, è già stato assunto» spiega Sanguinetti. Ma allora come si copriranno le cattedre? «Con le supplenze annuali, che dunque saranno svolte da personale precario. Per evitare di dover cambiare insegnante ogni anno occorrerebbero assunzioni tramite un nuovo concorso» spiega il sindacalista.
E il concorsone?
«Per ridurre il precariato è stato indetto un concorso straordinario, poi sospeso a causa dell’emergenza sanitaria e che ora dovrebbe svolgersi a ottobre, se le condizioni lo permetteranno. Si tratta di 32mila posti per docenti che abbiano maturato almeno 3 anni di servizio (intesi come 180 giorni minimi in un anno scolastico) e che saranno chiamati a svolgere una sola prova scritta, con quesiti a risposta aperta». Niente prova orale, dunque, né pratica, dettagli che avevano sollevato più di una polemica all’epoca dell’uscita del bando. L’esito arriverà però non prima del 2021, con immissione in ruolo presumibilmente per il prossimo anno scolastico 2021/2022.