1. Istituto Majorana di Brindisi (www.majoranabrindisi.it).
Caro libri addio. In questa scuola superiore pugliese i testi li scrivono i docenti.
«Il nostro progetto si chiama “Book in progress” ed è seguito da altre 200 scuole» dice il dirigente Salvatore Giuliano.
«Le famiglie spendono 50 euro e noi investiamo su altre tecnologie. Come l’Oculus rift, gli occhiali che permettono agli studenti di entrare nella realtà virtuale e visitare la Cappella Sistina o fare esperimenti di chimica».
2. L’Asilo nel bosco di Ostia Antica (www.associazionemanes.it).
«Siamo l’unica materna in cui la didattica si fa fuori dalla classe» spiega l’educatore Paolo Mai.
«I nostri bimbi durante il giorno danno da mangiare alle galline, giocano con gli scavi archeologici, imparano a riconoscere la natura».
Ispirato alle esperienze del nord Europa e alle teorie Montessori e Steiner, a settembre l’asilo aprirà in 20 città.
3. Istituto superiore Pacioli di Crema (www.pacioli.net).
La formula “1×1: un pc per ogni studente” in questa scuola non è rimasta sulla carta.
«Abbiamo lanciato un laboratorio insieme al prestigioso Massachusetts institute of technology di Boston» dice il dirigente Paola Viccardi. «Nella nostra scuola si impara con video, schermi touch screen e dialoghi in diretta con gli scienziati. Ai ragazzi proponiamo corsi di educazione finanziaria, scambi con studenti americani e lezioni di lingua cinese, seguitissime».
L’istituto è tra le 20 eccellenze della rete Avanguardie educative, un titolo assegnato alle scuole “pioniere” in Italia.
4. Istituto Pacinotti-Archimede di Roma (www. pacinottiarchimede.gov.it).
Già all’ingresso si capisce che questa scuola romana ha qualcosa di speciale: ad accoglierti c’è un robot progettato dagli studenti per salvare le persone durante alluvioni, terremoti e altri disastri naturali.
«Ne siamo orgogliosi. Così come andiamo fiere delle ragazze che hanno vinto una gara di coding, il linguaggio per programmare sul web» spiega la dirigente Valeria Santagata.
«Ma abbiamo anche lezioni di fisca in cui l’insegnante si tuffa in piscina con gli alunni per spiegare il principio di Archimede. E le materie scientifiche in inglese».
5. Scuola città Pestalozzi di Firenze (www.scuolacittapestalozzi.it).
Questa primaria e secondaria da anni sperimenta nuove didattiche ed è stata scelta dal Miur per il progetto digitale scuol@ 2.0. Ma le radici col passato sono ancora forti.
«È una scuola nata nel dopoguerra per insegnare ai piccoli la democrazia» dice il dirigente Stefano Dogliani.
«Ancora oggi il Consiglio degli alunni propone e vota le attività quotidiane. E gli studenti partecipano al “curriculum di educazione socioaffettiva”, giochi e moduli per risolvere i conflitti».
6. Istituto comprensivo Ciresola di Milano (www.icsciresola.gov.it).
Ha più di 1.100 alunni. Eppure in questa grande scuola primaria e secondaria l’attenzione per il singolo rimane una priorità.
«Il laboratorio di espressività teatrale valorizza le abilità dei bambini, è una palestra emotiva che aiuta a superare i piccoli problemi quotidiani» spiega la dirigente Anna Polliani.
«Abbiamo molti alunni stranieri e il teatro diventa uno strumento per l’integrazione». Alla Ciresola i bambini della primaria fanno lezioni bilingue e alla secondaria gli studenti possono lasciare lo zaino a casa: la didattica è completamente digitale, con l’uso quotidiano di tablet e pc al posto dei libri.
7. Collegio del mondo unito di Duino, Trieste (www.it.uwc.org).
Fa parte della rete scuole UWC fondata negli anni ’50 dal pedagogo tedesco Kurt Hahn.
La filosofia? Riunire ragazzi di tutto il mondo per prevenire conflitti di origine religiosa, culturale e razziale. A Duino si contano 80 alunni di origine straniera.
«Oltre a lezioni di musica, fotografia e volontariato, gli studenti trascorrono gli ultimi 2 anni delle superiori preparandosi per il baccellierato, che vale per entrare nelle università di tutto il mondo» dice il segretario generale Valentina Bach.
8. Istituto Paciolo-d’Annunzio di Fidenza (Parma, www.paciolo-dannunzio.gov.it).
Le classiche aule con cattedre e banchi? Un ricordo.
«Ogni stanza ha 2 lavagne multimediali» spiega il dirigente Giovanni Fasan.
«I tavoli si uniscono per lavorare in piccoli gruppi, le sedie diventano postazioni con i pc. Sostituiamo la lezione classica con momenti di “brainstorming” in giardino: un confronto in cui i giovani sono protagonisti e non spettatori».
9. Direzione didattica III circolo di Perugia (www.terzocircoloperugia.it).
«La nostra è una scuola molto particolare». Ride Iva Rossi, dirigente di un comprensiorio che comprende 5 scuole dell’infanzia e 3 primarie di Perugia.
«Oltre al coro e all’orchestra tra i nostri progetti abbiamo il laboratorio circense: gli alunni si cimentano con volteggi sul trapezio e numeri da funamboli che li invogliano a superare i propri limiti. Così migliorano anche i loro voti. Abbiamo messo da parte la classifica divisione in materie e lavoriamo per tematiche e argomenti, con il tablet ,sempre a disposizione».
10. Istituto Marco Polo di Bari (www.marcopolobari.it).
L’innovazione serve se fa rima con occupazione. Ecco lo slogan di questa rinomata scuola pugliese.
«Collaboriamo con le realtà locali» dice il dirigente Antonio Guida. «Quest’anno i ragazzi hanno ideato un’app per i musei della città e fatto uno studio di marketing con un’azienda che produce caffè. Con Educational web tv, invece, documentano ogni settimana ciò che accade nella regione e imparano a montare video, fare ricerche e servizi».
In più, lezioni in lingua straniera (tipo matematica in spagnolo).