Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo: dal 60 all’85% degli europei e degli americani ne beve almeno uno al giorno. Nel nostro Paese è un pilastro della cultura e dello stile di vita. Se il caffè, nelle sue molteplici varianti, è diventato per molti un rituale irrinunciabile della routine quotidiana, ci sono persone che non apprezzano il suo gusto deciso, tendente all’amaro. All’origine dell’apprezzamento o meno di questa bevanda, che avrebbe avuto origine in Etiopia in pieno Medioevo, ci sarebbe secondo gli scienziati una predisposizione genetica.

Una ricerca su genoma e consumo di caffè

In un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Neuropsychopharmacology, i ricercatori della Schulich School of Medicine & Dentistry presso la Western University in Ontario e dell’Università della California a San Diego hanno esaminato ingenti volumi di dati genetici e sul consumo di caffè, per determinare se esistessero chiari collegamenti tra DNA e consumo della bevanda.

donna beve caffè

“Abbiamo utilizzato questi dati per identificare le regioni del genoma associate alla maggiore o minore probabilità che una persona consumi caffè“, ha affermato Hayley Thorpe, principale ricercatrice dello studio e borsista post-dottorato presso il Dipartimento di Anatomia e Biologia Cellulare presso la Schulich School of Medicine & Dentistry, in Ontario. “E poi abbiamo identificato i geni e la biologia che potrebbero essere alla base dell’assunzione di caffè”.

I collegamenti fra varianti genetiche e il consumo di caffè

La ricerca ha preso in esame dati della biobanca britannica e dell’azienda statunitense 23andMe, specializzata in test genetici per rilevare tratti ereditari, genealogia e possibili fattori di rischio congeniti. Alla luce delle loro analisi, i ricercatori hanno scoperto chiari collegamenti tra alcune varianti genetiche e il consumo di caffè.

Le correlazioni con obesità e abuso di sostanze

Queste stesse varianti genetiche, inoltre, erano associate anche ad un aumento del rischio di obesità e abuso di sostanze. “Nonostante le precedenti prove fenotipiche che l’assunzione di caffè conferisce benefici per la salute, abbiamo trovato associazioni genetiche per lo più con esiti avversi nelle coorti statunitensi e britanniche, in particolare con l’uso di sostanze e tratti legati all’obesità”, hanno scritto i ricercatori. “Ciò non significa che chi beve caffè farà uso di sostanze o svilupperà l’obesità, ma piuttosto che la predisposizione genetica al consumo di caffè è correlata in qualche modo a questi tratti”.