È una delle false credenze dura a morire tra le donne: anche con un seno estremamente denso, quindi con poco tessuto adiposo, c’è un rischio di tumore alla mammella. Anzi, secondo uno studio americano appena pubblicato su JAMA Network Open, le donne con un seno meno abbondante perché meno adiposo, hanno fino a quattro volte più probabilità di contrarre il tumore al seno.
Seno piccolo: perché è ad alto rischio di tumore
Lo studio, condotto su circa 2.300 donne di differenti etnie e con un’età compresa tra 40 e 76 anni, risulta particolarmente importante per sfatare due falsi miti: il primo riguarda il fatto che chi ha un seno più “grasso”, che spesso è caratteristico di un’età adulta, abbia più probabilità di andare incontro a un tumore alla mammella; il secondo riguarda invece chi, essendo meno “prosperosa”, pensa che sia inutile sottoporsi a mammografia. Il 93% delle donne intervistate dai ricercatori americani, infatti, non considerava il seno denso come un fattore di rischio significativo. Una conclusione che però è errata.
Diversamente da quanto si possa immaginare, infatti, il motivo della maggiore probabilità non è legato ad una predisposizione, bensì alle difficoltà di diagnosi: in pratica nelle donne con un seno molto denso è più difficile vedere un possibile tumore.
Perché in un seno denso la diagnosi è più difficile
Per seno denso si intende quello con una grande quantità di tessuto fibroso e ghiandolare, e meno adiposo. Effettuando la mammografia, quest’ultimo appare di colore nero, mentre il tessuto del seno piccolo risulta bianco, proprio come un eventuale tumore. Per questo i radiologi potrebbero avere maggiori difficoltà nell’individuare un cancro. «In un seno completamente grasso – quindi con tanto nero sulla mammografia – possiamo essere precisi fino al 98%. Ma la nostra sensibilità può scendere molto in basso – in alcuni studi, anche fino al 30% – con un seno estremamente denso» ha chiarito Christine Gunn, ricercatrice presso il Dartmouth Institute for Health Policy and Clinical Practice, che ha effettuato la ricerca.
Autopalpazione: primo passo
Proprio le difficoltà di diagnosi con la mammografia, consigliata a tutte le donne dopo i 40 anni, prevedono che si proceda con altri esami per chi ha un seno particolarmente denso: «In questi casi la mammografia ha meno efficacia perché non si riesce a vedere cosa ci sia sotto le cellule fibrose, quindi il primo passo e il più consigliato è quello dell’autopalpazione, che ogni donna dovrebbe imparare a fare, fin da quando è in età scolare. In chi ha un seno meno grasso è anche più facile. È consigliabile effettuarla nei giorni dopo il ciclo mestruale, in piedi davanti a specchio o sotto la doccia con la mano insaponata, palpando con l’indice e il medio della mano guida, intorno al capezzolo», spiega Saverio Cinieri, presidente dell’AIOM, l’Associazione italiana di oncologia medica.
Gli esami da fare
«Per questo motivo nelle donne giovani o con seno denso si preferisce l’ecografia e, solo in caso di ragione dubbio diagnostico, si può pensare a mammografia e risonanza magnetica, quest’ultima come ultimo passaggio – prosegue l’oncologo – Oggi, comunque, esistono tomografi per la mammografia (che servono a effettuare uno specifico tipo di mammografia) che sono in grado di offrire una maggiore precisione diagnostica e permettono di individuare cellule tumorali anche in un seno denso e giovanile», chiarisce Cinieri.
Chi ha il seno denso: l’identikit
«In genere, le donne più giovani avranno seni più densi. Con l’avanzare dell’età, proprio come altre parti del nostro corpo, acquisiamo più grasso, quindi il tessuto mammario può contenere più tessuto adiposo», chiarisce Melissa Durand, professore associato presso il Dipartimento di radiologia e imaging biomedico della Yale School of Medicine.
L’età, dunque, può influire, insieme ad altre condizioni, come ad esempio una gravidanza o l’allattamento, come una eventuale terapia ormonale e il peso: nelle donne più magre è frequente che anche il seno sia più piccolo e in genere meno adiposo. Anche le etnie, però, possono concorrere a fare la differenza per quanto riguarda i fattori di rischio: «La ricerca è stata condotta negli Stati Uniti intervistando un campione piuttosto ampio di donne, delle quali il 27% era afroamericano e il 14% ispanico, ossia due etnie che negli Usa si sottopongono meno a screening mammografici. Tra chi ha maggiori probabilità di tumore al seno ci sono, invece, le donne ebree bianche, che però negli Usa sono generalmente molto sensibili alla prevenzione. Lo studio di fatto indica quali sono le percezioni delle donne, relativamente ai fattori di rischio: emerge che temono – erroneamente – solo la familiarità a un tumore, mentre ci si dovrebbe informare maggiormente sugli altri fattori di rischio», ribadisce Cinieri.
Più il seno è denso, più alto è il rischio di cancro
«Lo studio, molto complesso e molto ben fatto, fornisce dunque una serie di indicazioni: la prima è che le donne non conoscono a fondo il concetto che una maggiore densità mammaria è un fattore di rischio per il cancro alla mammella. È un dato emerso anche da un nostro studio, condotto presso la Asl di Brindisi e che pubblicheremo a breve – prosegue il presidente AIOM – Il secondo dato, però, riguarda proprio gli altri fattori di rischio: partendo dalla considerazione che non si può fare nulla per cambiare il proprio tipo di seno, molto invece si può fare per quanto riguarda lo stile di vita. Una maggiore attenzione alla dieta cercando di evitare il sovrappeso e l’obesità, una regolare attività fisica e l’abbandono del fumo svolgono un ruolo fondamentale», conclude Cinieri.