«Maestro ma tutti i genitori hanno fatto sesso? È difficile la procedura?». Se in Italia ci sono bambini che a dieci anni fanno queste domande all’insegnante, in Inghilterra, invece, il ministro della pubblica istruzione Justine Greening ha annunciato che l’educazione sessuale sarà obbligatoria in tutte le scuole del Regno a partire dai quattro anni. Alla “primaria” saranno spiegati i principi basilari mentre alle “medie” si parlerà di rapporti sessuali e di come proteggersi dalle malattie trasmesse sessualmente.
In Italia non si insegna l’educazione sessuale e affettiva
In Italia dopo decenni di proposte di Legge depositate in Parlamento non esiste una normativa che rende obbligatoria l’educazione sessuale e affettiva.
Le conseguenze sono davanti agli occhi di chi entra in classe ogni giorno. Ogni anno, in quinta, quando annuncio che studieremo il corpo umano in scienze, mi ritrovo di fronte a una serie di sorrisetti ingenui e innocenti che nascondono una sfrenata curiosità per tutto ciò che riguarda il sesso.
Ho affrontato l’argomento senza alcuna remora, con la porta della classe aperta come avviene per ogni lezione. Mentre rispondevo alle più disparate domande, uno dei miei alunni si è alzato ed è andato a chiudere la porta. Passati pochi minuti l’ho di nuovo aperta senza dar peso al gesto del mio alunno. Ma nulla da fare. Mentre parlavo, Manuel, si è di nuovo alzato dal banco con lo stesso intento.
A quel punto ho fermato la lezione: «Scusa ma perché dobbiamo chiuderci in aula?». La risposta basterebbe a comprendere la necessità di una norma: «Perché di certe cose, maestro, meglio parlarne senza farsi sentire» mi ha risposto.
Eccolo il tabù. Eppure i nostri ragazzi vogliono sapere. Anzi già sanno ma in maniera sbagliata, a volte distorta. Basta raccogliere i loro interrogativi per comprendere.
I bambini sono ingenui ma non sprovveduti
Domande le più diverse tra loro. Marco mi ha chiesto: «Ma la vagina non è piccola per far entrare il pene?». Mentre Giovanni deve aver avuto qualche informazione errata visto l’interrogativo: «Non si ha paura di esagerare?». C’è chi con il sesso ha già avuto a che fare, almeno in Rete, come Mirko che parte con un «Che cos’è il porno?». Ma c’è anche chi vuole capire meglio e mi domanda: «Cosa cambia tra amore e sesso?».
Eppure se si affronta l’argomento con competenza e serietà, partendo magari proprio da quei risolini, anche i bambini arrivano alla consapevolezza dell’importanza dell’educazione sessuale: «Noi la prendiamo come una cosa strana, stupida ma in realtà è un argomento serio» mi ha scritto Marta.
E c’è chi già sa che vale la pena di affrontare il tema: «Prima o poi quando saremo grandi capiterà anche a noi di parlarne. Per fare il futuro bisogna fare il sesso perché dal sesso nascono i bambini che sono il futuro». Ma nessuno pensi che i bambini sanno che il sesso serve solo per procreare perché c’è anche chi mi ha chiesto: «Come si fa a non fare figli quando vuoi fare sesso?» o «Il preservativo è utile?».
Ma forse la domanda più bella che mi sia mai capitata e che forse vale la pena di ricordare anche a noi grandi è questa: «E quando si finisce cosa si fa?».