Ha tanti nomi, ma di fatto è sempre la stessa sostanza chimica: metanfetamina. I ragazzi la chiamano: ‘Shaboo‘, oppure ‘Icy’, ‘Crystal’ o ‘droga etnica‘. È molto pericolosa e sta invadendo in particolare la piazza milanese. Alle Colonne di San Lorenzo, nota zona si movida e di spaccio, sono stati pizzicati tre pusher cinesi. Ha l’aspetto del sale grosso e viene fumata. Costo: fino a 400 euro per grammo.
I genitori di ragazzi adolescenti dovrebbero preoccuparsi?
Ci spiega Riccardo Carlo Gatti, responsabile del Dipartimento dipendenze dell’Asl di Milano: “Questa droga è particolarmente potente: può provocare disturbi sia a livello mentale sia a livello dell’apparato cardiocircolatorio, sulla capacità di mantenere il controllo e di essere presenti nella realtà. Non è una droga da nulla soprattutto se usata sporadicamente. In passato, ha avuto un uso come sostanza ‘dopante’ per lavori di certe etnie (per esempio quella filippina, ndr), proprio per reggere ritmi elevati e duri, senza mai stancarsi”. La metanfetamina infatti toglie sonno, fame e fatica per 14, anche 16 ore. Ci si sente pieni di energia, peccato che poi ci sia il tracollo totale. “Può creare dipendenza, specie se assunta con regolarità. Il problema vero sono i disturbi mentali e di disinibizione che provoca. Alcuni possono regredire, altri restano”, aggiunge l’esperto.
Da noi come arriva lo Shaboo?
Inizialmente prodotta e consumata solo nelle Filippine, questa droga sintetica si è diffusa molto nel Nord Europa, dove ha fatto registrare diversi sequestri. Da noi arriva principalmente attraverso gli scali aerei poiché è estremamente complicato intercettare lo Shaboo, essendo inodore. L’Italia è un punto di passaggio: grandi porti come quello di Genova o di Gioia Tauro sono gli hub principali per queste droghe che poi possono prendere la strada di altri paesi europei.
Forte preoccupazione
“Il fatto che una droga così potente sia venduta da una etnia diversa dalle solite, cioè i cinesi, ci fa pensare che stiano cambiando i canali tradizionali dello spaccio. Sappiamo che a Milano circola di tutto, ma in questo caso è come se si stesse ‘alzando il tiro’. Nel marcato attuale degli stupefacenti non c’è più l’organizzazione narcotrafficante monopolista che spacciava quello che voleva lei. Siamo a una deregulation totale, e accanto ai grandi, abbiamo tanti leader locali. Piccola e grande criminalità che sta testando ‘il terreno’ per vedere se è recettivo e se può portarci sostanze ancora più potenti. Questa è la vera preoccupazione”, spiega ancora Riccardo Carlo Gatti.