Editore, imprenditore, politico. Quante definizioni per Silvio Berlusconi, da più di 20 anni sulla scena politica italiana e oggi presidente di Forza Italia, anche se non siede in Parlamento, per le vicende che in seguito vedremo. Ma chi è il Cav?
Gli inizi
Silvio Berlusconi è il primo dei tre figli di Luigi e Rosa Bossi. È nato a Milano, il 29 settembre 1936. Maturità dai Salesiani, università alla Statale di Milano. Laurea in Giurisprudenza con una tesi su “Il contratto di pubblicità per inserzione”. Prende 110 e lode e vince anche una borsa di studio presso l’agenzia Manzoni. La vera svolta avviene nel 1963. In Italia sono gli anni del boom economico, lui intuisce il momento storico, la necessità di espansione della città. Crea la “Edilnord di Silvio Berlusconi & C”, con capitale versato da un socio svizzero. Nel 1968, acquista per oltre 3 miliardi di lire un’area di 712 mila metri quadrati a Segrate, alla periferia orientale di Milano. Vi realizza Milano2, un quartiere residenziale sul modello olandese. Case e giardini ben tenuti, tanto verde, un laghetto al centro e piste ciclabili tutte collegate. Il simbolo di Milano, il Biscione con il fiore in bocca, diventerà il marchio di tutto: dalle tv alla pubblicità, allo stesso quartiere. Un nuovo brand. Milano 2 sarà il cuore di tutta l’attività imprenditoriale iniziale: lì cominceranno le tv private e gli uffici di Publitalia ’80, per raccogliere la pubblicità. Ancora oggi al mitico “Palazzo dei Cigni”, ci sono una struttura di produzione tv e le redazioni delle news.
Le tv, i giornali, il Milan
La mamma di Canale 5 si chiama Telemilano. È nata negli scantinati di Milano2. Berlusconi intuisce le potenzialità della tv, fino a ieri in mano al monopolio Rai. Sono gli anni delle libere antenne. Nel 1977, nasce Telemilano, tv via cavo riservata proprio per gli abitanti della nuova frazione residenziale di Segrate, una tv tenuta a battesimo da Mike Bongiorno. Nel 1977, diventa azionista de Il Giornale. Da Rusconi, nel 1982, compra Italia Uno. E nel 1984, da Mondadori, Rete4. Nasce il polo televisivo di Fininvest, che poi diventerà l’odierna Mediaset. Come riesce a trasmettere a livello nazionale, se la legge italiana non permette a nessuna tv – che non sia la Rai – di eccedere il livello locale? Berlusconi trova il modo di aggirare questo limite con una “interconnessione simultanea regionale”. Un programma viene registrato negli studi di Milano, duplicato in centinaia di cassette e spedito in tutte le emittenti regionali consociate per una trasmissione contemporanea a un determinato giorno e a una determinata ora. I pretori di Roma, Torino e Pescara oscurano nelle loro regioni le sue reti tv sostenendo che quel meccanismo è fuori legge. Lo salverà Craxi che, presidente del consiglio dei Ministri, emana un decreto legge che ripristina per l’emittenza privata la situazione precedente ai provvedimenti di sequestro. Il decreto “Salva-Berlusconi” verrà approvato nel febbraio 1985. Il 20 febbraio 1986 acquisisce la squadra di calcio del Milan. Il 29 aprile 1991 si chiude invece la “Guerra di Segrate”: un’estenuante battaglia per il controllo della casa editrice Mondadori, che è anche un lungo confronto politico – economico. Alla fine, al gruppo di De Benedetti andranno la Repubblica, L’Espresso e i quotidiani locali della Finegil, a Berlusconi i libri e i periodici del gruppo di Segrate. Ma la spartizione avrà strascichi giudiziari fino al 2013.
Silvio Berlusconi e la politica
1994. È l’anno della sua “discesa in campo” in politica, annunciata con un messaggio diffuso dalle sue reti tv. Lo scenario è quello della fine della prima Repubblica e di una nuova legge elettorale. “Avevo capito che soltanto una aggregazione delle forze moderate avrebbe potuto contrastare la sinistra. Ma i primi contatti con gli uomini politici dell’area di centro erano stati deludenti”, spiegherà Berlusconi a Bruno Vespa (ne ‘Il cambio’, Mondadori, 1994). Riunioni e incontri riservati con il suo ‘entourage’, alcuni mesi prima, lo avevano indotto a fondare “Forza Italia”, movimento politico moderato, con un’organizzazione diversa dalla tradizione. C’era un presidente e non più un segretario politico, e un’assemblea degli associati. E tanti “club” sul territorio. Non più sezioni di partito. Berlusconi vince le elezioni politiche del 1994 e il 27 aprile giura nella mani del presidente Scalfaro: è presidente del consiglio dei ministri. La Lega gli nega la fiducia e decade a fine anno: è il ribaltone. Torna a guidare il paese nel 2001. Nel salotto televisivo di “Porta a porta”, Berlusconi sottoscrive un ‘contratto con gli italiani’, una genialata elettorale (un impegno formale, sottoscritto davanti alle telecamere con cui prendi diversi impegni concreti verso gli elettori). E l’11 giugno nasce il governo Berlusconi 2, seguito da un Berlusconi 3, un rimpasto per alcune vicissitudini con gli alleati. Nel 2007, parte la federazione con il partito di Alleanza nazionale e con la svolta annunciata in piazza San Babila a Milano, nasce un nuovo soggetto politico: il Pdl, il Popolo delle libertà. E’ di nuovo premier nel 2008, dopo la caduta del governo Prodi, anche questa determinata da un’alleanza troppo eterogenea de partiti di centrosinistra. L’otto maggio 2008, giura al Quirinale (è premier per la quarta volta). Sarà costretto alle dimissioni nel 2011: la crisi dello “spread”, una tempesta finanziaria per il nostro paese che non riesce a vendere i titoli del suo debito pubblico, l’Unione europea che preme per riforme concrete per la nostra economia e la perdita della maggioranza che lo sosteneva, lo portano alle dimissioni il 12 novembre. Conclusa l’esperienza del Pdl, rifonda Forza Italia nell’ottobre del 2015.
I guai giudiziari
Berlusconi si ritiene un “perseguitato” dalla magistratura. Le “toghe rosse” – sostiene – ce l’hanno con lui per avversione politico. Di certo sono tanti i reati a lui contestati e che l’hanno portato più volte in tribunale. Corruzione, concorso in strage, falso in bilancio, concussione, giusto per citarne alcuni. Diversi precedimenti sono in corso, altri si sono chiusi con l’archiviazione; altri sono finiti in prescrizione, o chiusi per amnistie o per proscioglimento. Solo in un caso c’è stata una sentenza definitiva che l’ha condannato al terzo grado di giudizio. Si tratta della condanna della Corte di Cassazione del primo agosto 2013 (che ha confermato una sentenza di appello) per il processo Mediaset, una complessa indagine che riguarda fondi neri, frode fiscale e falso in bilancio sui diritti tv. È l’unica sentenza passata in giudicato. Come conseguenza, il 27 novembre dello stesso anno Silvio Berlusconi è stato dichiarato decaduto da parlamentare della Repubblica, su decisione del Senato. Fuori dal Palazzo, ma non dalla vita politica: continua a essere un esponente di primo piano della politica italiana, essendo il presidente di Forza Italia.