Costa poco, assomiglia alla cocaina, si sniffa nello stesso modo e infatti si chiama Sniffy. È il nuovo prodotto che sta diventando di moda e che, secondo gli esperti, rischia di indurre al consumo della droga che imita, anche perché viene pubblicizzata dicendo che è in grado di «aumentare istantaneamente la tua energia per 20-30 minuti». Ma non è altro che una polvere a base di ingredienti energizzanti, come taurina e caffeina.
Cos’è Sniffy
In realtà con le sostanze stupefacenti non ha pressoché nulla in comune: non è una droga, non dà dipendenza e costa molto meno: 15/20 euro al grammo, che basterebbe a fornire una carica di energia per 20/30 minuti. Ma si tratta di un prodotto che ha destato allarme: «È evidente che si tratta di un prodotto “stimolante”, che contiene ingredienti che si trovano anche in altri integratori alimentari, ma preparato in questo modo strizza l’occhio all’assunzione di altre sostanze che si sniffano, in primo luogo la cocaina che in Europa sta vedendo consumi molto elevati», commenta Riccardo Gatti, medico, psichiatra, coordinatore del Tavolo tecnico sulle Dipendenze della Regione Lombardia.
L’allarme in Francia per Sniffy
Disponibile in modo legale sul mercato (on-line o in tabaccheria, in confezioni che contengono anche una mini-cannuccia per l’assunzione via naso) in alcuni Paesi europei come Austria, Germania e Svizzera, adesso in Francia è al centro dell’attenzione. Diversi influencer ne hanno promosso il consumo, sottolineando l’effetto energizzante, senza gli effetti negativi della droga che mima. Ma il ministro della Salute, Frédéric Valletoux, lo ha bollato come «spazzatura», dicendo che il Governo è pronto a vietarlo «appena potremo».
Cosa contiene la polvere energizzante
Sniffy contiene una serie di ingredienti che si trovano già in commercio sotto altre forme, come drink energetici, integratori e altri alimenti: si va dalla L-arginina a caffeina, creatina, L-citrullina, taurina, beta-alanina, maltodestrine. «Questo prodotto può avere un doppio effetto trascinante e attrattivo: da un lato il fatto di assumerlo sniffando richiama il consumo della cocaina, dall’altro potrebbe influenzare anche i consumi di coloro che già conoscono la cocaina, creando una sorta di sinergia di mercato», osserva Gatti.
Sniffy induce comportamenti di dipendenza
Il problema, infatti, va ben oltre la composizione della polvere: «Intanto stiamo assistendo a una progressiva sinergia dei mercati legali con quelli illegali. Il risultato è un mass market, un mercato globale, di massa, dove l’importante è che il cliente finale assuma un prodotto, dunque lo compri – spiega Gatti – La dipendenza, quindi, può anche non essere dalla sostanza in sé, ma da un comportamento. Se prendiamo ad esempio il consumo di una droga e il gioco d’azzardo, vediamo che in entrambi i casi si induce una dipendenza. Lo stesso accade a chi si reca nei luoghi di spaccio, come alcuni parchi cittadini: a spingerlo non è solo l’acquisto della sostanza, ma il rituale annesso, il ricorso a comportamenti e a un linguaggio che portano a identificarsi con alcune persone e luoghi».
Lo stimolo ai “consumi additivi”
Il principio, dunque, è lo stesso: «Si inizia con alcuni gesti, come sniffare la polvere bianca che ricorda la cocaina, soprattutto per riceverne una stimolazione energetica positiva. Poi, però, quel comportamento diventa parte della vita quotidiana, senza il quale non sembra possibile avere una vita normale” Si cercherà sempre un additivo a cui ricorrere. Gli ingredienti contano fino a un certo punto: se ne può fare fisicamente a meno, come per le vitamine con cui sono arricchite alcune acque, ma ne viene indotto il consumo, sia con motivazioni salutistiche che prestazionali», chiarisce lo psichiatra.
Abuso di energizzanti (e non solo)
«Questa logica, totalmente commerciale, funziona. Nel caso di Sniffy, il Governo francese annuncia un possibile divieto e forse questo prodotto sparirà, ma sarà sostituito da un altro che alimenterà un identico mercato di consumo e comportamenti additivi, all’interno dei quali non ci sono solo le droghe, ma anche cibi o bevande presentati come salutistici e in grado di migliorare le prestazioni – osserva ancora Gatti – Il problema, quindi, è più ampio e culturale: l’acquisto di questi prodotti non è filtrato da alcun ragionamento, è compulsivo. Oggi non ci sono più figure che inducano a pensare, come gli intellettuali di un tempo, ma influencer che spingono a comprare di volta in volta prodotti nuovi e differenti».
Quali norme in Italia?
Lo Sniffy ha alimentato lo scontro in Francia, ma l’eco del dibattito è arrivato anche in Italia dove al momento la polvere non è in commercio. «Ma il problema va oltre: trattandosi di un mix di ingredienti non illegali, il prodotto potrebbe arrivare anche da noi: oltretutto sono sostanze che si trovano già in diversi drink» conferma Gatti. Paesi come Lituania, Lettonia, Turchia e Polonia hanno introdotto divieti generali sulla vendita di bevande energetiche ai minori di 18 anni. Il Regno Unito ha sospeso un divieto analogo durante la pandemia, mentre negli Usa ci si limita a segnalare che il consumo è fortemente sconsigliato ai giovani e alle donne in gravidanza, come in Italia.