Manteniamo allenato il nostro corpo con esercizi per le gambe, per la colonna vertebrale, per gli addominali. E le spalle? Sono le grandi trascurate nei programmi di fitness. E i risultati si vedono. L’11% degli sciatori che cadono sulle piste si fa male proprio a questa articolazione. E, nella metà dei casi, l’infortunio è dovuto alla mancanza di allenamento. «E dire che stiamo parlando dell’articolazione più complessa del nostro corpo, quella con le maggiori possibilità di movimento» commenta Marco Conti, specialista in medicina dello sport e ortopedico della spalla all’Istituto Clinico Humanitas di Milano. «Proprio per questo è più esposta a una serie di problematiche. Ma troppo spesso, in caso di dolore, ci si cura di testa propria rischiando che la situazione peggiori e diventi più difficile da risolvere. A 20 come a 70 anni».
La spalla può dare problemi anche a 20 anni
Ma la spalla può dare problemi anche a 20 anni? «Certo, nei giovani la causa del dolore è spesso l’instabilità dell’articolazione. In pratica, si nasce con una marcata elasticità delle strutture che stabilizzano la spalla. Così se si fanno sforzi si sente dolore e anche con movimenti banali si rischia una sublussazione o una lussazione, cioè la fuoriuscita parziale o totale della testa dell’omero dalla sua sede naturale. Le lussazioni però non sono prerogativa dei giovani. A ogni età sono la tipica conseguenza di eventi traumatici come le cadute sugli sci. Per risolverle di solito è sufficiente una manovra chiamata riduzione: il medico rimette la spalla a posto manualmente, nel caso sotto anestesia».
Come intervenire contro le lussazioni
E questo basta per guarire? «No, serve anche il tutore: l’ultimo arrivato permette una mobilità controllata garantendo la stabilità della spalla. Poi si inizia la riabilitazione che ha l’obiettivo di rinforzare le strutture muscolari, in modo da creare un’armatura attorno all’articolazione. Se la lussazione si ripete spesso, però, ci vuole l’intervento chirurgico, che consiste nel rifissare i legamenti che stabilizzano la spalla con delle piccole ancore. Il successo dipende dall’età del paziente ma in genere è molto elevato, con recidive solo nel 6, 15% dei casi».
Che cosè la spalla congelata
Si sente spesso parlare di spalla congelata: è un modo di dire oppure esiste veramente? «Altroché se esiste. Colpisce soprattutto le donne, nella fascia d’età tra i 35 e i 55 anni ed è piuttosto dolorosa. Il termine medico è capsulite adesiva e riguarda la capsula articolare, cioè la parte che, insieme ai legamenti, regola i movimenti della spalla. Il termine “spalla congelata”non è stato coniato a caso. Chi ne soffre ha la sensazione di avere l’articolazione bloccata, proprio come quando una parte del corpo è irrigidita dal freddo. Per fortuna non è un disturbo grave, ma possono passare anche diversi mesi prima di tornare alla normalità. Prima si interviene, meglio è. La cura principale è la fisioterapia, che restituisce gradualmente la capacità di muovere la spalla».
I problemi più frequenti tra le donne
Ci sono altri problemi più frequenti tra le donne? «Sono più predisposte a soffrire di tendinite calcifica, nota anche come periartrite. In pratica, si formano delle calcificazioni nei tendini dei muscoli che concorrono ai movimenti dell’articolazione. Il male anche in questo caso è molto intenso e tende a peggiorare quando si va a dormire. Ne vediamo tante di pazienti che arrivano in pronto soccorso in piena notte per il dolore. Per curarla, oggi si utilizza la “litoclasia”, cioè l’irrigazione eco-guidata di una soluzione fisiologica che, penetrando nella calcificazione, la scioglie. A seconda della gravità, il tendine guarisce al massimo in 30 giorni in circa 8 pazienti su 10, come abbiamo dimostrato con la nostra équipe in studi pubblicati di recente».
Le punturine per i disturbi alle articolazioni
Oggi si parla spesso di punturine per i disturbi alle articolazioni: questo tipo di infiltrazioni serve anche per la spalla? «Sono utili in caso di artrosi. Purtroppo non esiste una vera e propria cura capace di rigenerare la cartilagine, la struttura che si “consuma”. Ma con le infiltrazioni di acido ialuronico è possibile lubrificare l’articolazione, proteggere la cartilagine residua e migliorare la funzionalità della spalla. Le formulazioni più recenti contengono molecole di acido ialuronico particolarmente elastiche e durature, con un’azione antinfiammatoria e antidolorifica che facilita il recupero dei movimenti. Certo, la terapia infiltrativa da sola non basta. Sono indispensabili la fisioterapia, l’ergoterapia, per imparare a usare la spalla senza stressarne le strutture, e una costante attività fisica, come il nuoto».
Quando ricorrere alle protesi
In questo modo si evitano le protesi? «Dipende da tante variabili. Se il dolore è molto forte e le limitazioni nei movimenti sono importanti, è meglio intervenire: va solo a vantaggio della qualità della vita».
Un workout per prevenire problemi alle spalle
→ In piedi, con il busto leggermente flesso e il braccio rilassato lungo il corpo. Esegui dei piccoli movimenti di oscillazione tenendo stretto nella mano un peso di circa 300 g. Conta fino a 20 e ripeti con l’altro braccio.
→ Sdraiata supina, incrocia le mani all’altezza del pube. Inspira e solleva le braccia sopra la testa senza sciogliere le mani. Arriva fino al punto in cui non senti dolore e, espirando, torna alla posizione iniziale. Ripeti almeno un paio di volte.
→ Mettiti in piedi di fronte a una porta aperta, appoggia le mani e gli avambracci agli stipiti, con i gomiti alla stessa altezza delle spalle. Avanza a piccoli passi, schiena ben diritta. Fermati quando senti “tirare” i muscoli anteriori delle spalle, conta fino a 10 e sciogli la posizione. Ripeti un paio di volte.
→ In piedi di fronte a un muro, sali con il braccio verso l’alto tamburellando con le dita sulla parete, fino a dove riesci senza avvertire dolore. Conta fino a 10 e torna alla posizione di partenza. Ripeti 10 volte per braccio.